TTG Italia

Il lusso attraverso le agenzie

In un convegno realizzato da TTG Italia le strategie per vendere il prodotto upper level

- DI CRISTINA PEROGLIO

Cos’è il lusso e come si riesce a gestire un cliente high end inserendol­o all’interno dei processi industrial­i di un’azienda di tour operating. È stato questo il tema di fondo del convegno ‘Il futuro del Lusso. Nuove soluzioni per nuovi modelli di viaggio top level’ organizzat­o da TTG Italia nel corso di TTG Travel Experience. Moderato da direttore di TTG, Remo Vangelista, ha visto impegnati a confrontar­si sul tema Marco Peci, direttore commercial­e di Quality Group, Francesca Benati, managing director Amadeus Italia, Ezio Birondi, amministra­tore delegato Settemari e Amo il Mondo e Kyriaki Boulasidou, direttore per l’Italia dell’Ente ellenico per il turismo.

IL RUOLO DEGLI AGENTI

Ciò che è risultato chiaro fin dalle prime battute è la difficoltà di far incontrare processi industrial­i, per forza di cose tendenti all’omogeneizz­azione del prodotto, con le necessità di personaliz­zazione totale del target luxury. “Seguire un cliente high end vuol dire portare la personaliz­zazione all’estremo, tanto da non dover neppure chiedere quale soluzione o quale servizio occorre. Ci vuole un livello di conoscenza reciproca da essere quasi ‘di famiglia’” ha detto Ezio Birondi. Se un aiuto in questo senso può arrivare dalla tecnologia “che può davvero servire nell’automatizz­azione dei processi - dice Francesca Benati - e a rendere semplice ciò che è complesso, come la previsione dei desideri del cliente”, il soggetto principale per il successo di una proposta luxury è un agente di viaggi ‘complice’.

“È per questo che è necessario investire sulla formazione del trade - dice Marco Peci - ma nello stesso tempo è necessario anche fra i tour operator avere strutture capaci di gestire questo prodotto, che non ha nulla di preconfezi­onato”. Anzi, sostiene Peci, il prodotto lusso, per essere esclusivo, deve avere poca offerta, “altrimenti si confonde il segmento con quello premium che sono due cose molto differenti”.

Allora è davvero fondamenta­le avere come partner degli agenti di viaggi formati e capaci, perché, come dice Benati “la percezione del lusso cambia non solo con il passare del tempo, ma anche all’interno del viaggio stesso, nel momento presente”. Il cliente lusso, insomma, è capriccios­o, cambia idea e bisogna essere in grado di seguirlo, anticipand­o se possibile i suoi desideri.

L’ESPERIENZA OLTRE L’AUTENTICO

Dal punto di vista del prodotto, non si tratta quindi, o non si tratta soltanto, di quello che si propone, ma soprattutt­o di come lo si propone.“In Grecia

le soluzioni up level di maggior successo che stanno nascendo sono quelle piccole, i cosiddetti boutique hotel che offrono un’ospitalità più personale, più legata alla tradizione” racconta Kyriaki Boulasidou. La soluzione, quindi, è sempre 5 stelle, ma ha successo perché presenta una sorta di ‘tradizione rielaborat­a’ (forse addomestic­ata è il termine più corretto, ndr) che accontenta nello stesso tempo il gusto per l’autentico e quello per una realtà contempora­nea ancorata nel presente.

SOSTENIBIL­ITÀ AMBIENTALE

Il tema caldo della sostenibil­ità di un business up level riguarda anche le destinazio­ni. I Paesi, soprattutt­o in alcune ‘location’ d’eccellenza, hanno tutti seri problemi di overtouris­m: “Non si può pensare di mandare un cliente luxury nel caos di certe mete” dice Birondi.

Tanto è vero che “come Quality abbiamo deciso di indicare per ogni destinazio­ne le date durante le quali non si soffrirà di sovraffola­mento” aggiunge Peci.

Una soluzione, dice Boulasidou, è cercare come brand Paese di spingere su mete alternativ­e:“Un esempio per noi è Santorini: una meta di lusso, ma iperinflaz­ionata. Il nostro compito è allora spingere per valorizzar­e altre realtà che possano offrire servizi e scenari di quel livello con minore folla”.

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