Serra, Quality Group: «Restiamo artigiani»
I player del consorzio mantengono intatta la propria identità tailor made
L’evoluzione
Nel 2001 arriva la prima sede in corso Venezia a Torino e due anni dopo, nel 2003, la trasformazione ufficiale in consorzio: la macchina inizia a ingranare.
Nel 2011 Patagonia World, guidata da Marco Olivero, decide di uscire dal consorzio e al suo posto arrivano altri tre t.o.: Latitud Patagonia, Exotic Tour e Discover Australia. A quel punto, ricorda Serra,“serviva un cambiamento totale, quindi nel corso del 2014 abbiamo fatto entrare nel consorzio tutte le società”.
Oggi e domani
Oggi il Quality conta un totale di otto soci (Mistral, Il Diamante,America World, Latitud Patagonia, Europa World, Discover Australia, Brasil World, Exotic Tour), sotto la direzione commerciale di Marco Peci,“che insieme a me e Bomben ha contribuito a fondare il consorzio”. Ai singoli tour operator è affidata la programmazione e la gestione economica oltre che del personale, mentre il Quality si occupa degli aspetti commerciali, informatici e di marketing. “Tutte le spese comuni vengono suddivise in base all’apporto di fatturato di ciascuno: chi più guadagna più paga, così diminuisce il rischio d’impresa”.
Idem per le decisioni: per essere approvate devono avere il sostegno di almeno cinque soci e rappresentare più del 50 per cento del fatturato totale.
Innovazione
La strategia messa in campo dal consorzio oggi sta vivendo una fase di “innovazione come mai in passato: stiamo riumanizzando noi stessi.Abbiamo preso consapevolezza di quel che siamo sempre stati: t.o. artigiani dalla mentalità operativa, legati a certi valori più che alle politiche di marketing”.Tra dieci anni, sottolinea,“sarò sempre in prima linea a fare questo lavoro, come non lo so: il modo migliore è assecondare il cambiamento giorno per giorno”. E aggiunge:“Poi siamo torinesi, imbevuti di politica understatement. Il nostro motto è quello di Ferrero, che diceva: figlioli, non diamo nell’occhio”.