Iata: le grandi potenzialità e i rischi dietro l’angolo
A umentano i passeggeri in volo e i tassi di riempimento, arrivano nuovi aeromobili più efficienti e le stime parlano di un balzo in avanti dei ricavi delle compagnie aeree: il 2018 sarà un anno d’oro per il trasporto aereo. La conferma arriva dall’assemblea generale della Iata, che ha riunito a Sydney i vertici dei principali vettori mondiali.
Eppure, in un cielo apparentemente roseo, alcune nubi sono già chiaramente ben visibili. Il loro nome è chiaro: l’aumento dei costi di carburante e manodopera, gli equilibri geopolitici e la corsa al protezionismo possono cambiare dall’oggi al domani previsioni più che positive.
INDUSTRIA DA RECORD
Leggendo i numeri, il 2018 per l’industria del trasporto aereo si chiuderà con una serie di record positivi. Secondo i dati Iata, infatti, il trasporto passeggeri aumenterà del 7 per cento, segnando, per il sesto anno consecutivo, un incremento più ve- loce rispetto alla media dell’ultimo ventennio (del 5,5 per cento).
Entro il prossimo dicembre voleranno 4,36 miliardi di persone e il numero di rotte servite aumenterà a oltre 58mila nel 2018 (erano 52mila nel 2014).
Inoltre, le compagnie aeree prenderanno in consegna 1.900 nuovi aeromobili, molti dei quali sostituiranno macchine vecchie e poco efficienti in termini di consumo di carburante. Il che significa che a sfrecciare sulle autostrade dei cieli quest’anno ci saranno circa 29.600 aerei.
I RICAVI DEIVETTORI
La spesa globale per il turismo consentita dal trasporto aereo dovrebbe aumentare del 10 per cento, arrivando a quota 794 miliardi di dollari. Significa che nelle casse delle compagnie entrerà un utile netto collettivo di 33,8 miliardi di dollari.
Secondo Alexandre de Juniac, direttore generale e ceo della Iata, nonostante l’aumento dei costi“le basi finanziarie del settore sono forti: il rendimento del capitale investito supererà il costo del capitale per il quarto anno consecutivo”. Questo consentirà alle compagnie“di finanziare la crescita, espandere l’occupazione, rafforzare i bilanci e premiare gli investitori”.
Tutto rose e fiori, insomma? No, perché lo scorso dicembre le previsioni Iata per l’utile netto collettivo erano di 38,4 miliardi: pur in un contesto positivo e di crescita, sono cinque miliardi di dollari in meno. Il problema è legato per la maggior parte, come facilmente immaginabile, al rincaro del fuel, i cui primi assaggi si stanno iniziando a registrare già in questi giorni.
NODO CARO PETROLIO
Basta leggere gli ultimi casi di cronaca per avere una prima risposta. Nel 2018 il costo del carburante aumenterà del 26 per cento: considerando che la voce rappresenta il 24 per cento dei costi operativi che i vettori devono sostenere (era il 21,7 per cento nel 2017), si ha un quadro della situazione.
Gli effetti immediati saranno sulle tariffe dei biglietti :“Prevediamo chela richiesta del mercato rimanga elevata–è il commento di de Juniac -, ma possiamo stimare che il 2018 non sarà più contrassegnato dalle tariffe basse che hanno invece contraddistinto il 2017, dato l’incremento del prezzo del petrolio”.
Tradotto in numeri: se l’anno scorso i biglietti sono aumentati dell’1,2 per cento quest’anno ci si deve aspettare un’accelerazione decisamente più sensibile, intorno al 5,2 per cento.
Il general meeting dell’associazione prevede un 2018 di crescita, ma inquadra i principali ostacoli che si frappongono al raggiungimento degli obiettivi DI ORIANA DAVINI
TARIFFE IN AUMENTO
E infatti alcune compagnie hanno già messo le mani avanti.
Michael O’Leary, ceo di Ryanair, la low cost che ha fatto dei ‘prezzi più bassi del mercato’ la propria bandiera, ha anticipato che se il costo del greggio continuerà a rimanere pari o superiore a 80 dollari al barile, i biglietti aumenteranno del 4 per cento.Anzi, con la consueta chiarezza che lo contraddistingue, il manager ha dipinto uno scenario di mercato dove potrebbero esserci alcune vittime:“Alcune compagnie - ha sottolineato - non fanno utili con il petrolio a 40 dollari al barile, se arrivano a 80-100 qualcuno dovrà chiudere”.
Lufthansa, dal canto suo, ha avvertito che nel 2018 le spese per il carburante per il colosso tedesco aumenteranno di 700 milioni di euro.Air Europe, invece, sarebbe già passata all’azione, adeguando al rialzo i biglietti aerei che facevano parte dei pacchetti viaggi assemblati dal t.o.Travelplan, per i voli acquistati entro il 19 maggio scorso verso il continente americano.
Sono i primi segnali concreti di quel che aspetta tutto il settore del turismo organizzato, perché il volo aereo è, nella maggior parte dei casi, il primo tassello che costituisce tutta l’offerta turistica. Quindi lo spettro dell’aumento dei prezzi potrebbe allargarsi a macchia d’olio e impattare in maniera concreta sulle vacanze dei turisti di tutto il mondo.
FATTORI DI INCERTEZZA
A impattare sui ricavi delle aziende dei cieli, quest’anno peseranno però anche altri fattori. In primis, l’incertezza geopolitica, intesa non tanto come il rischio di guerre o terrorismo bensì una sorta di insicurezza sulla direzione verso la quale si evolveranno i mercati globali.
L’ultima tornata elettorale ha portato in molti stati alla creazione di governi che spingono sul protezionismo: il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare iraniano, la Brexit, le restrizioni sui visti e tutte le discussioni commerciali in corso tra Paesi anche molto distanti tra loro non contribuiscono a creare un clima di stabilità e di favore ai viaggi.
IL RUOLO DELL’AVIAZIONE
Tanto che de Juniac ha lanciato un vero e proprio appello alle forze politiche globali:“Il mondo sta meglio quando i confini sono aperti alle persone e al commercio”.
E a sostegno della propria tesi ha elencato una serie di dati e cifre:“I 4,1 miliardi di passeggeri imbarcati sugli aerei nel 2017 hanno dimostrato il desiderio umano di esplorare, connettersi, imparare e collaborare su grandi distanze. E gli oltre 60 milioni di tonnellate di merci trasportate per via aerea hanno rappresentato un terzo del valore delle merci scambiate a livello globale. Ogni giorno, beni, persone, investimenti e idee sono connessi tramite la rete dell’aviazione. Questo sostiene direttamente 63 milioni di posti di lavoro e migliora la qualità della vita per tutti”.
QUESTIONE VISTI
Ora però la politica deve fare la sua parte. L’invito della Iata è a facilitare la crescita della connettività globale, rispettando gli standard globali, trovando soluzioni efficaci in termini di infrastrutture aeroportuali per far fronte all’aumento di capacità prevista ed evitando una ri-regolamentazione.
Per questo motivo l’Associazione del trasporto aereo ha lanciato una strategia che aiuti i governi a mantenere aperti i confini, lavorando su alcuni punti. Primo tra tutti: i visti. Secondo la Iata l’eliminazione delle restrizioni alla libera circolazione dei viaggiatori dovrebbe ricevere la stessa priorità di altri ostacoli allo scambio liberalizzato di beni e servizi. Per farlo, l’associazione presenta la sua ricetta, che prevede innanzi tutto la liberalizzazione dei visti negli accordi commerciali.
Quindi si dovrebbero collegare i programmi per i viaggiatori registrati, una componente chiave delle misure di sicurezza che aiutano i governi a utilizzare risorse scarse con la massima efficienza. Infine, l’utilizzo dei dati Api (advance passenger information) dovrebbe diventare più efficiente: per esempio, poiché i governi hanno informazioni prima dell’imbarco, i passeggeri non ammessi devono essere informati prima dell’inizio del viaggio anziché all’arrivo, riducendo i costi per le compagnie aeree e il disagio per i passeggeri stessi.Allo stesso modo, le procedure di arrivo dovrebbero essere semplificate per i viaggiatori i cui dati sono stati controllati in anticipo, anche in questo caso sollevando di costi l’intero sistema.
IL NUOVO PRESIDENTE
Il general meeting Iata è stato anche l’occasione per nominare ufficialmente il nuovo presidente del board of governors dell’associzione. È il ceo di Qatar Airways,Akbar Al Baker, il cui incarico durerà un anno.
Al Baker, il primo ceo di Qatar a diventare presidente del board, succede al ceo di Singapore Airlines, Goh Choon Phong.
Ringraziando per la nomina, il numero uno del vettore del Qatar ha sottolineato: “Essere nominato a una così prestigiosa posizione di leadership dell’industria è un grande onore: mi propongo di continuare per l’anno prossimo a guidare la crescita del nostro settore, permettendo alle persone di essere connesse in sicurezza”.
Elencando i temi che il nuovo presidente del board of governors si troverà ad affrontare, il d.g. e ceo Alexandre de Juniac ha fatto riferimento alle“crescenti sfide” come “un allontanamento dalle frontiere aperte”, oltre al “protezionismo commerciale”e alle“restrizioni alla libera circolazione delle persone”.
“La richiesta del mercato rimane elevata, ma il 2018 non sarà contrassegnato dalle tariffe basse” ALEXANDRE DE JUNIAC d.g. Iata “Mi propongo di continuare per il prossimo anno a guidare la crescita del nostro settore” AKBAR AL BAKER chairman board of governors