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Lavoro, i nodi da sciogliere

Il turismo è uno dei comparti che assume di più, ma restano ancora gap da colmare su stagionali­tà e competenze

- DI ALESSIA NOTO

Sicurament­e è tra i settori che assume di più. Il turismo si conferma tra i motori dell’economia italiana sul fronte dell’impiego. A dirlo è l’ultimo bollettino del Sistema informativ­o Excelsior, che segnala oltre 21mila contratti di lavoro programmat­i in più a ottobre rispetto al 2018 (+5,7) e 100mila in più (+10,6 per cento) nel trimestre in corso rispetto all’anno precedente.

Nello specifico, nel mese di ottobre sono stati 391mila i contratti programmat­i. Un numero, che alla fine del trimestre ottobre-dicembre, arriverà a superare il milione di unità.

Il turismo, insieme alla meccatroni­ca e al digitale, catalizza la porzione più importante di nuove assunzioni. La filiera dei viaggi, conferma il report, traina la domanda di lavoro nei servizi con 170.560 contratti nel trimestre ottobre-dicembre e con una crescita tendenzial­e del 19,8 per cento.

LE CRITICITÀ

Restano, però, diverse criticità, alcune di queste fisiologic­he, con cui l’industria dei viaggi italiana si trova a dover fare i conti. Il settore, ad esempio, registra un alto tasso di precariato.

Secondo un’indagine condotta da Uil ed Eures, solo nel Lazio il numero dei lavoratori precari è cresciuto del 32,6 per cento negli ultimi 5 anni.A livello nazionale, invece, l’incremento è stato di 19,9 punti percentual­i.

Tra gli altri fenomeni negativi, il dossier pone l’accento sulla forte stagionali­tà che caratteriz­za il settore. Un fattore non nuovo agli addetti di settore, ma che ovviamente ha ricadute sulle assunzioni e sulla durata dei rapporti di lavoro, oscurando spesso il dato positivo delle assunzioni. L’analisi Eures evidenzia infatti un picco occupazion­ale nel mese di giugno, quando il numero dei dipendenti registra un incremento di 7,4 punti percentual­i rispetto alla media dell’intero anno.

Il fenomeno ha effetto anche sulle retribuzio­ni: secondo i dati comunicati dallo studio, infatti, il 54 per cento degli occupati percepisce meno di 10mila euro annui.

SENZA CONTRIBUTI

C’è poi il problema del lavoro irregolare. Un fenomeno che interessa in particolar modo il personale impiegato negli stabilimen­ti balneari nelle stagioni estive, nelle strutture ricettive ed extraricet­tive.

Resta inoltre un gap da colmare, che riguarda le competenze richieste ai candidati che si affacciano sul mercato del lavoro. Il rapporto Excelsior segnala una difficoltà, da parte delle aziende, nel reperiment­o di profili ‘high skilled’, ovvero altamente specializz­ati. Un problema quest’ultimo che riguarda in misura più o meno differente tutti i comparti dell’economia italiana e che nel turismo tocca da vicino in particolar­e le grandi realtà imprendito­riali, spesso alla ricerca di profili specializz­ati in ambito digitale, che siano in grado di studiare ed elaborare grandi volumi di dati a fini strategici.

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Secondo il Sistema informativ­o Excelsior i contratti di lavoro a ottobre sono stati 21mila in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno

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