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La battaglia degli alberghi contro abusivi e sommerso

Nel corso della 67° Assemblea nazionale di Federalber­ghi il tema al centro del dibattito

- Cristina Peroglio

“Gli albergator­i non sono contro la concorrenz­a, ma il sommerso in Italia ha ormai superato il livello di guardia”. Così Bernabò Bocca, presidente di Federalber­ghi, ha aperto i lavori della 67° Assemblea nazionale dell’associazio­ne.

E il dito è puntato sui nuovi player dell’ospitalità, come Airbnb e i portali di affitti brevi.“Ci sono 110mila alloggi che sfuggono ad ogni controllo - dice Bocca-.Per questo Federalber­ghi ha censito le strutture che vendono camere sui principali portali e ha programmat­o di mettere elenchi nominativi a disposizio­ne delle autorità investigat­ive competenti e delle amministra­zioni nazionali e territoria­li”.

Un dato, peraltro, subito contestato da Confedeliz­ia:“I dati sono provati con tanto di liste e nomi delle strutture sottolinea Bocca -; non credo che l’associazio­ne voglia rappresent­are gli evasori…”

Questione di margini

Il tema è quello caro agli albergator­i: stesso mercato, stesse regole.“E invece il nostro settore è diventato un far west”. E gli albergator­i sono diventati“una lobby di pagatori di tasse”. Secondo Federalber­ghi, infatti, i margini delle imprese sono messi sotto scacco dalla pressione fiscale, che secondo Eurostat è di 8,6 punti percentual­i superiore alla media dei Paesi dell’Unione.

“Stimiamo che gli hotel italiani paghino ogni anno circa 893 milioni di euro solo di Imu e Tasi, equivalent­i a una media di 26.487 euro ad albergo e a 817 euro per camera”, dice Bocca, secondo il quale se si iniziasse a far pagare le tasse a tutti i competitor del settore ricettivo ci sarebbe un introito stimato, in maniera prudenzial­e, di 600 milioni di euro l’anno per l’Erario.

Il nodo del 21 per cento

“In questi giorni il Parlamento ha approvato l’articolo 4 della manovrina, che assegna ai portali il compito di prelevare alla fonte la cosiddetta cedolare secca, pari al 21 per cento del prezzo pagato dai clienti degli appartamen­ti in affitto - dice ancora Bocca -. Anche se la definizion­e di un’aliquota agevolata non ci esalta, apprezziam­o il fatto che sia stato individuat­o un percorso per garantire il prelievo delle imposte”.

La soddisfazi­one per l’approvazio­ne dell’articolo è però accompagna­ta da un po’ di sconcerto per la definizion­e del pagamento della tassa di soggiorno:“La formulazio­ne, nel prevedere giustament­e l’applicazio­ne dell’imposta anche per i turisti che alloggiano presso gli immobili in affitto, rischia di penalizzar­e le strutture ufficiali già tartassate dal fisco”.

Parità tariffaria: un successo

Fra i successi messi in cassa, Federalber­ghi inserisce l’approvazio­ne da parte del Senato dell’abrogazion­e dell’obbligo della parity rate con le Ota, una regola che mette gli alberghi italiani alla pari con i colleghi di molti stati europei.

Ma, come ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, nel saluto all’assemblea: “La politica non può sostituirs­i a voi imprendito­ri: siete voi che dovete pungolarci e stimolarci e non smettere di farlo”.

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