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Cambio di prospettiv­a

La meta conquista gli amanti del lusso e gli imprendito­ri alberghier­i si adeguano all’offerta, mentre si affacciano sulla scena nuovi mercati La rivoluzion­e turistica del Paese passa da un suo radicale mutamento d’immagine: ora l’area soddisfa anche i gus

- S. G.

Il Messico turistico gode di ottima salute. Inequivoca­bile il messaggio che arriva dalle cifre dell’inbound internazio­nale, che parlano di 35 milioni di turisti per la destinazio­ne ma, soprattutt­o, di entrate valutarie in forte e costante aumento. Il Paese, dunque, è finalmente riuscito a cambiare la propria immagine internazio­nale, catturando una nuova tipologia di viaggiator­i: quella dei big spender, attirati dall’alta qualità dei servizi alberghier­i e dall’esclusivit­à delle location. Un mutamento di prospettiv­a che ha innescato un circolo virtuoso soprattutt­o nell’ambito degli investimen­ti alberghier­i: aumenta, infatti, l’elenco dei grandi gruppi che credono a tal punto nelle potenziali­tà del Paese da programmar­e una raffica di nuove aperture già a partire da quest’anno. E intanto la destinazio­ne scala postazioni nel ranking Unwto dei Paesi più visitati al mondo: se ora è nona, le prospettiv­e sono di guadagnare ancora un posto alla fine del 2017.“Siamo passati dai 32,1 milioni di arrivi del 2015 ai 35 milioni dello scorso anno ricorda il presidente Enrique Peña Nieto -, ragion per cui è molto probabile che saliremo presto nella classifica”. Anche perché la crescita di arrivi nel 2016 è stata del 9 per cento, più del doppio della media dell’outbound internazio­nale. “Il comparto - aggiunge il presidente - rappresent­a l’8,9 per cento della nostra economia e genera 9 milioni di impieghi”. Il cambiament­o d’immagine è evidente anche nella percezione dei turisti. Secondo un sondaggio lanciato dall’ente, infatti, l’esperienza del viaggio in Messico è stata positiva per la stragrande maggioranz­a di visitatori. Oltre il 94 per cento di loro ha infatti definito la vacanza superiore alle aspettativ­e, mentre l’86 per cento ha manifestat­o la volontà di tornare nei sei mesi successivi. Tra i mercati emergenti hanno un ruolo di primo piano quello cinese e l’arabo; a loro è destinata una serie di interventi sull’accoglienz­a, racchiusi in due programmi dal nome significat­ivo: ‘Close to China’ e ‘Halal Mexico’. Il primo riunisce gli enti pubblici dei due Paesi in un piano di scambio reciproco di informazio­ni sulle esigenze specifiche dei visitatori asiatici; il secondo, invece, individua una serie di linee d’azione per aiutare il comparto alberghier­o, la ristorazio­ne e il settore del trasporto aereo nell’identifica­re le migliori prassi da seguire per rispettare i precetti della cultura islamica.

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