DA BUDDHA A NOI
mindfulness significa consapevolezza. È uno stato di coscienza che deriva dagli insegnamenti buddhisti. un intervento in ambito medico e psicologico, e non solo. che combatte stress e depressione. e aiuta tutti a centrarsi. con un percorso.
OGGI è DIVENTATA UNA MODA. Viene considerata trendy. Di per sé non è una buona notizia perché in molti «salgono a bordo» senza averne competenze specifiche. Si parla persino di Mindfulness pet, di Mindfulness tango, di Mindfulness living. Ma spesso a sproposito.
Il termine inglese mindfulness viene tradotto in italiano con la parola consapevolezza. Questo è, né più né meno. Dunque non è un qualcosa di esoterico prodotto con procedure strane. Non è neanche una pratica di rilassamento. Non fa riferimento a credo religiosi o a un’idea generica di benessere. Si tratta piuttosto di uno stato di coscienza che non deve essere né pensato né immaginato, ma solo sperimentato. Lo si può riscontrare in certi momenti. Ad esempio, quando ci troviamo davanti alla bellezza della natura in una situazione di «stupore sospeso» perché il solo osservarla ci toglie il fiato. Lì siamo tutti mindful. È la pura percezione del qui e ora, un’empatia dei sensi con il mondo circostante che ci appartiene. Purtroppo però è difficile liberarci dai pensieri che ci attanagliano. Per farlo è necessaria una pratica antica millenni: viene spessa definita come «il cuore della meditazione buddhista», anche se il suo fondamento è universale, visto che riguarda l’attenzione e la presenza mentale.
Il concetto di Mindfulness deriva, infatti, dagli insegnamenti del buddhismo, dello zen, ma di fatto lo ritroviamo a volte anche nelle pratiche di meditazione yoga. Dagli anni Settanta, negli Stati Uniti, per opera di Jon Kabat-zinn − professore emerito di medicina, fondatore della Stress Reduction Clinic e del Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society nel Massachusetts − questo modello è stato assimilato e utilizzato come paradigma di intervento in alcune aree mediche e psicoterapeutiche. È andata così. Da studente Kabat-zinn approfondisce l’argomento, praticando con i maestri Philip Kapleau e Thích Nhât Hanh, quindi si mette a insegnare. Poi ottiene il PH.D in Biologia molecolare e grazie a un’intuizione inventa un protocollo per ospedali e centri specializzati, sviluppando i principi della meditazione con un approccio scientifico. Si tratta di un percorso strutturato
che dura otto settimane. Ci s’incontra in un gruppo di 25-30 partecipanti, con uno o due istruttori, per un paio d’ore circa, più una giornata di ritiro intensivo verso la fine, e soprattutto 45 minuti quotidiani di pratica a casa. Si fanno esercizi di vario genere, anche sul respiro, per imparare a entrare nella «modalità di consapevolezza», che Kabat-zinn descrive come «ciò che sorge, quando prestiamo attenzione in modo particolare, cioè con intenzione, al momento presente e in modo non giudicante».
Detta così sembra tutto semplice. Ma poi non lo è per nulla. Perché le abitudini ci portano ad avere un’attenzione condizionata, catturata da cento mila stimoli. Invece, la Mindfulness aiuta a sviluppare una maggior intimità con il proprio essere. Quando si orienta l’attenzione, la mente un pochino rallenta, si placa. E, proprio in questo momento, cominciamo a renderci conto di quello che ci sta accadendo più in profondità, cominciamo a vedere nessi che prima ci sfuggivano, a capire con più chiarezza il nostro funzionamento psicofisico. Praticandola viviamo un distacco dal chiacchiericcio della mente, lavoriamo sulle nostre reazioni, ci liberiamo dai condizionamenti che ci siamo via via costruiti. Ad esempio se siamo giù di morale e pensiamo «non valgo niente», ci crediamo. Quel non valgo niente diventa adesso, dopo, sempre. Invece, se stiamo con quell’emozione, comprendiamo da dove arriva, come si sposta, notiamo che è in continuo divenire e che quindi può anche svanire.
In alcuni casi, come nella depressione, la Mindfulness ha la stessa efficacia dei farmaci. Lo dimostrano i risultati clinici di vari protocolli validati scientificamente. Ed è anche capace di dare benefici a chi non vuole lasciarsi travolgere dalle tante pressioni del quotidiano. Basta impegnarsi. Poi, a poco a poco, può diventare uno stile di vita. (Testo raccolto da Barbara Majnoni)
* Fabio Giommi, psicologo clinico e psicoterapeuta, è presidente dell’associazione Italiana per la Mindfulness (mindfulnessitalia. it) ed è stato uno dei primi a introdurla in Italia nel 2005. Si è formato con Kabat-zinn, Teasdale, Zindel Segal e Kramer.
La Mindfulness sviluppa una maggior intimità con il proprio essere. Quando si orienta l’attenzione la mente rallenta. Così capiamo il nostro funzionamento psicofisico