Uvet pronta a fare shopping
Un futuro di crescita all’insegna delle acquisizioni. Guardando all’estero e puntando a realtà attive nel business travel, ma anche nel leisure, nell’hôtellerie e nel settore eventi. Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet, rilancia la sfida al mercato per continuare la scalata e non fa mistero di quali siano i prossimi passi da attuare per crescere.
Il presidente sta infatti tenendo d’occhio in maniera molto ravvicinata “un player online europeo che fa dynamic packaging”rivela, misurando le parole, in occasione del Biz Travel Forum, svoltosi nei giorni scorsi a Milano. Lo sguardo è puntato oltreconfine,“perché ci sono aziende con vantaggi tecnologici avanzati che possono fruttare in Italia. Il mercato dei pacchetti è importante - spiega Patané -: siamo intenzionati a crescere, oltre che nel business travel, anche nel leisure, nell’hotellerie e nel settore eventi”. Solo lo scorso mese di marzo Patanè aveva concluso una joint venture con Zhong Xin Investment, parte del Gruppo Yong Cheng (attivo in diversi settori, dalle televisioni al tour operating), di cui Uvet detiene il 51 per cento, e che intende portare in Italia 500mila turisti cinesi nel 2018.
Operazioni in arrivo
Sul fronte italiano, comunque, la partita dello shopping non è conclusa. Due mesi dopo l'operazione cinese, a maggio, Uvet ha concluso una joint venture con Open Travel Network, che ha portato in dote 500 agenzie alla rete, e per il prossimo futuro l'attenzione è focalizzata sui servizi:“Sto pensando di acquisire un’azienda in Italia per integrare la filiera di servizi che offriamo”.
Meno precisi i primi dettagli rispetto alle mosse che Patanè intende effettuare in ambito alberghiero. Per il momento, le strutture sono quattro. Ma il presidente non sembra proprio volersi fermare qui.“Vogliamo avere una ventina di alberghi in gestione” ha dichiarato al Corriere della Sera pochi giorni prima del Biz. Un obiettivo da raggiungere in quattro-cinque anni, secondo quanto precisato dal manager. Il portfolio di Club Viaggi Resort, che al momento comprende le strutture di Santo Stefano,Villasimius, Pantelleria e Watamu, in Kenya (il Twiga Beach, rilevato da Valtur), è dunque destinato a crescere in tempi brevi. Sarebbero inoltre in corso trattative con un paio di attività ricettive candidate a entrare nel catalogo della controllata di Uvet.
Le ambizioni incoming
Oltre alle acquisizioni, Patanè ha in mente altro.Anzitutto aumentare il numero delle agenzie aderenti al Fondo di Garanzia, e contestualmente spingere sul turismo incoming con modalità innovative.
“Il Fondo sta andando molto bene - afferma, tracciando un bilancio -. Qualcuno doveva prendersi questo cerino e noi ci siamo fatti avanti, correndo dei rischi: penso che nel 2017 arriveremo a 2mila adv aderenti”.
Un obiettivo che guarda al futuro dell'intero settore turistico, al pari della partecipazione al Piano per il turismo, in via di definizione al Mibact.“Il ministro Dario Franceschini ha coinvolto tutte le componenti sociali. Si è trattato di un tavolo affollato - ripercorre il numero uno di Uvet - e abbiamo cercato di trasferire al Governo l’idea su ciò che potrebbe essere il turismo oggi, cioè un asse tra pubblico e privato”.Allo stesso modo, infatti, si potrebbe ripensare il turismo incoming per rilanciare zone dell’Italia in difficoltà, come quelle terremotate. “Bisognerebbe fare comunicazione al contrario: far andare i turisti lì, non nascondere quelle aree. Non bisogna far finta che quei luoghi non esistano più perché sono distrutti, ma usare il valore aggiunto dei turisti, rendendoli parte attiva della ricostruzione”. Il Santo Stefano Resort, Sardegna: i piani parlano di un portafoglio strutture in crescita Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet Il Twiga Beach di Watamu, in Kenya