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Tornare a sognare

- di Gianemilio Mazzoleni - illustrazi­one di Lorenzo Petrantoni

A ottobre esce First man, immaginifi­co film che narra la conquista della luna attraverso la figura del primo uomo che vi posò piede, Neil Armstrong. Nello scorrere di successi e insuccessi, ossessioni e frustrazio­ni degli ingegneri, tragedie e coraggio puro, quasi folle, degli astronauti è evidente che per quanto futile e pazzesca fosse l’dea di spedire una scatola di metallo con tre uomini sulla luna, dietro c’era il sogno di un Paese e di un mondo che bramavano futuro e progresso. Apoteosi e fine del film. Poi la normale delusione della vita. Che c’è dopo? Lo shuttle non era così stimolante. Ma se anche lo spazio ha perduto il suo appeal non era stato meraviglio­so vivere quella stagione, sognare a occhi aperti, spingere la fantasia di un’intera generazion­e ai suoi estremi? Oggi tutti guardano con sospetto a chi propone slanci in avanti. Oggi gli Usa invece di ispirare il mondo si rinchiudon­o. Da noi sfuma il sogno di un’europa unita capace di sintetizza­re il meglio di secoli di storia per spingersi oltre. Eppure senza frontiere milioni di persone hanno potuto incontrars­i, conoscersi, superare diffidenze secolari. Siamo tutti in difesa, ma nonostante i tradimenti e le delusioni un mondo che sogna è un mondo migliore. E se pure tutti i sogni non si avverano comunque si progredisc­e, anche soltanto per l’entusiasmo e la creatività che ci si mette per raggiunger­li.

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