Startup e turismo:
Intervistato dal direttore diTTG Italia,Gabriele Burgio,a.d.e presidente
nnovare per affrontare il futuro. Cambiando, evolvendosi, rimettendo in totale discussione i processi consolidati. Perché “l’innovazione, o la fai o sei morto”.
Parola di Gabriele Burgio,presidente e amministratore delegato di Alpitour World, che non usa mezzi termini nell’inquadrare la sfida che si pone di fronte alle aziende del turismo.
Un messaggio chiaro, lanciato dal numero uno di Alpitour dal palco del ReTourism, l’evento svoltosi a Torino nei giorni scorsi, organizzato in collaborazione con 3040ReGeneration e dedicato alle startup, ne l corso dell’intervista di apertu- ra con il direttore di TTG Italia Remo Vangelista.
Un investimento, quello sulle imprese emergenti, che non è nuovo per Alpitour, e che fa seguito allo Shift-Hack Travel dello scorso dicembre. Per 3040ReGeneration, invece, si tratta del terzo pitch: in passato i settori al centro erano stati la moda, con ReFashion e il cibo, con ReFood.“Sono i tre asset fondamentali su cui l’Italia deve puntare per creare sviluppo” sottolinea Sebastiano Peluso, cofondatore di 3040Regeneration.
“Così immagino il domani”
Sarà perché la platea all’ascolto è fatta di giovani innovatori, ma il presidente Burgio non ha peli sulla lingua nel raccontare come è cambiata e come ancora cambierà l’azienda di cui è alla guida da quattro anni.
Dice infatti che l’intermediazione pura gli dà un po’ di panico e che non gli interessa il fatto che“il nostro progetto incoming con la Cina non piaccia”. Non ha peli sulla lingua neanche quando parla dell’azienda che ha trovato, quattro anni fa, al momento del proprio insediamento:“Alpitour era un grosso dinosauro addormentato, soddisfatto del successo che gli derivava dall’essere alla guida del mercato da 60 anni, ottenuto senza sforzi: bisognava cambiare drasticamente”.
È partita da questa consapevolezza la scelta di dar vita alla ‘Room of change’, poi divenuta ‘Room for change’, una sorta di incubatore interno all’azienda per tracciare la nuova rotta.“Le alternative per dare una svolta, del resto, non sono molte: o prendi una grande società esterna che ti guidi, oppure il cambiamento lo avvii dall’interno”. Fermo restando che l’Alpitour di quattro anni fa,“era comunque una realtà con una grande capacità di creare prodotti: avevamo buone basi per crescere, ma la sfida è sempre quella del cambiamento”.
La rotta dell’evoluzione
E così è stato fatto.“Abbiamo assunto personale con meno di 40 anni, snellito i sistemi di prenotazione, ridotto i tempi di attesa, razionalizzato le spese”. Si è trattatto di un’operazione “aperta a tutti i dipendenti dell’azienda, per far sentire davvero parte del rinnovamento chiunque lo volesse - ripercorre Burgio -: e analizzando i processi ci siamo resi conto che abbiamo portato a casa 18 milioni di euro di risparmi”.
Perché poi, raccontare alle realtà emergenti del turismo cosa voglia dire fare davvero impresa, significa anche masticare i numeri:“Quattro anni fa l’azienda registrava circa 40 milioni di euro di utili operativi, poi in queste ultime stagioni abbiamo perso il contributo di prodotti cardine come l’Egitto, che da solo generava nel complesso un milione di italiani l’anno - ripercorre Burgio -.Allora abbiamo dovuto reinventarci, ma ora siamo di nuovo vicini a quella quota di profitti”.
Un risultato che è stato raggiunto “lavorando soprattutto sul pricing e andando alla ricerca continua di formule diverse:‘Meno di domani e più di ieri’ insomma”. Alpitour ha promosso l’evento ReTourism, organizzato in collaborazione con l’associazione no-profit 3040ReGeneration. L’evento ha coinvolto 15 startup del turismo, su 50 candidate, e circa 40 fra mentor e investor e si è aperto con l’intervista del direttore di TTG Italia Remo Vangelista al presidente e a.d. di Alpitour World, Gabriele Burgio. Dopo Shift-Hack Travel dello scorso dicembre, per Alpitour è il secondo appuntamento dedicato alle startup