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I Paesi Asean si uniscono Uno scrigno con 50 viaggi

L’iniziativa speciale elaborata dai dieci Stati in occasione del cinquanten­nale dell’associazio­ne

- Pamela McCourt Francescon­e

È partita dalla fiera Atf di Singapore la nuova sfida dei Paesi Asean per lo sviluppo del turismo internazio­nale: una campagna di cinquanta pacchetti, lanciata dai ministri del turismo dei dieci Paesi aderenti all’associazio­ne, che quest’anno compie 50 anni.

“Visit Asean@50”, questo il nome dell’iniziativa, ha come obiettivo attirare 121 milioni di visitatori nel 2017 (nel 2015 gli arrivi nella regione sono stati 108 milioni) con cinquanta esperienze di viaggio sviluppate dalle dieci organizzaz­ioni turistiche nazionali. Itinerari che, nell’arco dell’anno, saranno promossi nella grandi fiere tramite partner internazio­nali e sui social media.

Focus sui viaggi via mare

L'Asean sta puntando con determinaz­ione sul turismo delle crociere per incrementa­re gli arrivi con un traguardo di 4,5 milioni di arrivi nel 2035 contro i 450mila dell’anno scorso.

Vietnam, Indonesia e Filippine i Paesi all’avanguardi­a nel settore delle grandi crociere mentre il Myanmar dove, nel 2016, sono arrivate 23 navi da crociera, sta investendo nella realizzazi­one di nuovi terminal in grado di ricevere i giganti del mare.

Riflettori puntati anche sull’emergente settore homestay e sul turismo rurale, in rapida espansione nei dieci Paesi Asean.A Singapore sono stati assegnati riconoscim­enti a 28 tra alloggi in famiglia e piccole strutture ricettive per la qualità dei servizi nell’ambito del programma comune per promuovere lo sviluppo del turismo community-based.

Obiettivo formazione

Con l’obiettivo di facilitare gli spostament­i per turismo tra Myanmar e Thailandia il ministro degli Alberghi e Turismo del Myanmar U Ohn Maung ha annunciato la firma del memorandum d’intesa‘Two Countries. One Destinatio­n’ con la Thailandia.

Per U Ohn Maung urgono anche investimen­ti nella formazione alberghier­a, nel turismo rurale e nello sviluppo delle isole meridional­i.“Nell’arcipelago Mergui, non lontano dal confine con la Thailandia - ha spiegato -, intendiamo limitare lo sviluppo di nuove infrastrut­ture turistiche a circa 80 delle nostre 800 isole. Sono paradisi naturali che vanno protetti”.

Ma il Myanmar punta anche ad altre forme di turismo:“Abbiamo attualment­e allo studio un progetto per sviluppare il turismo invernale a Putao, nello stato settentrio­nale del Kachin, che diventerà la prima stazione sciistica del Sud-est asiatico”. Nel Paese l’anno scorso sono stati oltre 2,9 milioni gli arrivi turistici, calcolati con il nuovo sistema di elaborazio­ne dei dati.“Abbiamo registrato una leggera flessione rispetto all’anno precedente, ma sono aumentati i visitatori da Europa e Usa. E la recente abolizione del visto tra Singapore e Myanmar lascia prevedere un incremento del 30-35 per cento per gli arrivi dallo città-stato quest’anno” ha ribadito Daw May Myat Mon Win, presidente del Myanmar Tourism Marketing.

Balneare in primo piano

“Dobbiamo cambiare la percezione della nostra stagionali­tà, puntando sul turismo verde. Da giugno a novembre il nostro Paese è più verde, meno caldo e meno affollato, e i prezzi sono più bassi. Sempre più turisti stanno visitando le città di provincia e le campagne grazie a programmi di promozione del turismo d’avventura, rurale e culturale”.

Con oltre duemila chilometri di costa è in crescita anche il turismo balneare con nuovi investimen­ti in strutture ricettive e servizi in località come Ngapali e Ngwe Saung.“La nostra alta stagione estiva, da marzo a maggio, è l’ideale per una vacanza balneare”, ha detto Daw Khin Than Win, vicedirett­ore generale Ministero Alberghi e Turismo. Recenti dati Wttc mostrano che nel 2016 il turismo in Myanmar ha contribuit­o per il 5,9 per cento al Pil e le previsioni sono di raggiunger­e il 7,8 per cento nel 2026.

Bagan, la zona archeologi­ca principale e una delle località più visitate, è stata colpita in agosto dell’anno scorso da un terremoto che ha danneggiat­o molti dei suoi 2.200 templi.“Solo alcune delle aeree sono state chiuse al pubblico - ha puntualizz­ato il ministro U Ohn Maung -. Sono in corso lavori di ricostruzi­one e consolidam­ento dei monumenti,grazie anche a investimen­ti provenient­i dal settore privato. Prevedo che Bagan entrerà nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco già nel 2019”.

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