Wtm, obiettivo sostenibilità
Al centro delle discussioni nel corso della manifestazione i cambiamenti climatici, l’emergenza ambientale e le soluzioni dei player di settore per un turismo ecocompatibile e responsabile, che salvaguardi pianeta e posti di lavoro
Uno splendido quarantenne. Il Wtm di Londra ha festeggiato quest’anno quattro decadi di vita, ma continua a ribadire il suo ruolo di straordinario collettore di idee innovative, tendenze e prospettive future con una quantità di eventi, dibattiti e summit da record. Così come da record sono i numeri, che parlano di oltre 5mila espositori provenienti da 180 Paesi e più di 50mila visitatori professionali.
Il programma, come nell’edizione 2018, è stato all’insegna del concetto ‘Ideas Arrive Here’ sviluppando tre temi chiave: prospettive innovative, nuove possibilità e nuove, stimolanti idee.
LE NECESSITÀ DEL FUTURO
Temi che hanno ruotato in gran parte intorno a una necessità mai così centrale come oggi nel dibattito dell’industria dei viaggi: quella del turismo responsabile.A parlare del cosiddetto ‘Effetto Greta’- dalla giovane attivista Greta Thunberg - è stato Euromonitor, che nel suo studio ‘Megatrends Shaping the Future of Travel’, presentato in fiera, cita come secondo l’Unwto l’attività turistica rappresenti oltre il 5 per cento delle emissioni di carbonio globale e l’emergenza ambientale sia destinata a influire in modo pesante sulle scelte di viaggio soprattutto dei turisti più giovani, quelli della Gen Z, particolarmente sensibili a questa tematica. In Scandinavia il problema è così sentito che è apparsa addirittura una parola nuova:‘flygskam’, tradotto come ‘vergogna di volare’, che deriva dal senso di colpa degli svedesi quando si spostano in aereo, a causa dell’impatto ambientale dei loro viaggi. E in molti al Wtm hanno sollevato la questione se eliminare o meno i programmi per frequent flyer, che premiano le persone che volano con altri viaggi in aereo, invece di dissuaderle dall’utilizzo degli stessi.
Al turismo responsabile è stato dedicato un programma ad hoc con una sessione dal titolo ‘Is Tourism a Strategy for Development?’ che ha introdotto un concetto chiave per lo sviluppo futuro: la necessità di passare da un modello ‘market-led’ a uno ‘community-led’, in cui i player di settore smettano di vedersi come competitor e inizino a ragionare insieme su un modello di sviluppo sostenibile.
Un altro forum,‘The Challenge of Building Sustainable Hotels’, ha esplorato la struttura complessa della proprietà alberghiera e l’impatto che ha sulla sostenibilità.Anche gli hotel, infatti, dovranno adeguarsi all’accordo sul clima di Parigi.“Il cuore del problema ha spiegato Eric Ricaurte, founder & ceo della società di consulenza Greenview - sono le strutture in gestione.Al momento, infatti, la maggior parte di loro non è progettata per raggiungere obiettivi scientifici basati sulla decarbonizzazione”.
“Siamo a un bivio - ha riconosciuto Allan Agerholm, chief hospitality officer di BC
Hospitality Group -: il nostro impatto ambientale sta crescendo troppo velocemente, ma ora, al contrario di pochi anni fa, la sostenibilità di un hotel è ai primissimi posti nel ranking delle motivazioni che spingono un cliente a sceglierlo”.
Ma turismo sostenibile significa anche una forma di business che possa venire incontro alle necessità delle comunità locali. Ed è proprio su questo tema che si è concentrato il consueto Summit Unwto & Wtm dei ministri del Turismo, dal titolo ‘Technology for Rural Development’. Un discussione che ha gettato le basi per ulteriori lavori nel 2020, quando ‘Sviluppo rurale e industria dei viaggi’ sarà il tema della Giornata mondiale del turismo, prevista per il 27 settembre prossimo.
“L’OVERTOURISM NON ESISTE”
Altra accezione della sostenibilità è la capacità di gestire i flussi di visitatori limitando al massimo l’impatto ambeintale. Ed è proprio sul tema dell’overtourism che è intervenuto Taleb Rifai, ex segretario generale dell’Unwto:“L’overtourism - ha detto provocatoriamente nel corso del dibattito ‘Destination Smart for a Healthy Future’ - non esiste: o ci sono i turisti, o non ci sono. Possiamo invece parlare di sfide di gestione”. E ha citato un’idea concreta, elaborata da lui stesso per Venezia: offrire ai crocieristi pass gratuiti per gite in bus nelle campagne circostanti la città, in modo da mitigare il sovraffollamento del centro. S. G.