La realtà oltre il reale
Fendi finanzia «Il mondo magico», la mostra con le opere di Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi e Adelita Husni-bey al Padiglione Italia per la 57esima Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia. e si prova a immaginare il mondo magico
Un frame di The Reading / La Seduta, 2017 (still, 4k video, 14’09”) di Adelita Husni-bey per Il mondo magico al Padiglione Italia.
salla 57esima Biennale di Venezia, appuntamento imperdibile non solo per l’art system internazionale ma per chiunque sia interessato a fare progredire l’immaginazione propria e del sistema sociale in cui vive. «Devo il titolo a Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del
magismo, il libro in cui l’antropologo Ernesto de Martino ha analizzato i rituali magici dei popoli antichi e la relazione con la mitologia della cultura meridionale italiana» dice Alemani. La mostra è «una lettura non folkloristica della magia e racconta del meccanismo con cui l’individuo si appropria delle pratiche magiche per combattere la crisi dell’esistenza in una visione né irrazionale né oscurantista».
Con questo approccio e per realizzare il suo progetto, Alemani, nota anche e soprattutto per essere direttrice e capo curatrice di High Line Art, il programma di arte pubblica sulla High Line di New York, ha chiamato tre artisti italiani, Giorgio Andreotta Calò,
Roberto Cuoghi e Adelita Husnibey, nati tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta, ai quali ha commissionato opere originali che andranno a riempire gli immensi spazi del Padiglione Italia nei Giardini la cui architettura monumentale – costruita dal 1894 su progetto di Enrico Trevisanato e rimaneggiata negli anni con interventi, tra gli altri, di Enrico Basile, Gio Ponti, Duilio Torres e Carlo Scarpa – non è affatto estranea al racconto di questo mondo magico che si realizza attraverso l’immaginazione artistica. Una «realtà fantastica» per la quale Alemani ha cercato, e trovato, un complice in Fendi che, oltre a dare il supporto finanziario per la realizzazione delle opere, dimostra ancora una volta il valore che la moda può mettere in campo nella cultura generale del nostro tempo. Da anni, infatti, la Maison Fendi è impegnata nel recupero del patrimonio artistico a Roma con il progetto Fendi for Fountains che ha portato al restauro di alcune fontane oltre all’apertura del primo piano del Palazzo della Civiltà Italiana all’eur, sede degli headquarters della Maison, come spazio espositivo e dove, fino a metà luglio, è in corso Matrice, la mostra che ha registrato il record di 25 mila visitatori dedicata all’artista Giuseppe Penone.
«OGGI PIÙ CHE MAI, la moda è uno strumento formidabile per veicolare la cultura. Abbiamo accolto la proposta di Cecilia Alemani con entusiasmo perché sappiamo di condividere un set di valori importanti. E siamo sempre più convinti che la moda, come tutto il settore del lusso, non sia solo un prodotto ma il mezzo per creare un immaginario che attraverso l’estetica crea bellezza e cultura. E lo può fare perché è un settore in ottima salute economica» dice Pietro Beccari, presidente e a.d. di Fendi. L’immaginazione di cui parla Beccari si ritrova nel Padiglione Italia in cui Alemani non ha creato un percorso tematico. «Di Cuoghi mi ha affascinato la sua propensione alla metamorfosi. Ha scritto un nuovo capitolo della sua vicenda artistica con una scultura realizzata in materiali diversi che si evolveranno nel corso del tempo cambiando forma e struttura all’opera. Husni-bey ha girato un video in cui un gruppo di ragazzi discute sul rapporto spirituale con la Terra sia come pianeta sia come risorsa maltrattata dagli abitanti. Infine, Andreotta Calò, che vive a Venezia, ha progettato un’installazione ispirata all’architettura del Padiglione, alla città e all’acqua e che crea e amplifica diversi mondi duali» spiega la curatrice che riconosce alla moda non solo il ruolo di mecenatismo ma anche quello di creatore di mondi magici. Perché, sostiene Alemani, «la moda aiuta la creatività a esplodere in modo incontrollato. Distaccandosi dal neoliberismo che tiene il mondo ancorato alla materialità, infatti, ogni sei mesi si applica alla creazione e alla costruzione del magico». In una corrispondenza di significati che ha trovato Alemani e Beccari, la Biennale e la Moda a lavorare con lo stesso «set di valori».
Documentazione dell’imitazione di Cristo, 2017, di Roberto Cuoghi. L’opera fa parte della mostra Il mondo magico curata da Cecilia Alemani al Padiglione Italia della 57esima Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia dove, a rappresentare il nostro Paese, ci sono anche Giorgio Andreotta Calò e Adelita Husni-bey.