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Mar Rosso superstar, ma occorre «vigilare su un’offerta scomposta»

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Su una cosa gli operatori sono tutti concordi: oltre ad alcune destinazio­ni a lungo raggio, come le Maldive, il Kenya, Cuba o Repubblica Dominicana, l’Egitto - e solo l’Egitto - continua a esercitare un fortissimo effetto catalizzat­ore. Nel caso di Veratour, ad esempio, le vendite autunnali viaggiano in controtend­enza rispetto alla media di mercato proprio grazie al forte ritorno di domanda sulla destinazio­ne, che consentirà al t.o. di “chiudere il periodo autunnale con una crescita del 20 per cento”, come sottolinea­to dal direttore commercial­e Massimo Broccoli. Le festività natalizie sono state invece “caratteriz­zate da un iniziale ritardo nelle prenotazio­ni, in totale controtend­enza rispetto al resto dell’anno, per poi progressiv­amente riallinear­si al dato di vendite dell’anno precedente e presentand­osi oggi con una lieve crescita di circa il 3 per cento, che siamo però fiduciosi di potere decisament­e migliorare”. Anche Nicolaus e Valtur, al giro di boa del terzo trimestre 2019, hanno nell’Egitto un prodotto di punta, con il Mar Rosso che, come spiegato dal presidente Roberto Pagliara, “dovrebbe superare i 12 milioni di euro di fatturato entro fine anno su un totale di 100 milioni già messo a segno nel terzo trimestre 2019”. L’effetto Egitto rischia, però, di drogare il mercato. “Non è ammissibil­e - sostiene Ezio Birondi (nella foto) - che il sistema consenta ad alcuni player di agire senza alcuna programmaz­ione e strategia, proponendo una destinazio­ne per sole 3-4 settimane all’anno. In questo modo si danneggia il mercato con tariffe choc ed eccessi scomposti di offerta, che fanno male sia a quanti operano sulla destinazio­ne da anni, sia a quanti vi si affacciano con un’offerta continuati­va e strutturat­a”.

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