Direttiva Ue sui pacchetti: luci e ombre
Il consulente legale Fiavet Federico Lucarelli spiega i dettagli della normativa che,dal prossimo anno, cambierà il lavoro della distribuzione turistica
Equiparazione tra pacchetti acquistati online e quelli in agenzia, maggiore responsabilità per tutti i soggetti coinvolti, ma anche l’apertura a nuove figure professionali titolate alla vendita. È una vera rivoluzione che impatterà sul lavoro quotidiano delle agenzie quella portata dalla direttiva pacchetti Ue, che dovrà essere recepita dall’Italia entro dicembre 2017, per poi diventare effettiva dal 1° luglio 2018. Un tema caldo, al centro del convegno ‘Nuova direttiva pacchetti, tutti agenti di viaggi’ organizzato a Roma da Fiavet Lazio.
La definizione
Una delle modifiche più importanti riguarda la ridefinizione di pacchetto di viaggio. “La normativa - spiega il consulente legale di Fiavet, Federico Lucarelli - disciplina sia i pacchetti turistici tradizionali che quelli dinamici, quelli, cioè, che si formano tramite le piattaforme per l’aggregazione di più servizi”.
Due formule a cui si aggiunge ora quella ‘intermedia’ dei cosiddetti ‘servizi turistici collegati’ e che si ha, precisa Lucarelli, “quando almeno due servizi sono acquistati ai fini dello stesso viaggio con conclusione di contratti distinti”.
Indicazione dei prezzi
Altro cambiamento, quello relativo all’indicazione del prezzo che, sottolinea Lucarelli, “non è più forfettario, ma deve indicare tutto: tasse, diritti imposti e costi aggiunti”.
L’agente puó aggiungere in un secondo momento solo“gli oneri che non sono ragionevolmente calcolabili prima della conclusione del contratto”. A patto, però, che il ritocco non superi l’8 per cento e non più, come in passato, il 10 per cento.
Gli annullamenti
Più ampia la responsabilità dei dettaglianti in caso di circostanze straordinarie. Perché se da una parte il consumatore può ora cancellare il viaggio senza oneri solo se gli eventi eccezionali si verificano prima della partenza e se “incidono sostanzialmente sulla vacanza”, dall’altra, quando questi si verificano nel corso del viaggio,“sarà l’organizzatore a sostenere i costi di alloggio e di assistenza fino a tre giorni” evidenzia Lucarelli.
Agenzie senza licenza
A destare preoccupazione è poi la possibilità che anche altri professionisti del settore turistico possano vendere un pacchetto (ma a patto che rispettino le garanzie imposte dalla normativa).“La direttiva - conferma Lucarelli - amplia sostanzialmente il novero dei soggetti che operano in questo settore”.
Quello che tuttavia bisognerà ora evitare è che“in sede di discussione con il legislatore nazionale non si valorizzi l’identità dell’agente”.
I nodi da sciogliere
Restano fuori dalla direttiva sui pacchetti varata dall’Unione europea il business travel, le gite di un giorno e i viaggi organizzati da no profit.
“La direttiva non si applica a tutti i viaggi d’affari che vengono venduti sulla base di un accordo generale che l’agenzia ha stipulato con un’azienda”, precisa infatti Lucarelli.
Sono fuori dal perimetro anche “i servizi turistici di durata inferiore alle 24 ore e i pacchetti venduti da associazioni senza scopo di lucro in maniera occasionale e comunque non più di due volte l’anno”.
La norma comunitaria impone inoltre l’emissione di fatture differenti in caso di servizi turistici collegati.
Fondo di garanzia
Il contenuto della direttiva Ue, infine, rischia di riaprire la discussione sul Fondo di garanzia.“La norma prevede che solo gli organizzatori di pacchetti turistici forniscano una garanzia per il rimborso in caso di insolvenza” dice Fiavet.
Rispetto a quanto indicato dall’attuale Codice del Turismo, quindi, aggiunge Lucarelli,“non vengono più onerati gli agenti intermediari”.
Il recepimento della direttiva, dunque, potrebbe aprire più di un fronte di discussione tra gli attori della filiera.