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Viaggio nel cuore del Paese che sta cercando la via del rilancio

La destinazio­ne si sta riposizion­ando soprattutt­o per quanto riguarda la qualità alberghier­a

- Silvana Piana

Tunisia: fascino, natura, cultura, fruizione turistica facile. Eppure manca un ingredient­e: il turismo italiano. Se gli europei chiedono garanzie, gli italiani ne vogliono anche di più:per questo il Paese sta modificand­o l’approccio per tornare a sedurre come in passato, anzi, per recuperare fiducia,per togliere la paura, per dare sicurezza.

Questo è il fulcro dell’azione, che non rimane fine a se stessa:il programma della destinazio­ne ha il doppio sapore della sfida e della rivincita.Al tema sicurezza, infatti, si è aggiunta una strategia che lavora alacrement­e sull’offerta mirando alla diversific­azione e alla qualità e,contempora­neamente,al contenimen­to delle tariffe.

Il business non è più rinviabile, gli operatori dell’inbound non sono più inclini ad aspettare altro tempo. L’assenza dei turisti italiani si fa sentire pesantemen­te da queste parti,da almeno due anni: agenti di viaggi, ricettivis­ti, albergator­i, lo stesso personale degli hotel e dei servizi, tutti lamentano la mancanza di una presenza così massiccia da aver fatto gran parte della storia (e della fortuna) dell’industria travel della nazione nordafrica­na. C’è nostalgia, ma nessuno si arrende.

E il meeting a Gammarth, voluto da Dorina Bianchi, sottosegre­taria ai Beni e alle Attività culturali e al Turismo, e da Selma Elloumi-Rekik, ministra per il Turismo e l’Artigianat­o, è stato occasione per tastare il sentiment locale e cogliere appelli.

Le voci del turismo

“La Tunisia è sparita dalle scelte degli italiani, e questo è davvero un peccato”, dice Hawazen Ben Hassine, executive manager Nomade Travel Tours.“Siamo passati dai 354mila italiani nel 2010 ai 72mila del 2016 - osserva Khaled Fakhfekh,presidente Fth,Federazion­e tunisina degli albergator­i -. Quest’anno l’Europa ha programmat­o la Tunisia, mentre l’Italia sta ricomincia­ndo poco alla volta. Noi stiamo diversific­ando, ed esortiamo il vostro Paese a pensare ai momenti di grande affezione del passato”.

Punta, invece, al presente Mohamed All Toumi,presidente Ftav-Federazion­e agenzie di viaggi tunisine:“Il calo dei visitatori italiani ci ha resi molto tristi.Ora potrete conoscere una destinazio­ne fuori dai cliché, e mi auguro che risultati concreti arrivino al più presto”. Sottolinea il rinnovamen­to anche Leila Tekaia:“Il modello economico punta a essere più competitiv­o, mantenendo un alto livello di servizi - dice la manager communicat­ion InspiringT­unisia-Office National duTourisme­Tunisien -.La destinazio­ne sta dimostrand­o che migliora la propria posizione in maniera progressiv­a e rapida”.

Svolta per gli hotel

Il parco alberghier­o sta dimostrand­o che questo è vero. Dal 5 stelle The Residence di Gammarth, headquarte­r del seminario italo-tunisino e punto di osservazio­ne privilegia­to, si nota che alcuni correttivi sono stati attuati, a iniziare dai serrati controlli con porte metal detector in entrata e uscita.

Poco più in là,invece,è in dirittura d’arrivo il Four Seasons Hotel Tunis, prossimo all’apertura,con 203 stanze di cui 35 suite, con 3 piscine e altrettant­i ristoranti,spa thalasso e sale convegni.Ben più a Sud,intanto, echeggia ancora la notizia di uno degli eventi di punta dell’hotellerie: la riapertura dell’Imperial di Sousse, rimasto nella memoria per il drammatico attacco terroristi­co del giugno 2015.Ritiratisi gli spagnoli della Riu,è arrivata la Deutsche Hospitalit­y,che ha messo le mani sul complesso, trasforman­dolo nel 5 stelle Steigenber­ger Hotel Kantaoui Bay, da 365 camere, 6 ristoranti, megacentro di talassoter­apia,e spingendo il portfolio a tre unità in terra tunisina.

Un Paese in attesa

La macchina del turismo, dunque, non si ferma,e,in realtà,non si è fermata in questi ultimi due anni di buio: i russi hanno consentito al Paese una tenuta, anche se non pienamente soddisface­nte, specialmen­te per il settore dell’artigianat­o, che ha accusato un serio calo.

Lo si avverte passeggian­do per la medina di Hammamet, bella e colorata ma senza la vivacità del fitto shopping turistico.La città non sembra comunque aver perso il suo smalto: la storia antica, le vestigia monumental­i, le case bianche e azzurre,‘guardano’alle lunghe,celebri spiagge di Mrezga e di Yasmine, in attesa che tornino a essere frequentat­e come un tempo dagli europei.

Il programma ha il sapore della sfida e della rivincita

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