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IL VOLTO DEL DESTINO

- DI GIACOMO FASOLA FOTO DI PAOLO SANTAMBROG­IO STYLING DI PETER CARDONA

Alto, biondo, occhi azzurri: un adone tedesco con sangue russo nelle vene. A 20 anni appena compiuti Alexander Zverev è già entrato nel club dei 20 migliori tennisti al mondo e gli esperti lo danno come probabile dominatore della prossima decade. «Tutti cercano il prossimo Federer, ma io non ci penso» giura. A prima vista la sua biografia potrebbe somigliare a quella di Andre Agassi, énfant prodige torturato dal padre allenatore: questa però è tutta un’altra storia...

METTE E TOGLIE IL CAPPELLO come Clint Eastwood nei film di Sergio Leone. Si sfila la maglietta e passeggia sulla terrazza bordo mare, avanti e indietro in attesa dello scatto giusto. È giovanissi­mo, altissimo (quasi due metri), biondissim­o. Con quel fisico, quella faccia, quegli occhi potrebbe fare l’attore, lo sa? «Sono sicuro che a Hollywood ce ne sono più bravi di me…» si schernisce: «I film preferisco guardarli al cinema, pellicole d’azione oppure romantiche se la compagnia è quella giusta». Il Predestina­to si chiama Alexander Zverev, Sascha per gli amici. Lo dicono tutti: Sascha è il futuro del tennis. Ha quello che serve per diventare il prossimo numero uno, ha potenza, tecnica e testa, quella che gli permette di gestire l’inevitabil­e pressione che grava sulle spalle dei predestina­ti. «C’è sempre qualcuno che cerca il nuovo Federer, il nuovo Nadal. Io non ci faccio caso».

«NADAL STA CON GLI SPAGNOLI, MURRAY è PIUTTOSTO CHIUSO. CON DJOKOVIC E FEDERER MI CONFRONTO SPESSO»

Il Predestina­to viene da una famiglia di tennisti. Tennista il padre, Alexander Sr., che giocò in Coppa Davis ai tempi dell’urss. Tennista la madre, Irina, che oggi è il tour operator della famiglia. Tennista il fratello, Mikahil detto Mischa, da poco tornato fra i primi 50 al mondo. Entrambi gli Zverev sono allenati dal papà: e qui potrebbe venire in mente Andre Agassi, che nel bestseller Open ha offerto un racconto a tinte fosche della sua infanzia da predestina­to con un padre padrone a fargli da coach. Ma questa è tutta un’altra storia.

Anche a lei è capitato di odiare il suo sport?

Ho letto Open e mi è piaciuto, come quasi tutte le cose che ha fatto Agassi. Io in realtà ho sempre avuto una buona relazione col tennis. Certo: quando arrivi alla fine di un periodo di allenament­o non ne puoi più di tutta quella fatica. Poi però i risultati ti premiano e capisci che gli sforzi sono serviti.

È difficile avere il proprio genitore come capo?

Papà non è il capo… E questo rende le cose più facili. La nostra non è la classica relazione genitore-figlio, lui mi ascolta e mi lascia molta libertà: se qualcosa non funziona, oppure voglio lavorare su un aspetto in particolar­e, se ne discute. È un lavoro di squadra.

Dicono che lei sia un tipo molto competitiv­o, che odia perdere. Com’è stato crescere con un fratello maggiore di dieci anni?

Siamo molto competitiv­i tutti e due e ancora oggi ci sfidiamo spesso a basket. A me piacciono anche i videogioch­i, ma Mischa non riesce a battermi e si arrabbia...

L’ha mai sconfitto a tennis in un torneo?

No, ha vinto lui due volte su due. Nel tennis non c'è rivalità fra di noi, abbiamo stili di gioco differenti e viviamo due momenti molto diversi della nostra carriera. Diciamo che io sono contento se lui fa bene e viceversa: e sinceramen­te non ci tengo ad avere una rivincita.

Voi tennisti vivete con la valigia, come i marinai di una volta. Anche lei ha una donna in ogni porto?

(Sorride, nda) A questa non rispondo.

Riformulo: è complicato avere una fidanzata fissa?

Se intende una relazione regolare con una ragazza normale, una che studia e non è sempre in viaggio come me, la risposta è sì: è complicato perché capita di non vedersi anche per tre o quattro mesi di fila. Soprattutt­o in questa fase in cui tutte le mie energie sono rivolte al tennis.

Qualche giornale ha riferito di un flirt fra lei e la collega Belinda Bencic…

(Ride, nda) Siamo solo amici, la conosco da quando ho quattro anni! Il rumor è nato per via di qualche post su Instagram durante una vacanza alle Maldive con lei, Kiki Mladenovic e altri.

I social network possono essere pericolosi...

Su Facebook e Twitter nascono tanti problemi dal niente. Per carità, è bello che la gente abbia dei «luoghi» dove potersi esprimere: troppe opinioni però sono inutili. Io uso solo Instagram.

Ha la possibilit­à di invitare un collega a cena: sceglie Roger Federer o Nick Kyrgios?

Ho già cenato con tutti e due. Roger è una persona molto interessan­te e con Nick siamo amici: fuori dal campo è divertente come quando gioca.

Voi giovani del tennis siete un bel gruppo. Uscite insieme, chattate su Whatsapp?

A parte Nick frequento Karen Khachanov, che è forse il mio miglior amico. Anzi no: il migliore è Dominic Thiem, ci vediamo e sentiamo spesso.

E coi «vecchi» come va?

Rafa Nadal è quello che comunica meno con gli altri, di solito sta con gli spagnoli e con il suo team. Anche Andy Murray è abbastanza sulle sue. Mi capita più spesso di discutere con Roger e Novak Djokovic, sia del tennis sia della vita in generale.

Quand’è che voi ragazzini riuscirete a scippare la corona ai «big four»?

Al momento penso che battere Federer sia difficile per tutti, non solo per i giovani. L’obiettivo comunque è quello: arrivare in cima.

Quanto si allena per raggiunger­lo?

Fuori dai tornei faccio tre ore di tennis e altre due ore di palestra ogni giorno. Quando lo dico nessuno ci crede, ma nell’ultimo anno e mezzo ho messo su dieci chili: tutti di muscoli.

Il tennis è diventato uno sport in cui c’è spazio solo per la potenza e non per la fantasia?

Per tanti anni si è detto che il tempo dei tennisti «serve and volley», tipo mio fratello, era finito. In Australia però Mischa ha battuto il numero uno del mondo, per cui...

Le capita mai di paragonars­i a qualche collega?

Quello che mi somiglia di più è Juan Martín Del Potro, alto e potente come me. Ma i paragoni preferisco evitarli: se mi metto a pensare che Nadal alla mia età aveva già vinto due Roland Garros…

Si sente più tedesco o più russo?

I miei genitori sono nati in Russia e i parenti vivono tutti lì. D’altra parte, io ho trascorso tutta la mia vita in Germania e mi sento in tutto e per tutto tedesco… Oltre che internazio­nale.

Negli ultimi anni tanti figli di immigrati hanno dato lustro allo sport tedesco: una bella cosa, le pare?

È la testimonia­nza che la Germania è un Paese accoglient­e che offre a tutti una seconda opportunit­à. Quando i miei sono arrivati dalla Russia, nel 1991, tanti li hanno aiutati. E lo stesso accade oggi con gli immigrati dai Paesi in difficoltà come la Siria.

La politica le interessa?

La seguo. Solo che preferisco non parlarne: c’è sempre il rischio di infilarsi in qualche pasticcio.

Fa parte dei rischi del mestiere.

Io cerco di espormi il meno possibile. Nelle interviste prima dei tornei dico sempre che di aspettativ­e ne ho tante, ma preferisco tenerle per me. Anche per evitare le brutte figure.

E dunque, vediamo: che aspettativ­e ha per il Roland Garros e per Wimbledon?

Ho dimostrato di poter giocare bene sia sulla terra sia sull’erba. Ma sono ancora lontano da poter vincere questi tornei: un giorno, magari...

«PAPÀ è IL MIO COACH MA NON IL MIO CAPO. CON LUI HO UN BEL RAPPORTO, MI ASCOLTA E MI LASCIA MOLTE LIBERTÀ»

 ?? SOPRA: CAMICIA, ASOS; CAPPELLO, STETSON; OROLOGIO, RICHARD MILLE. NELLA PAGINA A SINISTRA: GIACCA BIKER, Z ZEGNA; T-SHIRT E PANTALONI, J.CREW. ?? In questi giorni Zverev è impegnato nel Roland Garros, il prossimo grande appuntamen­to sarà Wimbledon (dal 3 al 16 luglio). In basso, a sinistra, Sascha in campo durante l'ultimo Miami Open. Quando gioca indossa un orologio Richard Mille RM-27 01: «La...
SOPRA: CAMICIA, ASOS; CAPPELLO, STETSON; OROLOGIO, RICHARD MILLE. NELLA PAGINA A SINISTRA: GIACCA BIKER, Z ZEGNA; T-SHIRT E PANTALONI, J.CREW. In questi giorni Zverev è impegnato nel Roland Garros, il prossimo grande appuntamen­to sarà Wimbledon (dal 3 al 16 luglio). In basso, a sinistra, Sascha in campo durante l'ultimo Miami Open. Quando gioca indossa un orologio Richard Mille RM-27 01: «La...
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 ?? HA COLLABORAT­O: ANGELICA PIANAROSA; GROOMING: BONNIE CARIA PER GREEN APPLE. SOPRA: GIACCA, Z ZEGNA; SERAFINO, NEVER ENOUGH. A DESTRA: MAGLIA, GANT; PANTALONI, J.CREW. NELLE PAGINE PRECEDENTI: PANTALONI, J.CREW. ?? Le foto di questo servizio sono state scattate al Montecarlo Beach, hotel cinque stelle al confine Est di Monaco con spiaggia annessa (monte-carlobeach.com). La struttura fa parte del gruppo Relais & Châteaux.
HA COLLABORAT­O: ANGELICA PIANAROSA; GROOMING: BONNIE CARIA PER GREEN APPLE. SOPRA: GIACCA, Z ZEGNA; SERAFINO, NEVER ENOUGH. A DESTRA: MAGLIA, GANT; PANTALONI, J.CREW. NELLE PAGINE PRECEDENTI: PANTALONI, J.CREW. Le foto di questo servizio sono state scattate al Montecarlo Beach, hotel cinque stelle al confine Est di Monaco con spiaggia annessa (monte-carlobeach.com). La struttura fa parte del gruppo Relais & Châteaux.

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