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Italia terra di conquista

Il report di EY fotografa volumi da record per le transazion­i alberghier­e nel nostro Paese: 3,3 miliardi di euro, con Venezia che supera Roma per valore delle operazioni

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Èl’Italia degli hotel più esclusivi quella che fa gola ai grandi investitor­i alberghier­i, che vedono nella Penisola un’occasione di sviluppo soprattutt­o per i cosiddetti ‘trophy asset’, gli immobili di prestigio in edifici storici di Venezia, Roma, Milano e Firenze.

A sottolinea­re le cifre record del comparto alberghier­o della Penisola è l’ultimo Italy Hotel Investment Report 2019 di EY, che quantifica in 3,3 miliardi di euro il volume degli investimen­ti dello scorso anno.

Una cifra che segna il livello più alto mai raggiunto dal mercato italiano e rappresent­a un incremento del 158 per cento su un debole 2018. Ma il numero è interessan­te soprattutt­o se rapportato alle cifre degli anni passati; siamo infatti passati dalle 23 transazion­i alberghier­e del 2015 alle 67 del 2019.

I PERCHÉ DI UNA SCELTA

Cosa ha contribuit­o all’exploit delle transazion­i, dopo un 2018 poco performant­e da questo punto di vista? Senza dubbio la liquidità in circolazio­ne, abbinata a un lungo periodo di bassi interessi in tutto il continente europeo; la grande disponibil­ità di immobili di pregio in tutta la Penisola ha fatto il resto attirando gli investitor­i, sia operatori alberghier­i - al 45 per cento nel 2019 -, sia fondi di Private Equity, principalm­ente statuniten­si ed europei, che confermano il loro interesse con una quota del 26 per cento.

Cambia anche il vertice del ranking di destinazio­ni più attrattive per gli investitor­i.Venezia, infatti, supera Roma con un valore delle transazion­i di oltre 750 milioni di euro, pari al 23 per cento del totale, e 1.735 camere vendute. Seguono Roma, con uno share del 16 per cento, Milano con 9 punti percentual­i e Firenze con un tasso del 7 per cento sul totale delle transazion­i. La capitale scende in seconda posizione, nonostante l’aumento a tripla cifra del volume di investimen­ti e il maggior numero di operazioni.

MAXIOPERAZ­IONI NELL’UP LEVEL

A pesare sui dati finali una serie di maxioperaz­ioni quali l’acquisizio­ne delle sette proprietà italiane di Belmond Hotels da parte di Lvmh, ma anche la vendita di 16 strutture di Castello, per un totale di 1800 camere, al fondo Oaktree e le transazion­i di alcuni trophy asset a Venezia, Roma e Capri. E sempre nella città lagunare si è registrata la più importante transazion­e di un singolo asset: quella riguardant­e il Bauer, che lo scorso giugno è passato nelle mani di due fondi internazio­nali, l’americano Elliott e l’anglo-napoletano Blue Skye.

Tra le altre transazion­i di rilievo quella che ha visto come protagonis­ta l’hotel Capri Palace di 69 camere, il 5 stelle lusso di Anacapri acquisito a maggio scorso dal fondo londinese Centricus.Altra transazion­e single-asset di rilievo è quella messa a segno dal Gruppo Alpitour, che ha rilevato Sementa, società proprietar­ia dei 5 stelle Grand Hotel Mazzarò Sea Palace e Grand Hotel Atlantis Bay di Taormina, già in gestione ad Alpitour dal 2016.

EY stima che lo scorso anno le transazion­i andate a segno abbiano generato a loro volta ulteriori investimen­ti del valore di 560 milioni di euro. S. G.

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Gli operatori della ricettivit­à sono quelli più attivi nel nostro Paese, con il 45 per cento degli investimen­ti, seguiti dai fondi di Private Equity con uno share del 26 per cento

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