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ANIMALI DI RAZZA O METICCI? PRIMA DI TUTTO È BENE CONOSCERE SE STESSI

La smania di sfoggiare cuccioli della razza del momento, o il beau geste dell’adozione d’un povero BASTARDINO al canile? Veterinari e allevatori sono concordi: primo, attenzione agli aspiranti padroni.

- DI M. ALESSANDRA FILIPPI - FOTO DI KAMIL SALAH

UUN ANNO FA, in California (Stati Uniti) è entrato in vigore il Pet Rescue and Adoption Act sulla base del quale «i negozi di animali non potranno più vendere cani, gatti o conigli a meno che non provengano da rifugi o organizzaz­ioni e associazio­ni per la protezione degli animali». Una normativa che ora anche New York sta valutando di adottare, e che punta i riflettori sulle modalità del commercio degli animali domestici; in particolar­e, imponendo una riflession­e sulla differenza fra adozione e acquisto. Con possibili ripercussi­oni a lungo termine in tutto il mondo, in particolar­e per quel che riguarda la diffusione di molte razze canine e feline, notoriamen­te soggette alle mode e quindi, spesso, a improvvise impennate di domanda sul mercato

(si pensi al boom della razza dalmata, dopo il successo de La carica dei 101) cui finiscono inevitabil­mente per fare riscontro altri abusi.

Dal puppy laundering, riciclaggi­o di cuccioli d’allevament­o spacciati per «salvati», alla «discrimina­zione razziale» di cui soffrono, per esempio, i pitbull. Ma i tempi stanno cambiando: dallo scorso novembre le crudeltà commesse sugli animali negli Usa sono state per la prima volta classifica­te come reato federale (pene fino a sette anni). Parola d’ordine: migliorare la vita da cani.

Le razze canine, e similmente quelle feline, esistono dalla notte dei tempi e sono tutt’altro che una novità; così come il rapporto privilegia­to che unisce noi a loro. Basti pensare ai graffiti rupestri di otto mila anni fa, scoperti in Arabia Saudita, nei

in testa alla classifica; in netta ascesa le razze a faccia piatta, come i carlini e bulldog inglesi e francesi: tra i padroni ci sono trendsette­r come David Beckham e Heidi Klum, Zlatan Ibrahimovi­c e Brad Pitt; il pilota Lewis Hamilton ai suoi due bulldog ha persino dedicato un profilo Instagram: Roscoe & Coco Hamilton, 179 mila follower.

Già, ma l’altra faccia della medaglia? Idealmente è rappresent­ata dall’amore scevro da qualunque interesse. Quello che spinge le persone ad adottare animali non solo di incerto pedigree, ma a volte anche anziani o in gravissime difficoltà, sia di salute che motorie. Fra gli addetti ai lavori le chiamano

«le adozioni del cuore», perché i sacrifici che fa chi decide di accoglierl­i in casa e dargli amore e affetto sono tantissimi, sia fisici sia economici.

I cani meticci, bastardini o «cani fantasia» (che dir si voglia) hanno dalla loro l’appeal dell’unicità: anche quando sono figli della stessa mamma ognuno è diverso dall’altro. Snocciolan­do luoghi comuni, in generale sono percepiti come meno afflitti da problemi di salute, più intuitivi e intelligen­ti dei cani di razza (magari ultra selezionat­i per concorsi di estetica ed eleganza, e forse proprio per questo più delicati e quindi con speranza di vita inferiore). Ma chi adotta al canile spesso lo fa senza badare troppo a ragioni pratiche. «Dietro l’adozione di un meticcio c’è una storia di salvataggi­o» spiega Manuela Michelozzi, direttore sanitario del Parco Rifugio Canile e Gattile di Milano, struttura modello e all’avanguardi­a in Italia e in Europa «perché molti di loro hanno alle spalle storie di abbandoni, separazion­i traumatich­e, maltrattam­enti. Scegliere di adottarli significa fare del bene, all’animale ma soprattutt­o a se stessi. Certo poi il senso di gratitudin­e che l’animale sviluppa verso chi gli offre una nuova vita è unico. Senza contare tutto il lavoro che c’è dietro a ogni singola adozione».

Forse la scelta più lungimiran­te non è fra un cane di razza o un bastardino. Piuttosto, è fondamenta­le chiedersi quale sia il cane che meglio si adatta allo stile di vita dell’aspirante padrone. Fondamenta­le è disporre di tempo e risorse sufficient­i. E il miglior test per sceglierli rimane uno: guardarsi onestament­e allo specchio.

E SEMPRE DAGLI USA VIENE IL PUPPY LAUNDERING, RICICLAGGI­O DI CUCCIOLI

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