Il fenomeno self connections
Il nuovo business per vettori e aeroporti è stato al centro di un convegno a Rimini moderato dal direttore di TTG Remo Vangelista: forti le potenzialità per il settore
Anno 2017: nel mondo oltre 55 milioni di passeggeri hanno volato utilizzando le self connections, ovvero il volo con scalo composto da almeno due biglietti aerei separati, non necessariamente della stessa compagnia aerea.Anno 2022: almeno 110 milioni di passeggeri voleranno utilizzando le self connections. Ma la cifra potrebbe anche essere ben più alta.Tradotto: c’è un nuovo business tutto da cavalcare dagli attori del settore, a patto di utilizzare la tecnologia corretta per facilitare passeggeri nell’utilizzo di questo importante segmento.
Il tema è stato al centro di uno dei convegni che si è tenuto a TTG Travel Experience di Rimini nell’ambito del programma Think Future. Moderato dal direttore di TTG Italia Remo Vangelista,‘Self-connection, i passeggeri riscrivono le regole delle connessioni con il fai da te’ ha visto come protagonisti Camillo Bozzolo, direttore commerciale e marketing aviation dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, Valeria Rebasti, commercial country manager Italy & Southeastern Europe di Volotea, e Lorenzo Lagorio, country manager Italia di easyJet.
TRASFORMAZIONE
Ed è stato proprio Camillo Bozzolo a spiegare lo scenario nel quale si è sviluppato il nuovo modello, figlio di un settore in continua trasformazione sull’onda dello sviluppo irrefrenabile delle compagnie low cost.“Negli ultimi 15 anni - ha detto il manager - i vettori tradizionali si sono progressivamente ritirati sui loro hub di riferimento e da qui fanno partire i loro voli point to point. Le altre compagnie, low cost in testa, hanno trovato terreno fertile per inserirsi sulle cosiddette ‘bypass routes’, da cui hanno conquistato il mercato arrivando a superare il 50 per cento dello share totale, come nel caso dell’Italia”.
LA TECNOLOGIA
In questo contesto i passeggeri si sono trovati nella necessità di ricercare connessioni indirette con biglietti aerei singoli e scali più o meno lunghi in aeroporto tra un volo e l’altro. Un fai da te che le compagnie hanno poi iniziato a cercare di intercettare. Tra le pioniere su questo fronte easyJet, che oltre due anni fa ha messo in campo Worldwide by easyJet, che oggi conta una quindicina di compagnie aeree partner.“Abbiamo avuto un incremento dei volumi del 300 per cento - ha sottolineato Lorenzo Lagorio - perché, grazie alla tecnologia, abbiamo agevolato il processo in favore dei passeggeri. Inoltre con questo sistema ora ci rivolgiamo a un bacino potenziale di 70 milioni di pax”.
L’incremento della domanda si è verificato anche in casa Volotea, che proprio in questi giorni ha lanciato Vollotea Connect su tre basi,Venezia,Atene e Nantes, e che consente ai clienti di qualsiasi scalo connesso di acquistare un volo in connessione con la garanzia di avere un’alternativa di trasporto a destinazione e, in caso di necessità, l’alloggiamento, qualora si verificasse una disruption.“Al momento il servizio prevede che il passeggero debba comunque ritirare il proprio bagaglio tra un volo e l’altro - ha aggiunto Valeria Rebasti -, ma contiamo per il futuro di migliorare il servizio con il trasporto dei bagagli fino alla destinazione finale”.
Discorso simile per il Marco Polo, che ha lanciato sul mercato Venice Connect in partnership con Kiwi.com, con la possibilità di combinare due o più tratte diverse usufruendo anche di transito assistito.“Avevamo VolaViaVenezia, ma era un sistema macchinoso, la tecnologia non era ancora pronta - ha concluso il manager dello scalo -. Ora il prodotto funziona e il must è la possibilità di riprotezione. Ma siamo solamente all’inizio, il prossimo passo sarà quello dei prodotti ancillary per aumentare il business delle compagnie e, ovviamente, dell’aeroporto”.