Il volo alto di Malpensa
Lo scalo archivia un anno record, ma non si ferma: i progetti per aumentare l’attrattività
Malpensa va a gonfie vele e spinge in alto il turismo milanese. E l'hub del Nord Ovest può definitivamente mettere in soffitta gli anni difficili del recente passato, ritornando al suo ruolo di aeroporto di riferimento.
L’anno appena concluso ha incoronato il principale scalo lombardo con dati record: 28,8 milioni di passeggeri nel 2019, pari a una crescita annua del 16,7 per cento.
IL PARAGONE CON L’EXPO
Per dare un’idea delle proporzioni, sono 10 milioni i pax in più rispetto al 2015, anno del memorabile Expo. Certo, al risultato ha contribuito lo spostamento di traffico dovuto ai mesi di chiusura di Linate. “Ma al netto di questo effetto, la performance di Malpensa è stata almeno del 10 per cento in più” ha spiegato recentemente Armando Brunini, amministratore delegato di Sea, il cui polo aeroportuale complessivamente ha trasportato 35 milioni di passeggeri.
Su Malpensa scommettono in tanti, essendo ormai la porta privilegiata d’ingresso (e d’uscita) di tutto il Nord-Ovest della Penisola, e nel 2019 sono arrivati 13 nuovi collegamenti. Si va dalle new entry americane Los Angeles e San Francisco, targati Air Italy, fino al Mosca di S7. Il lungo raggio ha un ruolo determinante ed è “benedetto” dall’intero territorio, perché fa arrivare a Milano e in Lombardia i turisti “top spender”.
TURISTI BIG SPENDER
Basti osservare i dati dello shopping tax free, che vedono in testa cinesi, americani, russi, sudcoreani e taiwanesi. Sul fronte long haul, Malpensa quest’anno accoglie tre nuove destinazioni intercontinentali come Taipei di Eva Air,Tokyo con All Nippon e il Bahrein con Gulf Air. E grazie ai recenti accordi siglati da un lato da Governo ed Enac con le controparti cinesi, dall’altro da Sea e lo Xianyang International Airport, nel giro di un biennio l’aeroporto sarà tra i più collegati in Europa con la Cina.
IL SEGMENTO LOW COST
Ma in realtà sullo scalo varesino investono anche le low cost per il medio e corto raggio. EasyJet,“padrona” del Terminal 2, ha appena posizionato un nuovo Airbus A321 (30 per cento di posti in più rispetto al vecchio A320) e annunciato nuove rotte estive per l’Est Europa, ma soprattutto la riapertura di Sharm elSheikh e la replica di alcune rotte tradizionalmente invernali, come Marsa Alam e Fuerteventura. Mentre Ryanair da marzo ritorna a collegare la Grecia (Kalamata), in estate mette in connessione Alghero e ha presentato una corposa offerta estiva, con la novità Manchester e il potenziamento di tante destinazioni.
GLI EFFETTI SUL TERRITORIO
Un fermento che si riflette sul successo turistico della regione e di Milano in particolare, che sempre di più si prende il ruolo di destinazione a tutto tondo, non solo capitale degli affari e dello shopping. Nel 2019 quasi 11 milioni di turisti hanno visitato l’area metropolitana, +9,2 per cento rispetto al 2018, secondo dati diffusi dal Comune. E di questi, 7,5 milioni erano diretti esclusivamente nel capoluogo, con i picchi di presenze registrati a settembre, ottobre e dicembre, e una quota di stranieri almeno del 50 per cento.
PIANO INDUSTRIALE IN ARRIVO
È sufficiente? No di certo, perché l'assetto complessivo del polo aeroportuale milanese è ancora in divenire. La crescita per il 2020 dovrebbe continuare,“anche se a ritmo meno sostenuto” ha detto ancora l’a.d. Brunini.A febbraio sarà pronto il nuovo piano industriale, ma sui contenuti vige, per ora, il no comment.
Sul tavolo delle discussioni con istituzioni e partner industriali c'è il tema nevralgico delle infrastrutture, indispensabili per ragionare sul lungo periodo e farsi trovare pronti per appuntamenti come le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026.A Linate arriverà la metropolitana. E con questo, lo scalo cittadino si pone al pari delle principali città europee.
I NODI DA SCIOGLIERE
Malpensa invece ha bisogno di collegamenti più veloci. Se ne parla da tempo e resta valida l’ipotesi di portare l’alta velocità, ma Ferrovie dello Stato non sembra aver fretta di accelerare. Rfi ha invece confermato la disponibilità a procedere con i potenziamenti di alcuni nodi regionali, come quello di Gallarate.
Dal punto di vista societario, infine, è tornata nel cassetto ma potrebbe sempre riemergere l’ipotesi di fusione con Sacbo, che controlla Orio al Serio, di cui Sea possiede già il 30 per cento. Un’eventualità per la quale ci sono molti punti da chiarire. Ma dal punto di vista del capitale avrebbe senz’altro senso un maxi polo aeroportuale piantato in mezzo alla regione. Una decisione, però, su cui peseranno anche le ragioni politiche e non solo quelle economiche.