TTG Italia

Le nuove strategie fra sport e adventure

L’ente del turismo sta lavorando su prodotti differenti rispetto al solo mare

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“Di 24 nazioni dei Caraibi, oltre 17 hanno visto una crescita che varia dal 3 al 14 per cento,anche se ci sono stati alcuni cali”. Carol Hay, director of marketing per l’Europa della Caribbean Turism Organizati­on, è soddisfatt­a della stagione estiva che da gennaio a settembre ha fatto registrare buoni risultati. “Quello dei Caraibi è un brand forte in molti mercati, ma sappiamo di dover continuare a lavorare” spiega Hay, indicando tre direzioni principali per migliorare e incrementa­re i flussi nell’area caraibica: “Faremo promozione nelle fiere, inizieremo roadshow per tour operator e agenzie di viaggi e condurremo una campagna stampa con notizie e aggiorname­nti nella lingua del mercato di riferiment­o”. Stati Uniti e Canada si confermano i primi due Paesi per numero di presenze. Per quel che riguarda l’Europa, invece, la classifica dei mercati vede in testa il Regno Unito, seguito da Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Italia. Per potenziare il turismo e migliorare la promozione di un area geografica che include circa 30 Paesi diversi, i Caraibi puntano su tre aspetti chiave: cultura, spiagge e adventure.“Abbiamo un forte retaggio e quando si arriva nei Caraibi non ci si può confondere con altri luoghi: il cibo, la musica, le persone sono unici”. Importanti poi le spiagge “tra le più belle del mondo,tutte spettacola­ri.Ma dobbiamo puntare - precisa Hay - su un terzo fattore: non si viene nei Caraibi solo per stare sdraiati in spiaggia. La natura delle nostre isole offre opportunit­à per immersioni, trekking, scalate, zip line. Si può fare sport su terra,in aria e sott’acqua”.L’idea,dunque, è anche quella di sfuttare il filone adventure che tanto successo sta riscuotend­o. La sfida per l’ente è quella di avere budget sufficient­e per raggiunger­e tutti i target, scegliendo segmenti precisi, e per promuovere le isole meno conosciute. “Tutti conoscono le Bahamas, la Giamaica, Cuba, ma ci sono anche Caraibi meno conosciuti e altrettant­o belli sui quali vogliamo sviluppare i flussi”.

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