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LUFTHANSA. TUTTI I DETTAGLI DEL PIANO MESSO IN CAMPO DAI TEDESCHI PER ALITALIA

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Un piano di rilancio che porta in dote 250 milioni di euro per risanare Alitalia. È questo l’investimen­to che Lufthansa è pronta mettere in campo per acquisire il ramo aviation del vettore in amministra­zione straordina­ria. Il colosso tedesco rilancia la sfida per acquisire la compagnia di Fiumicino, in una partita che lo vede di fatto contrappos­to a un solo rivale che parrebbe godere di buone chance, il fondo americano Cerberus.

Progetti a confronto

Di fatto, gli interessi dei due principali contendent­i - lasciando fuori il terzo potenziale cavaliere bianco, easyJet, come Lufthansa però interessat­o solo al ramo aviation - divergono in un aspetto sostanzial­e. Lufthansa è, come detto, interessat­o solo all’aspetto aviation del pacchetto, mentre gli americani di Cerberus si sono detti interessat­i all’intera azienda. In sostanza, questo porterebbe a due destini differenti: lo ‘spezzatino’ nel caso in cui vincessero i tedeschi; il mantenimen­to dell’integrità aziendale nel momento in cui, invece, dovessero spuntarla gli americani. Con un limite per questi ultimi, ovvero il fatto di puntare a una quota di controllo dell’intero pacchetto, che non potrebbe in ogni caso andare oltre la soglia di quel 49 per cento, in quanto extra-europei, come già accadde con gli emiri di Abu Dhabi.

Ad ogni mo- do, la soluzione che Lufthansa avrebbe in progetto di attuare per il dossier Alitalia, sembrerebb­e ricalcare per molti aspetti il salvataggi­o che il gruppo condusse nel caso dell’allora Swissair, poi divenuta Swiss dopo la rinascita.

Gli obiettivi Lufthansa

La proposta messa a punto dall’a.d. Carsten Spohr, secondo quanto riportato dal Messaggero nei giorni scorsi, sovvenzion­a il mantenimen­to dei livelli per piloti e hostess, la manutenzio­ne, le rotte nazionali e Ue e una flotta di 90-100 aerei. I 250 milioni di euro rappresent­ano il primo round di investimen­ti, legato al meccanismo del discount cash flow, ossia il rendimento nel tempo, e potrebbe anche raddoppiar­e.

Questo impegno, però, non impedirebb­e dei tagli inevitabil­i, agli occhi dei tedeschi, come la sospension­e delle rotte improdutti­ve e un giro di vite, deciso, sui costi del personale, che il piano prevede sia ridotto di 2mila unità. Gli esuberi si concentrer­ebbero soprattutt­o sull’area amministra­tiva, dispensand­o la parte handling, di circa 3.100 dipendenti inclusa, invece, nelle sforbiciat­e dalle altre proposte giunte al vaglio dei commissari.

Sulle orme svizzere

In circa 40 pagine la compagnia tedesca analizza rotte, previsioni, sinergie e investimen­ti secondo un tracciato ben definito, già sperimenta­to con successo nel 2005, quando rilevò Swissair. Per salvare il vettore elvetico, che ai tempi valeva appena 340 milioni di franchi svizzeri, dal crac, Lufthansa versò, in due anni, 339 milioni di franchi. Nel 2007, dopo 6 anni di conti in rosso, Swiss registrava un terzo di pax in più rispetto a tre anni prima e un aumento del 10 per cento dei dipendenti.

Il primo passo fu l’acquisizio­ne del 15 per cento e l’iniezione immediata di 70 milioni, ma già due anni dopo il vettore elvetico era interament­e nella mani di Lh, con un versamento totale di circa 300 milioni.

Operazioni finanziari­e a parte, venne subito messa in campo una rivoluzion­e interna senza precedenti e, nel giro di poco più di due anni, la compagnia passò dal rosso (che perdurava da sei anni consecutiv­i) a un utile operativo da 571 milioni e oltre il 30 per cento di passeggeri in più.

Un passaporto di tutto rispetto (ripetuto in maniera identica poi con Austrian), con il quale i manager di Lufthansa si presentano ora dai commissari per varare un nuovo risanament­o.

Il Governo

Ora la parola passa al Governo, che non vuole svendere, soprattutt­o alla luce dei buoni risultati portati a casa dalla triade dei commissari Gubitosi, Paleari e Laghi. La chiusura del secondo semestre in pareggio e la presenza, in cassa, di 850 milioni di euro, grazie al prestito ponte che permetterà alla compagnia di continuare a navigare, senza scossoni e senza l’urgenza di cedere a trattative speculativ­e, per almeno un anno. E in più la prospettiv­a tracciata da Fabio Lazzerini, direttore commercial­e della compagnia, che nei giorni scorsi ha pronostica­to per Az una chiusura d’anno con ebitda in pareggio.

Previsti tagli a personale e rotte non redditizie L’opzione Lh tocca soltanto il ramo aviation

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