Corsa a ostacoli in adv
Le ultime norme hanno modificato il comparto spingendo sulle agenzie sempre più grandi
L’ultimo anno e mezzo, per le agenzie di viaggi, è stato uno dei più complessi che si ricordi. Una vera e propria corsa a ostacoli quella che ha dovuto affrontare la distribuzione. Ma questa volta le oscillazioni del mercato non c’entrano.A mettere i bastoni tra le ruote non è stata tanto l’instabilità delle destinazioni o la capacità di spesa dei clienti, quanto il cambio delle normative.
Dal varo della direttiva pacchetti da parte dell’Ue, recepita in Italia a luglio dell’anno scorso, passando dal famigerato Gdpr, fino alle nuove norme sulle assicurazioni e alla fattura elettronica, gli ultimi mesi sono stati una vera e propria rincorsa per adeguarsi alle regole. E se il processo non è stato semplice per le imprese di medie e grandi dimensioni, per realtà da pochi (o nessun) dipendenti come le agenzie di viaggi si è trattato di un vero e proprio labirinto.
“C’è molta confusione nelle agenzie di viaggi - sostiene Luca Caraffini, amministratore delegato di Geo Travel Network -: anche professionisti con esperienza decennale fanno fatica a comprendere tutte le sfumature delle nuove regole, a partire dalla differenza tra ciò che è pacchetto turistico e ciò che non lo è”. Senza parlare della privacy:“Qui sono in pochi a rispettare appieno la normativa” avverte ancora Caraffini.
Ma non è detto che la situazione sia necessariamente peggiorata. In alcuni casi i cambiamenti hanno effettivamente semplificato le cose per le agenzie di viaggi.
“Qualcuno inizia ad ammettere che la fattura elettronica non è male” riporta il presidente di Marsupio, Massimo Caravita. Certo, il passaggio alla nuova modalità ha avuto un impatto economico “ma adesso si capisce che da questo costo si può avere qualcosa di proficuo” aggiunge.
RIMANGONO ANCORA DUBBI
È anche vero, però, che su alcuni fronti aleggiano ancora dei dubbi. E la questione della privacy è sicuramente uno di questi.“Quando un cliente si fa fare un preventivo e l’agente di viaggi chiede nome e cognome deve far firmare il modulo della privacy?” si domanda Piergiorgio Reggio, direttore commerciale di Blue Team.“E quando si fa un biglietto? Anche per quello è necessario?” incalza.
Senza contare, sottolinea ancora Reggio, che anche il discorso delle verifiche degli adempimenti non è chiarissimo per le agenzie.“Non si comprende bene chi potrebbe fare controlli in materia di privacy”: ovvero, detto in altri termini, chi potrebbe entrare nell’agenzia di viaggi per verificare la corretta applicazione del gdpr.
Una cosa, comunque, è certa:“È dura la vita per le agenzie di viaggi”riassume Ivana Jelinic, presidente di Fiavet nazionale. Che prosegue:“Tutto è diventato più complesso. E non ci sono stati strumenti di controllo, nè di contenimento: non ci sono stati interventi per arginare l’abusivismo o i giganti del web che hanno sede in Paesi con regimi fiscali agevolati”.
Insomma, le agenzie di viaggi si trovano a dover fare i conti con adempimenti sempre più pressanti ed economicamente gravosi, a fronte di una concorrenza spietata da parte di chi opera al di fuori delle regole o di chi può contare su una tassazione differente e più vantaggiosa.
UN’EVOLUZIONE DEI PUNTI VENDITA
Le agenzie di viaggi passeranno indenni da tutto questo? È ragionevole pensare di no. Gli effetti delle regole approvate nell’ultimo anno e mezzo erano chiari sin dall’inizio: favorire la creazione di agenzie di viaggi di dimensioni maggiori, più strutturate, in grado di gestire tutte le varie attività. “In un punto vendita bisogna essere esperti di marketing, contabili, venditori...” riassume Caraffini.“E qui non serve la palla di cristallo per vedere il futuro: ci saranno agenzie sempre più grandi. Ma non solo per questioni di normative e competenze: le commissioni sono sempre più basse e questo vuol dire che servono fatturati sempre più alti per sopravvivere. E il fatturato alto non lo si fa certo da soli”.
Per Caravita la tendenza è in realtà già in atto e non solo nel turismo.“Sta accadendo in tutto il retail. C’è il grande negozio monomarca con 7/8 dipendenti e poi c’è il piccolo multimarca. Lo stesso avviene nel nostro settore: oggi un’agenzia deve chiedersi se vuole essere grande, ovvero avere un certo numero di dipendenti, oppure andare avanti con due soci”. Ci sarebbe dunque una sorta di polarizzazione all’interno della quale starebbero scomparendo i punti vendita di medie dimensioni.
Le cose stanno cambiando, in parte per cause naturali e in parte per una precisa spinta delle normative. Le agenzie di viaggi tra qualche anno non saranno probabilmente più quelle che sono ora. E l’intero comparto, di conseguenza, cambierà aspetto.
Perché gli elementi della filiera sono strettamente interconnessi: e nessuno di questi può cambiare assetto senza necessariamente modificare anche gli altri protagonisti del comparto.