Rapporto Enac: tutte le cifre dell’Italia che vola
Il documento rivela una fase di relativa stabilità per il mondo del trasporto aereo nella Penisola. Ma i nodi ancora da sciogliere potrebbero portare presto a repentini cambi di scenario
Nei cieli italiani si continua a viaggiare. Nonostate i timori legati all’industria del turismo, il 2016 ha fatto segnare un nuovo incremento nel numero totale dei passeggeri all’interno degli scali del Belpaese, come riporta il Rapporto Enac relativo allo scorso anno: da gennaio a dicembre, infatti, i pax hanno toccato quota 164.368.109, con un incremento del 4,8 per cento sull’anno precedente.
Con una novità rispetto agli ultimi anni: un panorama sostanzialmente stabile, se confrontato con quello dello scorso anno per quanto riguarda la presenza delle compagnie aeree. Se le scorse annate erano infatti state caratterizzate da più di uno scossone nella parte alta della classifica dei vettori,questa volta la top ten ricalca le medesime posizoni di dodici mesi fa. Nessun sorpasso clamoroso, nessun crollo importante. Lo scenario dei trasporti sembra aver raggiunto un sostanziale equilibrio, che vede il podio saldamente in testa alle low cost e Ryanair in vetta alla classifica, seguita da Alitalia e da easyJet, quest’ultima in terza posizione.
L’avanzata delle low cost
Tuttavia, i dati 2016 spianano la strada all’imminente sorpasso del low cost sulle compagnie tradizionali. I vettori a basso costo hanno infatti conquistato quest’anno il 49,5 per cento dei passeggeri complessivi. Appena un punto di differenza, dunque, dalla quota in mano alle legacy. E considerando i ritmi di crescita del business low fare è facile pensare che, tra 12 mesi, il sorpasso sarà cosa fatta.
Gli stessi dati Enac mettono infatti in luce la crescita vertiginosa delle ‘basse tariffe’ rispetto ai vettori tradizionali. Nel 2004, lo scenario era decisamente differente, con le legacy a detenere ben il 93,8 per cento dei passeggeri. Ma 10 anni fa, ovvero nel 2007, il panorama era già radicalmente modificato: la percentuale in mano alle low cost era già passata al 25,8 per cento. E non ha mai cessato di crescere, anche se a ritmi più lenti (come del resto è fisiologico) rispetto ai primi anni. Nel 2015, gli equilibri erano già molto meno definiti: la distanza tra le legacy e il low cost si era ridotta a 3,2 punti percentuali. E l’anno successivo, come accenato prima, è passata a un solo punto.
Terzo anno di crescita
Tra i dati più interessanti, comunque, resta il fatto che, per la prima volta da diverso tempo, il traffico aereo complessivo italiano è riuscito a registrare tre anni consecutivi in crescita. Non accadeva dal 2007, che aveva chiuso la serie positiva di 6 anni, iniziata dopo il calo del 2001. Sia il 2008 sia il 2009, infatti, hanno chiuso in leggera flessione; circostanza che si è verificata di nuovo nel biennio 2012-2013.
Poi, è iniziata la serie positiva. Un elemento, quest’ultimo, che ha sicuramente contribuito a creare quella situazione di sostanziale stabilità nel mondo del trasporto aereo che, come si è visto, è una delle caratteristiche principali dello scenario dello scorso anno.
I Paesi chiave
Tra i ‘big four’ dell’Unione Europea, ovvero i tre Paesi che possono contare su un traffico con l’Italia superiore ai 10 milioni di pax annui, tutti hanno fatto registrare cifre in aumento. Si tratta, in ordine di passeggeri, di Gran Bretagna, Germania, Spagna e Francia. Ma se quest’ultima ha riportato un incremento minimo (passando dai 10.531.046 pax del 2015 ai 10.541.810 dello scorso anno), negli altri tre casi lo scenario è differente: ripercorrendo a ritroso la classifica, infatti,l e rotte da e per la Spagna guadagnano oltre 1 milione di pax (da 11.762.426 a 12.918.167), la Germania si avvicina allo stesso risultato (da 12,416.863 a 13.237.513), mentre la Gran Bretagna lo supera ampiamente (passando da 12.688.707 a 14.107.145). Dato, quest’ultimo, che fa comprendere come mai gran parte del comparto aereo sia in attesa di conoscere i dettagli delle conseguenze della Brexit sui collegamenti aerei.
Nel complesso i movimenti da e per l’Italia con i Paesi Ue hanno registrato un incremento del 7,39 per cento (leggero rallentamento rispetto al 2015, cresciuto dell’8,5 per cento), proseguendo la serie positiva che dura dal 2013; il 2012, infatti, aveva fatto segnare una lieve flessione, pari a un -0,02 per cento.
Ma non è l’Europa l’area che ha evidenziato l’incremento maggiore sulle rotte per l’Italia. Il primato spetta al Centro America, meno imponente a livello di peso sul mercato, ma in grado di far segnare un +12,52 per cento.Un rallentamento deciso, comunqe, rispetto al +24,73 per cento del 2015 sull’anno precedente. Inutile specificare che il balzo in avanti è legato alla performance di Cuba, passata da 198.687 a 258.872 pax. Segue a ruota l’area del Sud America, con un +12 per cento. Buono anche il dato del Nord America, che cresce di 4,2 punti percentuali (con gli Usa che passano da 3.254.361 a 3.393.414 passeggeri).
I pax hanno segnato un +4,8 per cento Si riduce la distanza tra legacy e no frills
Le rotte più redditizie
L’avanzata dell’Alta velocità ferroviaria sulla rotta che collega i due centri nevragici dell’Italia, ovvero Milano e Roma, è ormai un fenomeno assodato. E, come negli anni passati, le tratte nazionali più gettonate per quanto riguarda il trasporto aereo sono quelle per le isole;i collegamenti sulla Sicilia, infatti, hanno sbalzato la storia Linate-Fiumicino, un tempo vero e proprio terreno di scontro tra le compagnie, decise a contendersi, carte alla mano, gli slot più redditizi.
Comunque, la leggendaria tratta che unisce la Capitale al capoluogo lombardo resta comunque la terza direttrice preferita. Ma al primo posto compare la Catania-Fiumicino, seguita dalla Palermo-Fiumicino. In quarta posizione si trova invece la Cagliari-Fiumicino, seguita dalla Bari-Fiumicino.Tre rotte delle prime 5, dunque, collegano la Capitale con le isole.
Sul fronte europeo, invece, lo scacchiere delle rotte più richieste dai clienti vede al primo posto la Fiumicino-Barcellona, seguita dalla Fiumicino-Madrid Barajas e Fiumicino-Parigi Charles de Gaulle.Chiudono la top five la Fiumicino-Amsterdam Schiphol e Fiumicino-Londra Heathrow. Per quanto riguarda i Paesi extra Ue, invece, il dominio passa agli scali lombardi.Al primo posto compare infatti il volo Malpensa-New York Jfk; al secondo posto si torna a Roma con il Fiumicino-Tel Aviv Ben Gurion, mentre al terzo posto si trova il Fiumicino-Jfk. Dubai domina invece le ultime due posizioni della top five, con i collegamenti da Fiumicino (quarta posizione) e da Malpensa (quinto posto). Segno anche dell’importanza dello scalo emiratino per i voli in connessione.
Il ranking degli aeroporti
Stabile anche la top ten degli aeroporti,che conferma Roma Fiumicino in testa, con 41.569.038 passeggeri, ben staccata dal secondo classificato, ovvero Milano Malpensa, con 19.311.565. La classifica prosegue con Bergamo, Linate,Venezia, Catania, Bologna, Napoli, Ciampino e Palermo. Un elenco che replica esattamente il ranking del 2015.
Da sottolineare anche il fatto che,dei primi 10 classificati, ben 8 hanno registrato un incremento di traffico; solo Ciampino registra una flessione del 7,5 per cento, mentre Linate conferma il dato dell’anno precedente.
Crescite a doppia cifra, invece, per quanto riguarda Bologna (+11,7 per cento),Catania (+11,4 per cento),Napoli (+10,4 per cento) e Venezia (+10 per cento).
L’equilibrio del settore
Le posizioni alte dei due ranking fondamentali del trasporto aereo italiano nel 2016, dunque, risultano sostanzialmente invariati rispetto a dodici mesi prima. Un trend che rispecchia anche l’andamento di mercato dal momento che lo scorso anno, rispetto a quanto accaduto in precedenza, ha registrato meno scossoni di mercato sul fronte aereo.
Il movimentato mondo dei vettori, almeno per quanto riguarda i cieli italiani, sembra dunque aver temporaneamente trovato un assetto stabile. Ma il turismo ha anche insegnato che, negli ultimi tempi, gli equilibri non durano per molto.
I fronti aperti sui cieli italiani sono più di uno: dal destino di Alitalia all’avanzata low cost, fino agli investimenti sul lungo raggio. Il mercato si sta muovendo e qualcosa potrebbe presto cambiare.