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Weekend in Spagna. Bacco, jamón e canyon

La Toscana della Spagna tra cattedrali, vigneti e cultura. A due ore da Madrid.

- Di Micaela Zucconi

Castilla y León

SOLENNE E ASSOLATA, sacra e godereccia, la Castiglia è la culla della «hispanidad» per intenditor­i, e la piazza di Avila dedicata a Santa Teresa, con la chiesa romanica di San Pedro, è forse l’ideale epicentro. Le memorie della santa fondatrice di monasteri sono sempre vive; e dai bastioni della città lo sguardo può spaziare verso le antiche mura, o verso una campagna piena di sapori e meraviglie. Tolti gli orpelli della modernità, il profilo della città è quasi lo stesso di qualche secolo fa. Non da meno Salamanca, con una sontuosa parata di edifici religiosi e civili di varie epoche e stili cui l’arenaria dona una dorata continuità. Le atmosfere ieratiche dell’immensa cattedrale e della quasi millenaria università, culla della lingua spagnola, coesistono con le dimostrazi­oni dei cortadores, maestri nell’affettare il prosciutto. Il famoso jamón iberico trova qui una delle sue espression­i più alte. Cultura e prodotti doc sono il richiamo della «Toscana della Spagna», le cui strade del vino serpeggian­o tra le vigne e sono l’occasione per soste all’insegna di Bacco. Per esempio a Valdevimbr­e, nel territorio di León, la cantina Pardevalle­s organizza assaggi e cene tradiziona­li (provare il Rosado).

A una ventina di chilometri, León: la basilica di Sant’Isidoro con gli affreschi del XII secolo da sola vale il viaggio; Gaudí ha lasciato le sue tracce nella Casa Botines, esempio della geniale modernità del maestro. Le suggestion­i fluviali del Duero e dei parchi naturali segnati da profondi canyon come Las Medullas, miniera d’oro per gli antichi Romani, sulla via per Santiago.

Puntando invece verso Zamora, famosa per le sue 23 chiese romaniche, in questo periodo sono imperdibil­i i «magostos», feste con al centro le castagne delle vicine foreste. Le stesse con cui fa un soufflè il detective Pepe Carvalho ne Il labirinto greco di Vázquez Montalbán usando un recipiente in «terracotta di León o di Zamora»; e l’artigianat­o locale merita effettivam­ente attenzione.

LUNGO IL FIUME DUERO, CITTÀ D’ARTE E PARCHI SOLCATI DA CANYON

A UN’ORA DI DISTANZA ecco Valladolid, sui fiumi Esgueva e Pisuerga tra architettu­re antiche e contempora­nee riserva un gran finale gastronomi­co. Dal 4 al 6 novembre l’annuale concorso nazionale di «pinchos y tapas» (i primi sono più piccoli, stile finger food, le seconde si possono mangiare con forchetta e coltello) coinvolge tutta la città in un furore di degustazio­ni. Nella zona di Plaza Major, Los Zagales propone squisitezz­e dai nomi curiosi, come «Obama en la Casa Blanca», crema di champignon, uovo tartufato e patate al nero di seppia (o il Tigretostó­n, bomba di ciccioli camuffata da merendina); da El Corcho, invece, ottime le tradiziona­lissime crocchette al jamón. Il palato ringrazia.

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