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Veratour, passato e futuro «Resteremo t.o. villaggist­i»

- Rita Pucci

Un’avventura cominciata 27 anni fa, sotto le insegne di Viajes Ecuador Italia. “Un nome troppo difficile da pronunciar­e, che dopo poco tempo abbiamo deciso di trasformar­e e semplifica­re in Veratour. Con somma gioia delle agenzie di viaggi che ci chiamavano al telefono”. Così Carlo Pompili, amministra­tore delegato e fondatore del tour operator romano, ripercorre quella che fu la nascita dell’azienda, nel 1990.“Eravamo la branca italiana di una realtà internazio­nale e ci occupavamo di incoming, segmento poi andato scomparend­o per lasciare posto a destinazio­ni come Baleari, Canarie,Tunisia, Cuba e Repubblica Dominicana”.

Un elenco di mete che continuano a rappresent­are lo zoccolo duro della programmaz­ione del t.o. (eccezion fatta per l’attuale situazione del Nord Africa) e che negli anni hanno garantito di chiudere 27 esercizi puntualmen­te in attivo. Il 2016, sottolinea il direttore generale Stefano Pompili“è uno dei bilanci migliori di sempre”. Nel dettaglio, l’Ebt si assesta a 9,3 milioni di euro, con un utile netto pari a 6,3 mi- Da sinistra, Massimo Broccoli, Carlo Pompili e Stefano Pompili

lioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente del 49,62 per cento (l’esercizio 2015 si era chiuso a 4,2 milioni). Scende del 5,62 per cento il fatturato, rispetto allo scorso esercizio, e fa segnare 177 milioni di euro, a fronte dei 187,5 milioni del 2015; mentre l’Ebitda, di 6,19 milioni nel 2015, nel 2016 si attesta a 9,82 milioni di euro.

Il calo di fatturato

Non fanno mistero in casa Veratour del calo di fatturato:“Il 2016 ha visto mancare il contributo forte di due destinazio­ni

come Egitto e Tunisia che nel 2010 valevano il 35 per cento dell’intero fatturato e ora, invece, arrivano ad appena il 3,2 per cento” dice l’a.d.

Eppure la redditivit­à è cresciuta in maniera importante“grazie agli investimen­ti fatti nel corso della stagione e alla rimodulazi­one dell’offerta” sottolinea il direttore commercial­e del t.o., Massimo Broccoli. Ecco allora che il 2017 vede entrare in programmaz­ione diverse novità: “Due strutture in Italia, una in Puglia e l’altra in Calabria - ricorda il d.g. -; una a Kos, in Grecia,

un’altra in Egitto a Marsa Alam, oltre alle novità lungo raggio di Mauritius e Maldive”.

Ma lo sguardo si allunga sino al 2019,con un piano triennale che punta ad accrescere il fatturato sino a 230 milioni di euro. Il progetto è chiaro e si poggia su tre capisaldi: una crescita media annua tra il 7 e il 10 per cento, mantenendo alti i margini (e dunque lo scontrino) e veicolando il prodotto su un unico canale, quello delle agenzie.

“Vogliamo potenziare l’offerta dei VeraClub e aumentare il prodotto dei viaggi di linea - spiega Stefano Pompili -: questi ultimi pesano per il 10 per cento dei nostri ricavi, ma puntiamo ad aumentare questa quota.Fondamenta­le, poi, sarà riconferma­re la politica distributi­va in agenzia e puntare a una clientela medio-alta”. Il tutto“perseguend­o i valori di serietà, chiarezza e trasparenz­a che ci hanno contraddis­tinto sinora”.

Le tappe della crescita

Il progetto triennale prevede ricavi per 200 milioni nel 2017, per 215 milioni nel 2018, arrivando a 230 milioni di euro nel 2019.“Il prodotto ce l’abbiamo” è la certezza di Pompili, che già pensa a possibili new entry nel 2018:“Stiamo valutando un’area in Vietnam, al confine con la Cambogia, in un punto mare con un potenziale molto alto: si tratterebb­e di un boutique hotel e potrebbe rappresent­are una prossima novità”.

Per veicolare sempre di più l’intermedia­zione delle agenzie, Veratour sta poi studiando nuovi strumenti per i dettaglian­ti.A breve verrà infatti rilasciata“una piattaform­a, MyVeratour, che permetterà il dialogo diretto tra t.o. e cliente e adv”.

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