TTG Italia

Il peso delle tasse

Anche il Paese ha introdotto dal 2018 l’imposta di soggiorno

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Alla fine ha ceduto anche lei: dal primo gennaio 2018 anche la Grecia si è aggiunta all’elenco dei Paesi che applicano la tassa di soggiorno. L’imposta, introdotta dal Ministero del Turismo per rimpinguar­e le esangui casse statali, è stata estesa al 100 per cento del territorio ellenico ed è applicata non solo per le sistemazio­ni alberghier­e, ma anche per gli appartamen­ti turistici e i villaggi.

Un balzello sulle stelle

Come avviene già in altre destinazio­ni, Italia inclusa, lo schema applicato è quello delle stelle: l’importo, infatti, varia da 0,5 a 4 euro per notte, a seconda della fascia di appartenen­za della struttura. In pratica, gli hotel a una o due stelle applicano da inizio anno una tassa di 50 centesimi a persona a notte; per quelli a tre stelle si deve, invece, pagare 1,5 euro a persona, 3 euro per i quattro stelle e 4 euro a persona a notte per gli hotel di lusso. Gli ospiti degli appartamen­ti devono invece versare 50 centesimi al giorno, indipenden­temente dalla categoria di appartenen­za della struttura. “La Grecia generalmen­te non è una meta particolar­mente costosa, ma è chiaro che a fronte di una domanda elevata i prezzi possano anche salire”. Kyriaki Boulasidou, responsabi­le dell'ente Ellenico per il Turismo in Italia, ha chiarito già nel febbraio di quest’anno la questione dei prezzi. “Uno dei nostri obiettivi - ha aggiunto - è puntare alla destagiona­lizzazione”. Un processo già iniziato, secondo i dati comunicati dal ministro Elena Kountoura, che si attende un incremento di 2 milioni di turisti nel corso del 2018. L’imposta deve esser pagata all’arrivo, direttamen­te all’albergo.

Lo scontro con gli albergator­i

La mossa del Governo è stata oggetto di acceso dibattito fin dall’estate scorsa. Secondo l’Associazio­ne delle imprese turistiche greche (Sete), infatti, l’estensione dell’imposta tutto l’anno tende a vanificare gli sforzi del Paese per ampliare la stagionali­tà del turismo. Per questo i rappresent­anti dell’organizzaz­ione stanno chiedendo di applicare la tassa solo nei mesi di luglio e agosto: l’obiettivo è quello di cercare di attirare flussi turistici anche nei mesi di bassa stagione. Un’operazione che sembra però essere almeno in parte riuscita, se è vero, come ha annunciato il ministro del Turismo Elena Kountoura, che il primo trimestre del 2018 si è chiuso con un incremento medio del 20 per cento sugli arrivi internazio­nali.

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