Style

Weekend a Napoli. La meta geniale

Multistrat­o, chic, délabré. Set da film, città d’arte. E a novembre è meglio.

- Di Stefano Landi

Napoli

DICEMBRE, SI SA, è il mese delle belle statuine e di una fine d’anno fuoco e fiamme; ma novembre è la vera partenza intelligen­te per Napoli. Gli aerei e i treni costano meno. E poi c’è da far visita a due grandi «prime» dell’arte: Joan Mirò e Andy Warhol (che amava tantissimo la città) nelle loro greatest hits. Duecento opere del padre della pop art alla Basilica di Pietrasant­a e 80, tra quadri, disegni, sculture, collage e arazzi, di sua maestà Joan al Pan. La città ormai si nutre di arte, ma non la chiude nei musei come si faceva una volta. La street art ha cambiato i quartieri Luzzatti, Ponticelli e Forcella. Ha ridato orgoglio ai muri più poveri della città. Un’operazione diffusa, trainata dai Banksy locali, come il duo Cyop & Kaf o il 28enne Jorit, che ha lasciato le sue impronte sui muri (comunque in via dei Tribunali c’è anche un celebrato Banksy originale, una Madonna con una pistola al posto dell’aureola).

SCOPRIRE I SEGNI DELLA STREET art è una buona forma di caccia al tesoro, in cui s’incrociano Diego Armando Maradona, Pino Daniele o la rivisitazi­one di San Gennaro (e qui si torna alla mano di Jorit). I graffiti arrivano ovunque e trascinano l’arte contempora­nea, che entra anche nei grandi alberghi. Basta fare un giro nella hall del Romeo Hotel, in un palazzone ex Achille Lauro (l’armatore, non il rapper) riportato a nuova vita dallo studio Tange (guidato da Paul, figlio del compianto Kenzo). Con una collezione a disposizio

ne degli ospiti. Da provare le cene «Homeating», idea di due giovani signore locali, Carolina Pignata e Marcella Buccino: cene «social» in dimore notevoli e/o d’artista (come Mimmo Paladino). Anche star fuori è un piacere; in luoghi di ritrovo serale come Nea, che di giorno funge da galleria d’arte, o a piazza Bellini, da Intra Moenia, che è anche una casa editrice. O ancora all’Antica Cantina Sepe, nel rione Sanità, che offre la formula (low cost) bicchiere di vino più parmigiana della nonna.

STREET ART, ROOFTOP, SOTTERRANE­I MISTERIOSI E MARE

SUPERFICIE, SOTTOSUOLO o mare? C’è tutto: da via Duomo, alle meraviglie contempora­nee del museo Madre, fino al sempre imperdibil­e Museo archeologi­co; accanto, l’orto botanico e il set di Napoli velata di Ferzan Ozpetek. Tra gli aperitivi da vertigine, quelli al museo Nitsch; tra i sottosuoli memorabili, le «cappuzzell­e», i teschi sopra la Sanità. E poi tutti sul lungomare, da Castel dell’Ovo al pontile di Bagnoli: per andare a correre la mattina o innamorars­i la sera. Mangiare pesce crudo a Marechiaro o, fuori porta, da Labelon (una lounge di lusso appena nata sulla spiaggia di Bacoli).

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