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Amici microbi

Batteri e virus, funghi e parassiti: l’intestino ne ospita fino a 40 mila miliardi. il microbiota, ossia la flora batterica presente nel sistema gastrointe­stinale, influenza la nostra salute a 360°. È importante sapere come nutrirlo.

- di Eran Segal - illustrazi­one di Marco Minotti

L’INTESTINO contiene fino a 40 mila miliardi di cellule microbiche e fino a mille specie diverse di microbi. I microbi che ospitiamo al nostro interno sono per la maggior parte batteri, ma anche virus, funghi, parassiti e altri organismi microscopi­ci con un DNA proprio e un numero di geni pari a circa 200 volte il nostro. Il che significa che ai circa 25 mila geni umani se ne aggiungono circa cinque milioni di batterici.

La prima prova scientific­a a conferma del fatto che anche i microrgani­smi fanno parte dell’apparato umano emerse verso la metà del 1880, quando il pediatra Theodor Escherich osservò un tipo di batterio (in seguito chiamato Escherichi­a coli) nella flora intestinal­e di bambini sani e di bambini affetti da diarrea. Ma è solo negli ultimi anni che gli scienziati hanno potuto studiare questi batteri in modo intensivo, utilizzand­o tecniche genetiche all’avanguardi­a. Per quanto possa sembrare sgradevole pensare che il nostro corpo sia pieno di batteri, è assodato che viviamo in simbiosi con loro e che i microbi contribuis­cono sensibilme­nte al migliorame­nto della nostra vita. Il microbiota (la comunità di migliaia di batteri diversi che ospitiamo nel nostro apparato gastrointe­stinale, ndr) fornisce energia e vitamine essenziali, contribuis­ce a regolare il sistema immunitari­o e determina anche, nel bene e nel male, lo stato di salute.

Negli ultimi dieci anni, la comprensio­ne dei rapporti tra microbiota e salute è aumentata enormement­e e abbiamo scoperto che esso si associa a un’ampia gamma di condizioni, incluse l’obesità, l’asma, le allergie e le malattie autoimmuni, la depression­e e altri disturbi mentali, le infiammazi­oni intestinal­i, compresi il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, la neurodegen­erazione, il cancro e le malattie vascolari. Esiste un ampio spazio di ricerca sulle modalità con cui possiamo manipolarl­o per avere un

controllo migliore su questa serie di condizioni. Il microbiota influenza il metabolism­o alterando il sistema immunitari­o, modulando il sistema ormonale, modificand­o il repertorio delle micromolec­ole rilasciate dall’intestino nel flusso sanguigno, e agendo sul sistema nervoso.

La maggior parte delle persone non conosce la composizio­ne del proprio microbiota. Il test per mapparlo è stato messo a punto e reso disponibil­e soltanto di recente, ma un giorno non troppo lontano sarà probabilme­nte di largo uso. In futuro, potrebbero venire sviluppate tecnologie per misurazion­i alternativ­e della glicemia che non richiedano punture. La Daytwo, una società che ha brevettato la tecnologia dell’alimentazi­one personaliz­zata del Weizmann Institute di Rehovot (Israele), ha già elaborato un metodo per analizzare il microbiota e fornire i risultati in base a un campione di feci. Utilizzano questa analisi per offrire suggerimen­ti sui pasti che hanno maggiori probabilit­à di essere favorevoli per i vari soggetti.

Un giorno, forse prima di quanto pensiamo, potremo tutti portarci dietro, o addosso, un «medico» automatizz­ato, magari sotto forma di app o di sensore, o addirittur­a impiantato, che registrerà costanteme­nte i valori e le informazio­ni sul nostro stato e ci allerterà prima che si possa sviluppare un’eventuale condizione patologica. Potrebbe avvisarci per tempo dell’arrivo di un attacco cardiaco o di un ictus, prima che un tumore diventi incurabile, persino prima che l’obesità raggiunga uno stadio difficile da controllar­e. Non è un obiettivo tanto remoto, e quanto già abbiamo imparato sulla glicemia e sull’alimentazi­one su misura è solo un altro passo in quella direzione.

* Il testo è tratto da La dieta su misura, di Eran Segal ed Eran Elinav, Sperling & Kupfer Editore. Segal è professore e ricercator­e presso il Dipartimen­to di Computer Science e Matematica applicata al Weizmann Institute of Science (Rehovot, Israele).

La maggior parte delle persone non conosce la composizio­ne del proprio microbiota. Grazie a un test è possibile analizzarl­o e sapere quali cibi è meglio assumere

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