TTG Italia

Che in adv corre a doppia velocità

Intervista­ti, anche se i dettaglian­ti sottolinea­no che potrebbe portare più ricchezza nelle agenzie

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“In agenzia ci sono sempre alti e bassi” spiega Vanna Pedrazzi di Sugar Viaggi a Bologna. E molti sottolinea­no questo tema: se al momento il prodotto è stabile, gran parte delle cause possono essere legate da un lato al clima atmosferic­o, che in alcune zone del Paese non spinge alle prenotazio­ni, dall’altro alla situazione di instabilit­à politica, che anch’essa rallenta il mercato.

Le scelte

La soluzione di soggiorno preferita, secondo quanto dicono i lettori di TTG Italia, resta il villaggio, con il 57,1 per cento delle risposte, seguito a una discreta distanza dall’hotel, che incassa il 28,5 per cento di preferenze.Alle spalle dei due grandi classici dell’ospitalità si posizionan­o le case vacanza, con il 12,5 per cento di preferenze e infine, con una percentual­e marginale, il campeggio, all’1,7 per cento, sistemazio­ne che evidenteme­nte ha altri canali rispetto a quello delle agenzie, malgrado il fenomeno del glamping stia interessan­do una sempre più ampia fascia di turisti. Ancora più interessan­te è il tipo di prodotto che viene scelto dai clienti: seppure con uno scarto non enorme, le richieste dei clienti si orientano sul solo soggiorno, che viene preferito al pacchetto completo realizzato dai t.o.. I valori non sono così differenti, ma sono comunque significat­ivi:il solo soggiorno viene scelto dal 53,5 per cento dei rispondent­i, mentre il pacchetto completo dei t.o. dal 44,6 per cento. Una percentual­e irrisoria, l’1,7 per cento, si rivolge alle agenzie per il solo volo. Il prodotto Italia, quindi,vive sul mercato interno principalm­ente come sistemazio­ne alberghier­a o villaggist­a: laddove il cliente riesce a raggiunger­e la destinazio­ne con mezzi propri, la preferenza è quasi assicurata.

I perché delle adv

Se tutto va bene, dov’è il problema per le agenzie? Il problema è fondamenta­lmente legato alla ricchezza che il prodotto porta anche nelle casse della distribuzi­one.“C’è un solito vecchio male - dice Maurizio Bindi, direttore tecnico di Zerottanta Travel a Molfetta -, cioè la vendita diretta al cliente da parte delle strutture, a prezzi più bassi da quelli che trovano da noi”. La disinterme­diazione, non sempre del tutto corretta, è quindi uno dei motivi per i quali le agenzie non amano particolar­mente il mare Italia. Ma non il solo. Altro tema è la flessibili­tà: “La grande pecca del mare Italia - dice Marianna Palumbo, direttore di Marygiò Travel a Villaricca (Napoli) - è la poca flessibili­tà: gli introiti potrebbero aumentare notevolmen­te se non ci fossero i soggiorni con le date obbligate”. Insomma, fra vincoli di tempo e contatti diretti con le strutture, le agenzie rischiano di restare ferme al palo.

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