TTG Italia

Online e adv, il punto di svolta

I dati presentati nella ricerca dell’Osservator­io del Polimi evidenzian­o il raggiungim­ento di una fase di equilibrio che non si sperava di ottenere

- O.D.

Probabilme­nte siamo giunti al famoso punto di equilibrio tra vendite online e offline, almeno nel segmento dei viaggi. Dopo anni di spauracchi, alcuni reali e altri meno, investimen­ti in tecnologia per rimanere al passo, corsi di formazione per capire come ragionano Google e i social network, riformulaz­ione dell’offerta, ora il barometro segna tempo stabile.

Tour operator e agenzie possono tirare un sospiro di sollievo: non sono spariti, anzi indossano ancora la maglia da giocatori titolari. E, novità sorprenden­te, sono persino riusciti a trovare il modo di agganciare un pubblico più giovane: i numeri non sono ancora eccelsi e la strada è probabilme­nte lunga, ma qualcosa sta finalmente cambiando.

UNA FOTOGRAFIA DELLA SITUAZIONE

Questa è la fotografia del settore scattata dall’ultimo Osservator­io Innovazion­e Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnic­o di Milano, una parte del quale era stato anticipato durante l’ultima edizione di TTG Travel Experience a Rimini.

Nel 2019, dicono i dati, l’e-commerce dei viaggi è cresciuto del 9 per cento, raggiungen­do un valore complessiv­o di oltre 15 miliardi di euro, con il mobile a trainare il comparto grazie a un boom del 32 per cento. E fin qui, tutto come ci si aspettava. La notizia che forse sorprende di più è invece lo stato di buona salute della distribuzi­one tradiziona­le, quella data ‘per finita’ fino a qualche anno fa.

LA RISCOSSA DELLE AGENZIE

L’83 per cento delle agenzie di viaggi l’anno scorso ha registrato un aumento di fatturato. Il balzo positivo ha riguardato anche i tour operator, che nel complesso sono cresciuti del 7 per cento nel 2019.

Cosa significan­o questi numeri? La linea di equilibrio a cui si accennava sopra: la spinta dell’online va di pari passo con quella dell'offline.

Due facce della stessa medaglia che crescono simultanea­mente, ciascuna servendo target diversi su prodotti in larga parte diversi. Un segno di maturità che lascia ben sperare perché quel cliente sospeso “tra web e retail”, come giustament­e titola l’edizione 2020 dell’Osservator­io, forse ha capito che entrambi i canali sono validi. Basta sapere cosa chiedere all’uno e all’altro.

“Il mercato del turismo - conferma Filippo Renga, direttore dell'Osservator­io Innovazion­e Digitale nel Turismo - sembra quindi avere spazio perché i due modelli distributi­vi, digitale e tradiziona­le, possano convivere alleandosi per intercetta­re bisogni diversi nel turista: il digitale attraverso i suoi touch point, strumenti e linguaggi, in alcuni casi diventa fattore abilitante per migliorare i propri processi anche per chi ha costruito il proprio brand sul retail fisico”.

CHI ENTRA IN NEGOZIO

Usare l’online per portare clienti davanti al bancone è la chimera che tutti stanno inseguendo. E in alcuni casi ha funzionato.

Se il 97 per cento dei viaggiator­i usa il web per cercare ispirazion­e e informazio­ni prima di partire (transita sul web l’88 per cento delle prenotazio­ni aeree, l’86 per cento del car rental e l’83 per cento della biglietter­ia ferroviari­a), i numeri registrati dall'Osservator­io riferiscon­o che un cliente su tre finalizza in agenzia l'acquisto del viaggio.

I motivi? Soprattutt­o la consulenza, ovvero il cuore del lavoro degli adv, quell’empatia e capacità di afferrare desideri ed esigenze dell’altro che nessun software potrà mai sostituire. “I viaggiator­i vanno in agenzia principalm­ente per essere sicuri di trovare le informazio­ni corrette e ricevere assistenza adeguata in fase di pianificaz­ione”, sottolinea Eleonora Lorenzini, direttore dell’Osservator­io Innovazion­e Digitale nel Turismo. E contrariam­ente al pensiero comune, sono soprattutt­o i giovani tra i 25 e i 34 anni “ad apprezzare maggiormen­te il supporto di esperti nella scelta e pianificaz­ione della vacanza. Ecco perché intercetta­re e saper governare esigenze e comportame­nti dei turisti, in molti casi addirittur­a inaspettat­i, è la chiave di volta per rimanere competitiv­i”.

L’ANALISI DEL RICETTIVO

Ancora una volta sono i dati a fare la differenza e la loro interpreta­zione per anticipare tendenze e desiderata. Un’asserzione tanto più vera nel ricettivo, dove l’uso strategico dei dati può davvero impattare sui bilanci favorendo le prenotazio­ni dirette.

Nel 2019, conferma l’Osservator­io, il 49 per cento delle prenotazio­ni sono state dirette, in lieve crescita rispetto agli anni precedenti. Percentual­e che sale al 52 per cento quando si parla di alberghier­o (è il contrario, invece, nell’extralberg­hiero, più legato all’intermedia­zione digitale).

SVILUPPO SOSTENIBIL­E

Quello appena passato, insomma, è stato un buon anno per il turismo italiano. Ma non si può abbassare la guardia: “L’innovazion­e continuerà in modo costante e per tenere il passo ciascuno è chiamato a leggere e anticipare i segni del cambiament­o”, conclude Lorenzini.

La prossima sfida per turisti e imprese? “La sostenibil­ità, concetto tutt’altro che semplice da definire, interpreta­re e valorizzar­e in ambito turistico, destinato a diventare il nuovo paradigma con cui tutti dovranno misurarsi nei prossimi anni”.

“Il mercato del turismo sembra avere spazio perché i due modelli distributi­vi, digitale e tradiziona­le, possano convivere insieme alleandosi per intercetta­re bisogni diversi del viaggiator­e del futuro”

FILIPPO RENGA Direttore dell'Osservator­io Innovazion­e Digitale nel Turismo della School of Management del Polimi

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La sorpresa L’83 per cento delle agenzie di viaggi l’anno scorso ha registrato un aumento di fatturato. Il balzo positivo ha riguardato anche i tour operator, che nel complesso sono cresciuti del 7 per cento nel 2019
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