Il turismo in guerra contro il virus
Il settore non perde tempo e attiva tutte le risorse a disposizione
Già in tempi non sospetti, circa una settimana fa, la presidente di Fiavet Ivana Jelenic era stata chiara: “Sono indispensabili misure straordinarie perché i danni che prevedevamo sul nostro comparto hanno già superato le aspettative e si rendono necessarie risposte urgenti per vincere questa guerra
in tempi non sospetti, circa una settimana fa, Fiavet era stata chiara: “Sono indispensabili misure straordinarie perché i danni che prevedevamo sul nostro comparto hanno già superato le aspettative e si rendono necessarie risposte urgenti”, aveva detto la presidente Fiavet Ivana Jelinic. “Molte persone pensano al turismo solo per l’attrattiva che abbiamo per i viaggiatori che arrivano in Italia, ma in quel 13% del nostro Pil ci sono tantissime aziende che lavorano in outgoing, ovvero per le vacanze degli italiani all’estero – aveva aggiunto Ivana Jelinic – lo stop all’ingresso di cittadini italiani in moltissimi Paesi del mondo, genera un danno senza precedenti per il comparto con l’azzeramento delle prenotazioni primaverili”. Adesso purtroppo abbiamo superato anche quella situazione già tragica: oggi l’Italia è chiusa e con lei anche il turismo, per non parlare di alberghi, villaggi, operatori e, naturalmente, agenzie viaggi. Quindi che cosa si può fare? “Bisogna continuare a fare pressione sul governo e sul pubblico – ha in questi giorni nei quali la situazione è precipitata rilanciato sempre la Jelenic – in modo che il salvataggio del turismo e delle aziende ad esso collegate, tutte quante, resti in cima alle priorità delle istituzioni”. Per fortuna allora diverse misure sono già allo studio del governo per far fronte alle pesanti conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus. Tutte novità che saranno valide sull’intero territorio italiano. Tra queste allora dovrebbe essere previsto il potenziamento della cassa integrazione in deroga e del fondo d’integrazione salariale (Fis) con un’estensione della platea delle imprese interessate alle società con cinque o meno dipendenti. Poi dovrebbe essere previsto anche un rafforzamento dei sussidi ai lavoratori stagionali. Il tutto, secondo quanto annunciato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si andrebbe a inserire nel contesto degli investimenti per 12 miliardi di euro che il governo dovrebbe stanziare in una prima fase. Mentre alla fine il totale delle misure per l’economia italiana tutta dovrebbe raggiungere la cifra record di 25 miliardi di euro. “In questa emergenza – ha voluto sottolineare Gabriele Milani, direttore di Fto - sia agenti di viaggi che tour operator stanno già svolgendo un lavoro straordinario di assistenza ai viaggiatori. Per questo è importante ancora ribadire che tutti provvedimenti restrittivi emessi devono essere accompagnati da urgenti misure economiche compensative, anche a favore della fiGià liera del turismo”. Nell’immediato però purtroppo le agenzie di viaggio hanno a che fare con un nuovo stress legato al terremoto di cancellazioni, riprotezioni e voucher. Una situazione completamente nuova che ha richiesto la messa in campo di misure eccezionali per tutti. A partire proprio dal sistema dei voucher che è quello che permette, limitatamente all’eccezionale situazione legata al coronavirus, di rimborsare il cliente non in contanti ma anche tramite appunto un “buono” da consumare quando la situazione sarà tornata alla normalità. D’altronde in questa situazione drammatica nessuna agenzia di viaggio sarebbe in grado di rimborsare il grandissimo numero di cancellazioni entro 14 giorni (come previsto dalla legge), senza nello stesso tempo dichiarare fallimento. Nei giorni scorsi intanto, Ciset, il Centro internazionale studi sull’economia del turismo aveva provato a elaborare, su dati di Banca d’Italia, le stime riguardanti gli effetti dell’emergenza Coronavirus sul turismo nelle aree del Nord Italia che sono state colpite dall’epidemia. Nelle 5 regioni coinvolte (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia) è plausibile che nel periodo che va da marzo a maggio, si assista a una contrazione massima degli introiti totali per turismo internazionale pari a circa 2,5 miliardi di euro corrispondente a un -50% per le regioni coinvolte, percentuale registrata anche in casi simili come l’emergenza da Sars. Qualora altre regioni dovessero essere coinvolte e la contrazione finisse per interessare l’intero territorio nazionale, ma con intensità inferiore stimabile al -30% medio, si può valutare che la perdita per la stagione primaverile possa salire complessivamente fino a un massimo di 4,6 miliardi di euro, rispetto a una stima tendenziale annuale di 46 miliardi di euro nel 2020. Insomma bisogna agire in fretta.