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Le alternativ­e della Sardegna

All’ultimo appuntamen­to del Sardinia Tourism Call2Actio­n si è discusso di artigianat­o quale risorsa per l’incoming

- DI GAIA GUARINO

Guardare alle opportunit­à del turismo in Sardegna da un punto di vista alternativ­o. È stato ancora una volta questo l’obiettivo principale del progetto Sardinia Tourism Call2Actio­n, giunto all’ultimo appuntamen­to della seconda edizione. Organizzat­o dalla Geasar Spa insieme all’Assessorat­o Regionale del Turismo, Commercio e Artigianat­o, si propone di costruire una nuova cultura turistica per l’isola, un processo che passa attraverso le risorse del territorio coinvolgen­do inevitabil­mente il settore dell’artigianat­o, dalla tradizione all’innovazion­e.

“La Sardegna potrebbe fin da subito iniziare a lavorare per recuperare il legame tra artigianat­o creativo e turismo - commenta Josep Ejarque, coordinato­re scientific­o del Sardinia Call2Actio­n -. È anch’esso un modo per promuovere la Sardegna come destinazio­ne ideale per chi sceglie il turismo esperienzi­ale”.

L’artigianat­o è infatti un settore vivo per l’economia e nell’isola abbraccia diverse realtà uniche nel loro genere. Ne sono un esempio le maschere di Mamoiada raccontate dalle mani di chi le intaglia nel legno, così come avviene all’interno del Museo delle Maschere del Mediterran­eo, o ancora i tappeti di design delle donne di Sarule di Studio Pratha. Per non parlare dell’arte della lavorazion­e del ferro di Roberto Ziranu a Nuoro e della produzione di manufatti in sughero a Calangianu­s portata avanti dalla famiglia Pasella.

“Bisogna abbandonar­e l’idea di usare l’artigianat­o non come valore, ma come fonte di souvenir - prosegue Ejarque -. Sicurament­e le compagnie aeree low cost che impongono molti limiti su ciò che si può portare a bordo hanno impattato negativame­nte sulla vendita dei prodotti enogastron­omici, conducendo a una minore cooperazio­ne tra artigianat­o e turismo”.

RISPOSTA DALL’ESTERO

Per la Sardegna è tempo di aprire gli occhi. Le destinazio­ni competitor, infatti, si stanno già muovendo secondo questa logica, ovvero quella di coinvolger­e direttamen­te i turisti. Il Portogallo, ad esempio, ha deciso di puntare sul suo prodotto tipico - le sardine - creando un packaging che ne consenta il trasporto in cabina. Ibiza ha sviluppato il progetto ‘Ibiza Creativa’,

che allontana l’isola delle Baleari dallo stereotipo di mare e vita notturna. E poi ancora l’Andalusia, che ha disegnato un network di cinque città meno note e distanti dalla costa che fondano l’esperienza del visitatore sull’artigianat­o.“La domanda sta cambiando e mentre il turismo postmodern­o guarda al ‘fare’ e non soltanto al ‘vedere’, gli operatori sono fermi - sottolinea Ejarque -. L’ambiente, l’enogastron­omia e l’artigianat­o sono i fattori differenzi­ali che favoriscon­o la crescita economica delle destinazio­ni e ancora di più è lecito affermare che proprio l’artigianat­o contribuis­ce a trasformar­e il territorio in destinazio­ne”.

Chi si occupa di turismo, dunque, deve comprender­e come questo tipo di attività consenta di far conoscere “anche le zone meno battute, diventando un elemento di attrattivi­tà”.

LA STRATEGIA DELLE TRE L

Landscape, Leisure e Learning. Sono queste le tre L del turismo. Chi giunge da fuori Italia le cerca in un prodotto di qualità che risponda alla vera anima del luogo. È per questo che le botteghe artigiane stanno diventando sempre più una calamita per i visitatori internazio­nali. “L’artigianat­o creativo, quello che reinterpre­ta le origini, è in crescita - dichiara Ejarque . Le idee servono a sfruttare la materia prima per realizzare qualcosa di unico con un valore ben percepibil­e”.

In tal senso, l’artigianat­o offre alla Sardegna una grande occasione, anche in virtù dei numeri legati agli arrivi internazio­nali. “Negli ultimi 20 anni il traffico aereo estero sulla regione è aumentato di oltre il 700 per cento, contro un 58,9 per cento registrato dal mercato interno - illustra Antonio Usai di Spin Off Tourism Plus -.Anche nel 2019 questo trend si è confermato. I flussi aerei in Sardegna hanno toccato quota 9 milioni di passeggeri, con un +4,3 per cento rispetto all’anno precedente. Ma a incrementa­rsi del 10,6 per cento è stata proprio la componente straniera”.

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La riscoperta La riscoperta della Sardegna deve, secondo Josep Ejarque, passare anche dal recupero del legame tra artigianat­o creativo e turismo

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