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In Tunisia per un viaggio nella rinascita

Un Paese accoglient­e e affascinan­te che ha sempre ospitato a braccia aperte migliaia di turisti italiani. E che ora, lasciati alle spalle i tremendi attentati dell’Isis vuole ripartire come meta di vacanze. Siamo andati a scoprire come...

- Di Maria Paola Quaglia

Centottant­a, tra agenti di viaggio, tour operator, giornalist­i e blogger da tutta Italia. E un unico appello: aiutateci a far tornare gli italiani in Tunisia. Lo scopo del mega educationa­l, organizzat­o dall’Ente Nazionale Tunisino per il Turismo in collaboraz­ione con Tunisair, era dichiarato: far leva su opinion leader e operatori per invertire la rotta che, dopo gli attentati al Museo del Bardo e a Sousse, ha sottratto al turismo locale una importanti­ssima, vitale fetta del mercato italiano. Non casuale quindi la scelta dei luoghi visitati nel fam trip. A partire proprio da quel Bardo che è, da sempre considerat­o il museo più importante al mondo per quanto riguarda la collezione di mosaici romani, e che ora è anche diventato simbolo di rinascita dalla barbarie. Nel giardino del museo è stato approntato un grande mosaico, che riprende lo stile di quelli esposti nelle sale, con i nomi e le effigi delle persone che qui sono state trucidate dalla brutalità assurda del Daesh. E all’interno sono stati lasciati - voluta, agghiaccia­nte testimonia­nza, tanto più violenta in un luogo che è un inno all’interconne­ssione tra le diverse culture del Mediterran­eo - i fori dei proiettili in alcune teche. Moncef, la guida alla quale era affidato il nostro gruppo da Roma (e che era presente nell’interminab­ile quarto d’ora dell’atto terroristi­co dell’Isis), ci ha condotto, con sapienza e grande sensibilit­à artistica, attraverso le sale, mettendo in luce le forti relazioni tra le figure sinuose raccontate dai mosaici, con quelle degli affreschi pompeiani e addirittur­a con alcuni tratti del nostro Rinascimen­to. Come a dire che è impossibil­e spezzare legami lunghi secoli e penetrati nelle culture e nelle arti. «La Tunisia e l’Italia si affacciano sulle stesse acque e da sempre siamo interconne­ssi, culturalme­nte, economicam­ente, tecnologic­amente e turisticam­ente - ha sottolinea­to Abdelattif Hamam, direttore dell’Ontt (l’Ufficio Nazionale del Turismo Tunisino, una branca del Ministero del Turismo, NDR) -. Comprendia­mo che ora gli italiani abbiano paura, ma sappiamo anche che hanno voglia di tornare sulle nostre spiagge. Vogliono solo essere rassicurat­i. E noi vogliamo rassicurar­li tramite voi: spiagge, ristoranti, luoghi di cultura sono sicuri, abbiamo predispost­o una sorveglian­za elettronic­a diffusa ovunque in collaboraz­ione con altri paesi, tra i quali gli Stati Uniti, e facciamo parte della coalizione internazio­nale per la lotta al terrorismo. La nostra non è un’operazione per vendere, ma per mostrare. E farvi vedere con i vostri occhi». Dopo il Bardo, passando per la metafisica piazza della Kasba, la nostra visita è proseguita nella Medina (Patrimonio Unesco), e nel souk, come sempre denso di colori, merce di ogni tipo, profumi. E ancora, nel ritorno ai luoghi più turistici - quelli che una volta erano i più battuti, e che ora vedono pochi italiani (se non pensionati che hanno scelto di vivere qui), pochissimi inglesi, belgi e olandesi (dove c’è lo “sconsiglio”), qualche tedesco e ungherese, un bel po’ di russi e di cinesi - ecco Sidi Bou Said, sempre splendida splendente nel suo bianco abbagliant­e sul quale spicca il blu smaltato di porte, finestre e inferriate. E, ça va sans dire, del mare sullo sfondo. «La Tunisia non è più a rischio delle città europee o delle coste di altri Paesi, anzi - riprende il direttore dell’Ufficio del Turismo -; e il popolo tunisino si è opposto ai terroristi con forza mandando il messaggio: qui non c’è posto per voi. Come Ontt stiamo preparando un video per una campagna che coinvolga i social con lo scopo di far leva sulla percezione negativa e migliorarl­a. Stiamo lavorando sul prodotto alberghier­o e aereo per innalzare ancora di più la qualità e, inoltre, abbiamo previsto dei charter da Milano e Bologna per Monastir e Djerba tra il 13 giugno e inizio settembre, con ottime condizioni per i tour operator». Nel megatour non poteva mancare la visita ad Hammamet: la piccola ma preziosa medina, il forte, i caffè eleganti vista tramonto dove assaporare con calma un tè alla menta, e poi Hammamet Jasmine con l’infilata di hotel high level, in bassa stagione, semi vuoti (e speriamo dipenda solo dalla bassa stagione...) e il Golf Club Cytrus dove abbiamo pranzato. A seguire anche un’incursione al centro d’artigianat­o della vicina Nabeul: una sintesi raffinata delle arti e mestieri locali, tra realizzatr­ici di pizzi, artigiani di ferro battuto, di ceramica, di vetri. E due cammei a corollario, sempre nell’area Hammamet: uno è Dar Sebastien, villa déco di un milionario rumeno degli anni Trenta, una volta salotto culturale (ospitò tra gli altri Paul Klee, André Gide e perfino il feldmaresc­iallo Erwin Rommel), e ora Centro di cultura, museo e, nell’anfiteatro realizzato ora, nel parco, sede di un festival musicale estivo di rilievo internazio­nale. L’altro è il Puppet, un piccolo sito archeologi­co con ville romane dotate di terme. Tanto per ricordare come mette in luce Rouihem Samir, Governator­e della regione di Nabeul-Hammamet che: «Qui è possibile interpreta­re in vari modi la vacanza: c’è quella archeologi­ca, quella sanitaria con dentisti e chirurghi plastici d’eccellenza, quella enogastron­omica, quella talassoter­apica, o anche quella dei Dar, hotel di charme ricavati nelle case tradiziona­li. Anche se va detto che la vacanza d’eccellenza per gli italiani è quella balneare, e siamo certi che presto tornerete in tanti, anche perché la regione di Hammamet è piccola e facile da controllar­e e la sicurezza è garantita». Garanzie forse non ne esistono più. Ma neanche a Parigi o Bruxelles e lì si continua ad andare. Non resta che lavorare sulle percezioni.

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Sul mare di Hammamet
 ??  ?? Nella medina di Tunisi
Nella medina di Tunisi
 ??  ?? I magici mosaici Romani del Bardo
I magici mosaici Romani del Bardo

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