DENTRO I NUMERI
Il rialzo del prezzo del petrolio non rovina la festa dell’aviazione mondiale. I profitti netti delle compagnie aeree rallentano, ma non vengono intaccati in maniera sostanziale. Questi i numeri che arrivano da Iata, che fotografa l’andamento di 290 compagnie, con una quota di mercato pari all’82 per cento del traffico globale.
I dati
La Iata prevede per quest’anno utili netti complessivi pari a 33,8 miliardi di dollari per tutte le compagnie mondiali, in calo rispetto ai 38,4 miliardi stimati lo scorso dicembre. Nello stesso tempo la Iata ha alzato a 38 miliardi il calcolo dei profitti netti raggiunti nel 2017, il record storico. I risultati del 2017 hanno beneficiato anche di proventi straordinari per crediti d’imposta. I profitti attesi quest’anno equivalgono a 7,67 dollari per ogni passeggero (9,27 dollari nel 2017).
Battuta d’arresto
La riduzione dei profitti 2018 rispetto alle stime è dovuta all’aumento dei costi, soprattutto del petrolio. La bolletta totale del carburante dovrebbe salire da 149 a 188 miliardi di dollari per tutte le compagnie, mentre i ricavi totali dovrebbero raggiungere 834 miliardi, il 10,7 per cento in più rispetto ai 754 miliardi del 2017.
Gli Usa e l’Europa
La domanda però continua ad essere robusta. I passeggeri l’anno scorso hanno superato i 4 miliardi (4,093 miliardi), in crescita dell’8,1 per cento sul 2016. “Quest’anno ci aspettiamo una crescita della domanda di passeggeri del 7 per cento e delle merci del 4”, ha detto il ceo di Iata Alexandre de Juniac. I profitti più alti sono previsti anche quest’anno per le compagnie del Nord America, con 15 miliardi (in calo dai 18,4 miliardi del 2017), seguite dalle compagnie europee, con 8,6 miliardi di dollari di utili netti, in rialzo rispetto agli 8,1 miliardi dell’anno scorso. L’Europa quest’anno dovrebbe superare l’Asia-Pacifico.
Le infrastrutture
“Siamo preoccupati per le infrastrutture, c’è una crisi di capacità negli aeroporti e la tendenza dei governi alle privatizzazioni è preoccupante”, sostiene la Iata. “Le privatizzazioni spesso hanno comportato un aumento dei costi per compagnie e passeggeri, ma non un miglioramento dei servizi né una maggior efficienza” conclude de Juniac.