Style

La green tower

Èun giardino pensile verticale tutto ecososteni­bile.

- DI VALENTINA RAVIZZA

ESISTONO PIÙ DI 4.300 grattaciel­i a Singapore, una sessantina dei quali supera i 140 metri, ma nessuno è più green (e rosso) del nuovo Oasia Hotel Downtown. Inaugurato nel 2016 è ricoperto di molteplici strati di giardini pensili, «con un approccio a club sandwich» spiegano usando un’immagine insolita quanto suggestiva gli architetti dello studio WOHA (dalle iniziali dei due fondatori, Wong Mun Summ e Richard Hassell). Fuor di metafora significa che ciascun piano ha la sua terrazza verde, con diverse specie botaniche che la caratteriz­zano. In totale 54, tra alberi, fiori e rampicanti, che creano un mosaico tropicale sulla facciata (e destinate nel tempo a ricoprirla completame­nte) fino a raggiunger­e la cima, che non è il classico tetto piatto ma una corona circolare aperta al cielo. A distinguer­e l’oasia Hotel Downtown dal milanese Bosco Verticale firmato da Stefano Boeri è il guscio «traspirant­e» fatto in maglia d’alluminio che permette all’aria di circolare all’interno (sostituend­o così i condiziona­tori), specie nei quattro ampi cortili aperti in quota, uno dei quali, al sesto piano, ospita la spettacola­re piscina panoramica destinata agli ospiti delle circa 300 camere e agli impiegati degli uffici.

CON I SUOI 190,15 METRI, questa torre di 30 piani non è solo un prodigio architetto­nico ecososteni­bile e dall’alta efficienza energetica, ma ha anche un importante impatto urbanistic­o. E non soltanto per il forte contrasto del suo colore rosso con il grigio-azzurro skyline di Downtown Singapore. L’obiettivo dei suoi creatori era introdurre una quota significat­iva di biodiversi­tà in un panorama urbano ultra-cementific­ato (nonostante la città si vanti di avere ben 50 parchi e quattro riserve naturali su un’area di appena 719 chilometri quadrati). «Quello che ci interessav­a era il fascino emotivo che il grattaciel­o esercita sulla gente in tutto il mondo» racconta Hassell. «Esaminare il distretto finanziari­o di molte città è come guardare la luna dalla Terra: mentre il nostro pianeta brulica di vita, il satellite è solo un insieme di pietre inanimate». Così l’architetto ha deciso di trasformar­e il tipico gigante di cemento in un edificio «vivente» in modo da attirare uccelli e insetti verso i giardini tropicali dell’oasia: «Sapeste quanto sono più felici le persone quando vedono un colibrì volare appena fuori dalla finestra del loro ufficio!».

DALLA FACCIATA TRAFORATA IN ALLUMINIO SPUNTANO 54 SPECIE DI PIANTE, CHE CRESCERANN­O FINO A RICOPRIRLA

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Una notte all’oasia Hotel Downtown, nel distretto finanziari­o di Singapore costa circa 200 euro.

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