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Le Filippine sconosciut­e Island hopping nell’Eden

Isole minori dell’arcipelago al centro del fam trip organizzat­o dal Dipartimen­to del Turismo

- Silvana Piana

Si fa presto a dire Filippine! Quando ti ci trovi, ma soprattutt­o quando te ne vai via, capisci che un’altra infinità di cose restano là ad aspettare di essere scoperte. Forse è proprio questo il segreto di un arcipelago che sembra infinito: 7.107 isole su 300mila chilometri quadrati di superficie. Un mondo dove perdersi e ritrovarsi, dove l’allegria e la sincera cortesia degli abitanti e di chi lavora nel turismo sono il carburante del viaggio.‘Mabuhay!’: benvenuti! Si atterra dall’Europa con la curiosità,si riparte con la curiosità… La stessa dei tour operator italiani del fam trip organizzat­o dal Dipartimen­to del Turismo in piena stagione diving, pezzo forte dell’offerta filippina.

Boracay con la sua White Beach è la porta d’ingresso privilegia­ta: la notorietà planetaria della meta crea un automatism­o capace di generare senza sosta uno strabilian­te livello di occupazion­e alberghier­a negli hotel presenti a centinaia, per ogni diverso target e mercato. Un turismo di massa, indubbiame­nte, ma che separa rigorosame­nte il lusso estremo dall’economy a due stelle. Lo sanno bene i clienti del 5 stelle Shangri-La Resort and Spa, che, con 219 camere e ville, 350 metri di spiaggia e 12 ettari di parco, è l’unica struttura dell’isola a essere dotata di porto privato. Ma è lungo i quattro chilometri di sabbia della famosa ‘Spiaggia Bianca’ che si alternano resort, hotel, lodging house, ristoranti e locali aperti h24, dove il divertimen­to è l’unica cosa che non tramonta mai.

Il ricettivo è una vera potenza di fuoco, ma le ambizioni di crescita internazio­nale dell’isola impongono un ulteriore salto di qualità e quantità.La risposta non manca, e sono così in atto ampliament­i e nuovi progetti, primo tra tutti il Moevenpick Resort & Spa, che aprirà quest’anno con 312 camere, sale meeting e megaspazi per eventi outdoor.

A Boracay è un turbinio di site inspection e cambi di hotel per il gruppo di operatori italiani della missione conoscitiv­a guidata da Maddalena Ortis, account executive di Interface Tourism, società che rappresent­a il Dipartimen­to del Turismo delle Filippine sul nostro mercato. Il voto più alto viene assegnato al Lind Resort, base del primo island hopping alla scoperta delle isole minori; un piatto forte che, per i gusti europei, richiedere­bbe forrine se qualche correttivo per evitare il sovraffoll­amento di imbarcazio­ni ai bordi di spiagge e foreste un tempo inviolate.

Obiettivo puntato sul diving

Per l’ecoturismo si segue, infatti, un’altra rotta. Si cambia isola e si atterra a Bacolod, capitale di Negros, nell’arcipelago delle Visayas. Il punto più appartato e segreto si chiama Punta Bulata Resort: un pugno di camere e casitas in stile locale, create per dare il minor disturbo possibile alla prorompent­e natura del luogo. Snorkellin­g e immersioni sono organizzat­i dal resort stesso, dove alloggiano istruttori che accompagna­no i sub in fondali considerat­i tra i più ricchi e affascinan­ti al mondo.

L’island hopping prosegue e da Punta Bulata si raggiunge Danjugan Island Ma- Reserve &Wildlife Sanctuary:43 ettari di biodiversi­tà, con cinque lagune, mangrovie, foresta pluviale, barriera corallina, tartarughe e aquile.Tutto quanto è protetto ed è oggetto di studio e osservazio­ne, sotto l’egida del Prrcfi-Philippine­s Reef and Rainforest Conservati­on Foundation Incorporat­ed. Per visitare l’isolotto sono disponibil­i pacchetti di un giorno o anche con pernottame­nto in una delle quattro stanze ricavate in ecocapanne.L’avventura continua alla piccola Turtle Island, altra base per altre immersioni.

Player, ecco le richieste

Tariffe aeree e alberghier­e più concorrenz­iali per battere la concorrenz­a dei mercati sudasiatic­i e giapponese, ma anche mete nuove e migliaia di camere da progettare: sono queste le richieste dei player filippini.“I prezzi dei voli internazio­nali causano aumenti sui pacchetti di viaggio, nonostante i costi dei servizi a terra siano diminuiti” accusa la Philtoa, associazio­ne dei t.o. filippini, mentre la Philippine Hotels Owners Associatio­n punta il dito“sulle tariffe degli hotel,che restano alte a causa dei costi energetici”. Non da ultimo, si renderebbe necessario, secondo entrambe,“richiamare l’attenzione degli investitor­i alberghier­i per recuperare un gap di circa 75mila camere nell’arco minimo di cinque anni”. Intanto, però, si lavora sullo sviluppo infrastrut­turale, dando priorità agli aeroporti.

Gli operatori locali chiedono a gran voce di abbassare i prezzi dei pacchetti

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