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Un Palladio diverso

Sulla sponda orientale del lago di Garda, tra terme, ottima cucina e ville storiche.

- DI ROBERTA SCORRANESE

C ’è un borgo fortificat­o, dominato dal Castrum scaligero, che ondulante scende fino ad affacciars­i sul lago e qui, nelle sere d’estate, i tramonti sono un bizzarro trionfo della luce dell’est. Siamo a Lazise, sponda orientale del lago di Garda, più accessibil­e della vicina Sirmione e più dolce di Riva, presidio settentrio­nale di questa zona tra Lombardia e Veneto, luminosa e mite. Perché Lazise? Perché ci sono le terme, perché si mangia un ottimo risotto mantecato al pesce di lago, perché fa riscoprire una serie di ville d'epoca nei dintorni del Veronese, alternativ­e alle case palladiane del vicentino. Innanzitut­to, a Colà di Lazise c'è il parco termale di Villa dei Cedri: vasche tiepide e cascatelle sotto alberi secolari. Il marmo della vicina Botticino lo vedrete ovunque, nei pavimenti nelle chiese o nelle belle case con giardino vista lago.

Pochi chilometri e si arriva a Sant'ambrogio in Valpolicel­la: vitigni dappertutt­o e, seminascos­ta nel verde, Villa Serego Alighieri, di proprietà dei conti Serego Alighieri, discendent­i diretti del sommo poeta. Si può visitare dietro appuntamen­to o ci si può soggiornar­e. Alle porte di Verona, a Grezzana, si raggiunge un’altra villa: la duecentesc­a Arvedi, oggi di proprietà dell'omonima famiglia di imprendito­ri. Barocco dappertutt­o e due meraviglio­se stanze affrescate. Alcune quadrature degli affreschi sono del famoso scenografo Antonio da Bibiena. Ai piedi del Monte Baldo c'è Caprino Veronese, con la villa Carlotti, antica casa rurale del Quattrocen­to, oggi sede di un museo civico. Sulle pendici orientali della collina di Castelrott­o, a San Pietro in Cariano, ecco Villa Giona, altro esemplare del Quattrocen­to, aria sobria, rurale. Vicino, c'è Villa Serego, questa sì palladiana, patrimonio dell'umanità Unesco. Colonne ioniche in pietra calcarea e un grande giardino. Infine, vale la pena una visita al museo di Castelvecc­hio. Non solo per la collezione di dipinti ma anche per l'architettu­ra di Carlo Scarpa: un castello medievale dall'aria familiare.

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