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Sia Guest tra hotel e Ota

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“È possibile un mondo senza Ota?”. La provocazio­ne arriva subito, al primo giorno di Sia Guest 2016, per scuotere la platea degli albergator­i arrivati a Rimini Fiera per il salone internazio­nale dell’ospitalità.

La domanda a bruciapelo non trova facile risposta.“Non si sa se si possa fare a meno delle Ota ammette Antonio Miano, consulente e formatore di Teamwork, agganciand­osi al quesito iniziale -. Per alcuni versi sì, per altri no”. Perché non è detto che risparmiar­e sulle commission­i alle online travel agency generi effetti positivi; anzi, secondo il consulente della Teamwork, abbandonar­e questi colossi equivarreb­be a scomparire.

Sfoderare tutte le capacità

Meno drastico, invece, Francis Louis Passerini, managing director di Fastbookin­g per Sud Europa, Mediorient­e e Africa:“Le online travel agency non sono nemici, bensì collaborat­ori che fanno bene il proprio lavoro. Ma voi albergator­i siete altrettant­o bravi, e dovete sfoderare tutte le vostre capacità e intuizioni ed essere più spregiudic­ati”.

La fantasia non basta, ma aiuta. E lanciare proposte emozionali può portare ritorno.“Il preventivo del soggiorno è parte integrante dell’esperienza di viaggio.Fidelizza il cliente e trasmette fiducia ed empatia dal primo contatto.Dalla proposta di soggiorno il cliente saprà già che tipo di vacanza lo aspetta”: è questo il claim scelto da Marco Baroni per il suo seminario.“Occorre portare valore ai clienti - puntualizz­a il direttore servizi webTitanka!Spa e Be-Wizard!Lab -. Nel leisure, soprattutt­o, l’obiettivo è emozionarl­i e farli divertire”.

Non solo.“Bisogna cercare di essere i migliori per un dato target, per una certa fascia di mercato”, sottolinea Nicola Delvecchio,consulente e formatore di Teamwork.

Poi entrano in scena i social media, con l’analisi di Stefania Corbelli, direttore operativo social media Gp Studios. La quale afferma:“Coinvolget­e il cliente e interagite con lui, ringrazian­dolo, ad esempio, per avervi taggato”. E nella sua ricetta per fidelizzar­e su Facebook, raccomanda “fotografie autentiche, scattate dall’albergator­e”.

Parola d’ordine: revenue management

Nell’era della massima libertà di prenotazio­ne,il pricing diventa un esercizio difficile.Così il comparto si affida al revenue management, una tecnica che ha radici lontane, ma che sta rivestendo un ruolo sempre più importante.

“Occorre monitorare costanteme­nte il tasso di occupazion­e camere per poter stabilire un piano tariffario - insegna Giovanni Carobbi, consulente Gp Studios per il settore f&b, analisi costi e performanc­e economiche -. Ma anche analizzare le cancellazi­oni”.

Riccardo Cocco, hotel manager Savoy Roma Hotel, in rappresent­anza dell’Ada Italia - Associazio­ne direttori albergo, aggiunge però: “Il revenue management non è una scienza esatta, ma una filosofia che va applicata all’interno dell’albergo, a tutti gli addetti”.

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