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Visti Usa: ora si dichiarano i social

Nel questionar­io per l’Esta sono state introdotte anche le domande legate ai profili online dei turisti

- Lino Vuotto

Il 2016 si è chiuso con un’importante novità sul fronte del Visa Waiver Program, il processo di registrazi­one online dell’Esta per ottenere via web il visto di ingresso negli Stati Uniti operativo su 38 Paesi, tra cui l’Italia.A partire dalla metà del mese di dicembre, infatti, lo Us Customs and Border Protection (Cbp) ha introdotto una parte aggiuntiva nel questionar­io da compilare da parte dei turisti che si vogliono recare negli States, vale a dire le informazio­ni associate alla presenza online dei singoli e in particolar­e all’identità sui social network.

Stretta sulla sicurezza

Una mossa voluta dal Cbp per rinforzare ulteriorme­nte le misure di sicurezza grazie all’analisi appunto dell’attività social dei singoli: uno screening che consente di verificare che questa non sia legata ad attività terroristi­che.Tra l’altro il tema del monitoragg­io delle attività social in quest’ottica è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del presidente entrante Donald Trump, che non ha fatto mistero della volontà di volere imporre un freno agli ingressi degli immigrati nel Paese una volta in carica.

Il cittadino deve indicare tutti gli account social in suo possesso: dovranno così essere segnalati profili Facebook e Twitter, ma anche Instagram,Google+,Vine,YouTube,Tumblr, LinkedIn e Flickr. Allo stato attuale, le domande sul questionar­io da compilare risultano facoltativ­e e lo Us Customs and Border Protection ha voluto precisare che in caso di assenza di indicazion­i sui social da parte dei turisti questo non precluderà la concession­e dell’Esta.

Inoltre, proprio per la natura a volte ambigua dei post che i singoli inseriscon­o nelle proprie pagine social, un altro chiariment­o del Cbp specifica che le informazio­ne legate ai social media da sole non sono sufficient­i per arrivare al diniego del permesso di ingresso, che quindi dovrà essere accompagna­to da altre motivazion­i ed elementi a supporto.

Per l’Esta si tratta della terza modifica in poco più di un anno: a dicembre 2015, infatti, era stato introdotto il veto per chi aveva viaggiato in alcuni Paesi considerat­i a rischio, come Iraq, Siria, Suda, Libia, Somalia e Yemen (per questi si rende necessario infatti il timbro sul passaporto). Nello scorso mesi di aprile, invece, era stato introdotto il via libera esclusivam­ente ai possessori di passaporto elettronic­o.

Le conseguenz­e

La nuova misura legata al Visa Waiver Program è destinata ad avere ripercussi­oni sui flussi turistici verso gli Stati Uniti da quelli che, numeri alla mano, sono i principali bacini di arrivi internazio­nali? Difficile fare previsioni al momento,anche se i timori da parte delle associazio­ni di categria esistono, anche in virtù del calo fatto registrare nella prima metà del 2016, il primo dopo diversi anni di crescita.Una contrazion­e che ha colpito anche il mercato italiano,che fino al mese di luglio è diminuito di oltre 5 punti percentual­i.

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