Ernesto Preatoni: «Così è nata Sharm el Sheikh»
Come trasformare un non luogo in mezzo al deserto in un fenomeno turistico: l’ imprenditore raccontala storia delle origini del Domina Coral Bay,simbolo della località più famosa del Mar Rosso
“Non c’era nulla. Ma sole e mare erano fantastici, meravigliosi: avevo capito subito che si trattava di un grande business”. Ernesto Preatoni, l’imprenditore italiano noto oggi come l’inventore di Sharm el Sheikh, descrive così il suo primo impatto con la costa del Mar Rosso.
Un’emozione forte, di quelle destinate a lasciare il segno: da quel giorno del 1991, infatti, prese forma nella sua mente il desiderio di avviare l’operazione che portò alla nascita del Coral Bay, il più grande resort della regione, vero e proprio trampolino di lancio di quella che sarebbe diventata la località turistica più famosa di tutto l’Egitto.
I pionieri sono stati gli israeliani
In realtà il processo di sviluppo dell’area intorno alla quale sorgeva il piccolo villaggio di pescatori di Sharm aveva già avuto inizio alla fine degli anni Ottanta, dopo gli accordi di Camp David che avevano messo la parola fine al conflitto tra Egitto e Israele. Prima di quella data nella zona non c’erano che alberghi israeliani risalenti ai tempi dell’occupazione del Sinai, negli anni Settanta.Allora, infatti, Sharm si chiamava Ophira ed era una colonia israeliana.
Dopo la fine della guerra, gli egiziani ripresero il lavoro lasciato incompiuto, ma gli investimenti erano ancora sporadici: fu l’intuizione di Preatoni a far decollare definitivamente la località.
Un amore a prima vista, il suo, nato da una casualità. L’imprenditore, infatti, nel 1991 possedeva una fabbrica di prodotti chimici vicino al Cairo. Così, per seguire i suoi affari, si recò in Egitto e un giorno si spostò a Hurgada, dove decise di noleggiare un elicottero per dare un’occhiata dall’alto a quelle terre. Quindici giorni dopo era già di ritorno e fu allora che scoprì, sulla punta meridionale della penisola del Sinai, una baia unica, un pezzo di deserto che degradava su una spiaggia di 1600 metri.
“Avevo davanti a me la perfezione - dice Preatoni sul suo sito ufficiale -.Immediatamente pensai che fosse la baia dei miei sogni, quella fatta per me. Vi era, e vi è, una barriera corallina da tutte le parti, due spiagge sterminate, era terrazzata in modo da avere vista mare da ogni angolo di osservazione ”. Allora andò dal governatore del Sud Sinai ,“che mi rispose :‘ Fate quello che volete. Tanto è deserto’. Cominciò l’avventura”. Non fu facile scoprire il proprietario di quel milione di mq di terreno, ma alla fine ci riuscì: si trattava di un professore universitario di aerodinamica, che tutt’oggi è presente nell’operazione con il 3 per cento delle quote. I terreni, all’epoca, lì costavano poco, essendo non coltivabili e privi di servizi:“E pensare - considera l’imprenditore - che oggi, in aree della zona meno belle di Coral Bay, vengono valutati mille sterline al metro quadro”.
Per lanciare la sua nuova creatura, Preatoni si presentò ai giornalisti accompagnato da due star che, all’epoca, erano all’apice della carriera:Alba Parietti e Omar Sharif.“Furono loro la carta vincente - commenta l’imprenditore -. Cominciai a organizzare qualche aereo di giornalisti e possibili acquirenti degli immobili, portandoli sul posto. Rimanevano tutti colpiti”, anche se allora non c’erano servizi: basti pensare che, in assenza di ristoranti, Preatoni si era organizzato con pescatori locali e organizzava anche cene nelle tende dei beduini, che erano diventati suoi amici.“Funzionò - ricorda -: le prime 15 ville vennero vendute subito e l’investimento decollò”.
Nel maggio 1994 il debutto, con le prime 300 camere dell’Hotel Oasis: la strada per lo sviluppo era spianata. Poco alla volta il resort assunse le dimensioni che ha oggi, con 1.900 camere divise in sette hotel; oltre all’Oasis ci sono, infatti, l’Aquamarine, il Sultan, l’Harem, l’Elisir, il King e, da ultimo, il Presti- ge, lussuoso cinque stelle superi or. All’ interno del complesso, anche 100 ville e 200 appartamenti, oltre a 12 ristoranti, 13 bar e 8 piscine.
Il rovescio della medaglia
Con il successo, però, arriva anche il rovescio della medaglia: il boom turistico di Sharm e la sua massificazione :“Man mano che avevamo successo - spiega Preatoni - gli egiziani si buttavano tutti a investire, creando un numero di camere esagerato”. Nel giro di poco più di vent’anni il vecchio villaggio di pescatori è dunque diventato la località dell’Egitto con più hotel: secondo le rilevazioni della Camera di Commercio ora sono 180 con 51.100 camere; seguono Il Cairo con 157 alberghi e 27mila camere e Hurgada, con un totale di 147 hotel e 47.100 camere.
L’exploit della ricettività ha avuto come diretta conseguenza, secondo P re atoni ,“l’ abbattimento delle tariffe e, di conseguenza, dell’immagine della località”.
Si chiamava Ophira ed era di Israele Tremila italiani a fine anno nel villaggio