Viaggi d’affari e big data L’analisi predittiva Uvet
La tradizionale survey sul bt si arricchisce dell’analisi per anticipare le tendenze del futuro
Non solo individuare i trend, ma saper predire l’andamento del mercato per presentarsi preparati alle richieste della clientela. Uvet, con la sua Business travel survey, lancia la ‘predictive analysis’, un progetto varato con il sostegno di Voices from the blogs, società specializzata in big data.
Attraverso una prima ricerca, afferma Uvet in una nota,“si è potuto osservare che l’andamento macro economico negli Stati Uniti anticipa di tre trimestri la variazione dei viaggi d’affari verso gli Usa. Questo risultato ha permesso di prevedere un incremento dei viaggi d’affari verso gli States nel secondo trimestre 2017 rispetto al secondo trimestre 2016 del 16 per cento (con un intervallo di previsione tra il 12 e il 20 per cento)”.
“Siamo molto soddisfatti di aver avviato questo progetto - è il commento di Luca Patanè, presidente del Gruppo Uvet che ci aiuterà ad anticipare i trend meglio di prima e a migliorare allo stesso tempo i servizi che offriamo quotidianamente ai nostri clienti”.
Per quanto riguarda lo scenario del business travel, i dati Uvet mettono in evidenza il sorpasso di New York su Dubai nel 2016, per quanto riguarda la vendita di biglietti aerei. Gli Stati Uniti si confermano dunque una delle destinazioni chiave, mentre il Giappone si conferma stabile. Perde quota invece l’area Bric, con cifre in negativo per Russia e Brasile. In calo anche la Cina.
Sul fronte europeo, la prima destinazione è Parigi; calano Londra, Francoforte e Madrid, mentre crescono Amsterdam e Monaco. Per i voli interni, invece, Milano è la prima meta per i viaggiatori d’affari.
Passando ai trasporti ferroviari, lo studio evidenzia ancora una volta l’ascesa dell’utilizzo di questo mezzo per le trasferte di lavoro, con un incremento del 7 per cento nella seconda metà del 2016, accompagnato da una diminuzione del costo medio del biglietto di 4 punti percentuali. Milano rimane la destinazione principale, mentre perde quota Roma.
A subire un colpo nel 2016 è stato invece il comparto alberghiero italiano, con un calo della spesa sul territorio nazionale, con una quota pari a 58 punti percentuali del totale. Guadagna share invece l’Europa, mentre resta stabile la componente intercontinentale.