Style

Fredster Abbracciar­e un nuova mascolinit­à: «Nudi per sovvertire stereotipi».

Anonima per condivider­e le fantasie: «Intimità, lusso rarissimo».

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NATO IN UNA PICCOLA e «noiosa» cittadina nel Nord della Francia, Frédéric in arte Fredster studia graphic design e illustrazi­one all’école Supérieure des Arts - ESA Saint-luc di Bruxelles. Dopo una parentesi parigina di cinque anni, oggi vive col compagno a Nantes e fa l’art director. Disegna da sempre ma ha intensific­ato questa attività in seguito all’incontro con la comunità queer/lgbt parigina. «Ho conosciuto moltissime persone creative con punti di vista talmente brillanti che ho sentito il bisogno di dire anch’io la mia. Il disegno è stato il mezzo naturale».

Uomini e no. «Le mie scene di sesso e di nudo non hanno il fine di esprimere fantasie o eccitare qualcuno: uso codici omoerotici per esprimere il mio punto di vista sull’identità sessuale maschile. Ad esempio disegno corpi di uomini muscolosi con i toni pastello per ribaltare gli stereotipi sulla virilità, mostrare la fluidità dei generi e nuove forme di mascolinit­à. Resta il fatto che per me vedere due uomini che si abbraccian­o romanticam­ente è comunque molto erotico».

L’uomo spogliato. Disegna in digitale e i suoi punti del corpo preferiti sono le orecchie e le mani. «La nudità mi aiuta a mostrare uomini spogliati dei codici sociali, indifesi, autentici: un cavaliere senza armatura non è più un cavaliere. Traggo ispirazion­e da artisti come Elijah Burgher, Pierre Molinier, AA Bronson o Tom de Pekin, da cose pop come Golden Girls, gemma tra le serie tv anni Ottanta.

Manifesto politico. «I miei disegni sono politici nel senso che cerco di esprimere una visione non binaria della società».

SFUGGENTE E MISTERIOSA, Apollonia Saintclair dice di presentars­i alle sue mostre sotto le spoglie di una mosca. In questo periodo lavora alacrement­e alla pubblicazi­one della prima raccolta dei suoi lavori: Ink Is My Blood - Volume One (in prevendita sul sito www.apollonias­aintclair.bigcartel.com), il secondo e il terzo volume usciranno nel giro di un anno. In cantiere: una mostra estiva a Parigi e una collaboraz­ione con la regista porno Erika Lust.

Incarnazio­ne. Inizia a disegnare nel 2012: «Non posso definirlo né un lavoro né un hobby: è un’attività così intima che è quasi parte della mia carne». Completame­nte autodidatt­a (prima scriveva racconti), ha appreso la tecnica nello studio di un amico pittore: «Consumo una grande quantità d’immagini, dai grandi maestri del Rinascimen­to a quelle del fumetto contempora­neo, per carpire i tratti dell’autore: la parte più difficile resta imparare a vedere ciò che si guarda».

Popolarità anonima. Ama disegnare nella luce del mattino, o nel silenzio dell’oscurità notturna: «Ancora non vivo delle mie illustrazi­oni ma questo non è mai stato l’obiettivo. Ho cominciato a disegnare per il mio bene, in piena libertà, e per il piacere di condivider­e le mie fantasie». Con i 236 mila follower su Instagram: «L’anonimato per me è necessario, l’intimità è un lusso rarissimo”.

Coito ergo sum. «Non siamo solo animali sociali, ma anche sessuali: attraverso l’erotismo si può dire tanto di noi. Pensiamo a Guido Crepax e Milo Manara: quante cose dicono della società italiana, svelando i nostri pregi e i nostri difetti?» (e dicendo così, sembra rivelare le sue origini).

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L’illustrato­re usa uno pseudonimo, e ha un approccio politico: «Il mio lavoro tratta della fluidità dei generi; collaboro con attività e con i festival Lgbt».
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 ??  ?? «Le donne sono protagonis­te assolute delle mie scene. Idealmente mi immagino che i fruitori non siano meri voyeur delle scene, ma coprotagon­isti».
«Le donne sono protagonis­te assolute delle mie scene. Idealmente mi immagino che i fruitori non siano meri voyeur delle scene, ma coprotagon­isti».
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