Sotto sorveglianza
Le immagini delle telecamere di sorveglianza, hackerate da un fotografo, mostrano IL MONDO SENZA L’UOMO. Perché anche le ultime terre di nessuno sono sotto osservazione.
UN VIAGGIO NELLA TERRA di nessuno, una profonda riflessione sulla natura ampia e pervasiva della sorveglianza nel mondo moderno. Per realizzare No man’s land: views from a surveillance state – progetto raccolto ora nella nuova monografia pubblicata da Daylight Books – il fotografo americano Marcus Desieno ha consultato le guide wikihow per l’hacking delle telecamere di sorveglianza, agendo poi su scala globale. Il risultato sono decine di migliaia di immagini da tutto il mondo (eccetto l’antartide). Paesaggi spopolati, fermi nel tempo, cieli che sembrano avvolti nella sabbia. E, ancora: rovi, praterie, boschi. La Terra, senza l’uomo. La tecnica sperimentata dall’autore risale al XIX secolo: una vecchia fotocamera di grande formato in legno con cui scattare gli screenshot catalogati sul desktop del computer, stampa su carta salata per una resa finale granulosa leggermente seppiata. LE IMMAGINI di Desieno fanno parte del nostro presente post-snowden. Da questa prospettiva No man’s land: views from a surveillance state è il lavoro di un archivista impegnato a catalogare il più grande apparato di controllo del pianeta. «Concentrarsi sul paesaggio ci dimostra quanto sia vasto il nostro stato di costante sorveglianza» spiega l’autore. «La fotocamera potrebbe essere ovunque, anche sul picco di una montagna, dove ci vogliono ore per raggiungere la meta e mai penseresti, una volta lì, che qualcuno possa guardarti». Cupe, misteriosi, assenti, le immagini smentiscono le nostre certezze, ridisegnando i confini della geografia umana in un mondo dove anche le ultime terre di nessuno sono osservate. E noi con loro.