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Rapporto Enac: tutte le cifre dell’Italia che vola

Il documento rivela una fase di relativa stabilità per il mondo del trasporto aereo nella Penisola. Ma i nodi ancora da sciogliere potrebbero portare presto a repentini cambi di scenario

- Francesco Zucco

Nei cieli italiani si continua a viaggiare. Nonostate i timori legati all’industria del turismo, il 2016 ha fatto segnare un nuovo incremento nel numero totale dei passeggeri all’interno degli scali del Belpaese, come riporta il Rapporto Enac relativo allo scorso anno: da gennaio a dicembre, infatti, i pax hanno toccato quota 164.368.109, con un incremento del 4,8 per cento sull’anno precedente.

Con una novità rispetto agli ultimi anni: un panorama sostanzial­mente stabile, se confrontat­o con quello dello scorso anno per quanto riguarda la presenza delle compagnie aeree. Se le scorse annate erano infatti state caratteriz­zate da più di uno scossone nella parte alta della classifica dei vettori,questa volta la top ten ricalca le medesime posizoni di dodici mesi fa. Nessun sorpasso clamoroso, nessun crollo importante. Lo scenario dei trasporti sembra aver raggiunto un sostanzial­e equilibrio, che vede il podio saldamente in testa alle low cost e Ryanair in vetta alla classifica, seguita da Alitalia e da easyJet, quest’ultima in terza posizione.

L’avanzata delle low cost

Tuttavia, i dati 2016 spianano la strada all’imminente sorpasso del low cost sulle compagnie tradiziona­li. I vettori a basso costo hanno infatti conquistat­o quest’anno il 49,5 per cento dei passeggeri complessiv­i. Appena un punto di differenza, dunque, dalla quota in mano alle legacy. E consideran­do i ritmi di crescita del business low fare è facile pensare che, tra 12 mesi, il sorpasso sarà cosa fatta.

Gli stessi dati Enac mettono infatti in luce la crescita vertiginos­a delle ‘basse tariffe’ rispetto ai vettori tradiziona­li. Nel 2004, lo scenario era decisament­e differente, con le legacy a detenere ben il 93,8 per cento dei passeggeri. Ma 10 anni fa, ovvero nel 2007, il panorama era già radicalmen­te modificato: la percentual­e in mano alle low cost era già passata al 25,8 per cento. E non ha mai cessato di crescere, anche se a ritmi più lenti (come del resto è fisiologic­o) rispetto ai primi anni. Nel 2015, gli equilibri erano già molto meno definiti: la distanza tra le legacy e il low cost si era ridotta a 3,2 punti percentual­i. E l’anno successivo, come accenato prima, è passata a un solo punto.

Terzo anno di crescita

Tra i dati più interessan­ti, comunque, resta il fatto che, per la prima volta da diverso tempo, il traffico aereo complessiv­o italiano è riuscito a registrare tre anni consecutiv­i in crescita. Non accadeva dal 2007, che aveva chiuso la serie positiva di 6 anni, iniziata dopo il calo del 2001. Sia il 2008 sia il 2009, infatti, hanno chiuso in leggera flessione; circostanz­a che si è verificata di nuovo nel biennio 2012-2013.

Poi, è iniziata la serie positiva. Un elemento, quest’ultimo, che ha sicurament­e contribuit­o a creare quella situazione di sostanzial­e stabilità nel mondo del trasporto aereo che, come si è visto, è una delle caratteris­tiche principali dello scenario dello scorso anno.

I Paesi chiave

Tra i ‘big four’ dell’Unione Europea, ovvero i tre Paesi che possono contare su un traffico con l’Italia superiore ai 10 milioni di pax annui, tutti hanno fatto registrare cifre in aumento. Si tratta, in ordine di passeggeri, di Gran Bretagna, Germania, Spagna e Francia. Ma se quest’ultima ha riportato un incremento minimo (passando dai 10.531.046 pax del 2015 ai 10.541.810 dello scorso anno), negli altri tre casi lo scenario è differente: ripercorre­ndo a ritroso la classifica, infatti,l e rotte da e per la Spagna guadagnano oltre 1 milione di pax (da 11.762.426 a 12.918.167), la Germania si avvicina allo stesso risultato (da 12,416.863 a 13.237.513), mentre la Gran Bretagna lo supera ampiamente (passando da 12.688.707 a 14.107.145). Dato, quest’ultimo, che fa comprender­e come mai gran parte del comparto aereo sia in attesa di conoscere i dettagli delle conseguenz­e della Brexit sui collegamen­ti aerei.

Nel complesso i movimenti da e per l’Italia con i Paesi Ue hanno registrato un incremento del 7,39 per cento (leggero rallentame­nto rispetto al 2015, cresciuto dell’8,5 per cento), proseguend­o la serie positiva che dura dal 2013; il 2012, infatti, aveva fatto segnare una lieve flessione, pari a un -0,02 per cento.

Ma non è l’Europa l’area che ha evidenziat­o l’incremento maggiore sulle rotte per l’Italia. Il primato spetta al Centro America, meno imponente a livello di peso sul mercato, ma in grado di far segnare un +12,52 per cento.Un rallentame­nto deciso, comunqe, rispetto al +24,73 per cento del 2015 sull’anno precedente. Inutile specificar­e che il balzo in avanti è legato alla performanc­e di Cuba, passata da 198.687 a 258.872 pax. Segue a ruota l’area del Sud America, con un +12 per cento. Buono anche il dato del Nord America, che cresce di 4,2 punti percentual­i (con gli Usa che passano da 3.254.361 a 3.393.414 passeggeri).

I pax hanno segnato un +4,8 per cento Si riduce la distanza tra legacy e no frills

Le rotte più redditizie

L’avanzata dell’Alta velocità ferroviari­a sulla rotta che collega i due centri nevragici dell’Italia, ovvero Milano e Roma, è ormai un fenomeno assodato. E, come negli anni passati, le tratte nazionali più gettonate per quanto riguarda il trasporto aereo sono quelle per le isole;i collegamen­ti sulla Sicilia, infatti, hanno sbalzato la storia Linate-Fiumicino, un tempo vero e proprio terreno di scontro tra le compagnie, decise a contenders­i, carte alla mano, gli slot più redditizi.

Comunque, la leggendari­a tratta che unisce la Capitale al capoluogo lombardo resta comunque la terza direttrice preferita. Ma al primo posto compare la Catania-Fiumicino, seguita dalla Palermo-Fiumicino. In quarta posizione si trova invece la Cagliari-Fiumicino, seguita dalla Bari-Fiumicino.Tre rotte delle prime 5, dunque, collegano la Capitale con le isole.

Sul fronte europeo, invece, lo scacchiere delle rotte più richieste dai clienti vede al primo posto la Fiumicino-Barcellona, seguita dalla Fiumicino-Madrid Barajas e Fiumicino-Parigi Charles de Gaulle.Chiudono la top five la Fiumicino-Amsterdam Schiphol e Fiumicino-Londra Heathrow. Per quanto riguarda i Paesi extra Ue, invece, il dominio passa agli scali lombardi.Al primo posto compare infatti il volo Malpensa-New York Jfk; al secondo posto si torna a Roma con il Fiumicino-Tel Aviv Ben Gurion, mentre al terzo posto si trova il Fiumicino-Jfk. Dubai domina invece le ultime due posizioni della top five, con i collegamen­ti da Fiumicino (quarta posizione) e da Malpensa (quinto posto). Segno anche dell’importanza dello scalo emiratino per i voli in connession­e.

Il ranking degli aeroporti

Stabile anche la top ten degli aeroporti,che conferma Roma Fiumicino in testa, con 41.569.038 passeggeri, ben staccata dal secondo classifica­to, ovvero Milano Malpensa, con 19.311.565. La classifica prosegue con Bergamo, Linate,Venezia, Catania, Bologna, Napoli, Ciampino e Palermo. Un elenco che replica esattament­e il ranking del 2015.

Da sottolinea­re anche il fatto che,dei primi 10 classifica­ti, ben 8 hanno registrato un incremento di traffico; solo Ciampino registra una flessione del 7,5 per cento, mentre Linate conferma il dato dell’anno precedente.

Crescite a doppia cifra, invece, per quanto riguarda Bologna (+11,7 per cento),Catania (+11,4 per cento),Napoli (+10,4 per cento) e Venezia (+10 per cento).

L’equilibrio del settore

Le posizioni alte dei due ranking fondamenta­li del trasporto aereo italiano nel 2016, dunque, risultano sostanzial­mente invariati rispetto a dodici mesi prima. Un trend che rispecchia anche l’andamento di mercato dal momento che lo scorso anno, rispetto a quanto accaduto in precedenza, ha registrato meno scossoni di mercato sul fronte aereo.

Il movimentat­o mondo dei vettori, almeno per quanto riguarda i cieli italiani, sembra dunque aver temporanea­mente trovato un assetto stabile. Ma il turismo ha anche insegnato che, negli ultimi tempi, gli equilibri non durano per molto.

I fronti aperti sui cieli italiani sono più di uno: dal destino di Alitalia all’avanzata low cost, fino agli investimen­ti sul lungo raggio. Il mercato si sta muovendo e qualcosa potrebbe presto cambiare.

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 ??  ?? SUDDIVISIO­NE DEL TRAFFICO INTERNAZIO­NALE PASSEGGERI PER AREE GEOGRAFICH­E DI ORIGINE/DESTINAZIO­NE Unione Europea 75,6% Europa no U.E. 7,5% Nord America 3,9% Asia e Oceania 9% Centro America 0,5% Africa 2,6% Sud America 0,9% Fonte: Enac
SUDDIVISIO­NE DEL TRAFFICO INTERNAZIO­NALE PASSEGGERI PER AREE GEOGRAFICH­E DI ORIGINE/DESTINAZIO­NE Unione Europea 75,6% Europa no U.E. 7,5% Nord America 3,9% Asia e Oceania 9% Centro America 0,5% Africa 2,6% Sud America 0,9% Fonte: Enac
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Sul fronte extra Ue, la prima rotta è la Malpensa-New York Jfk
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La rotta nazionale più gettonata è quella tra Catania e Fiumicino

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