Il grande cantiere di Ndc
Il sistema è ancora in fase di sviluppo e non mancano criticità. Vettori, gds e network a confronto
Doveva servire a ridurre la frammentazione e profilare l’offerta in modo personalizzato, grazie a un sistema tecnologico di livello superiore. E in futuro sarà così. Ma per il momento lo standard Ndc della Iata, a livello pratico, è ancora un grande cantiere. Ed è improbabile che entro fine anno si riesca a centrare l’ambizioso obiettivo della stessa Iata: venti vettori certificati al terzo livello che raggiungano il 20 per cento dell’offerta indiretta gestita sul nuovo protocollo.
Il dato è emerso chiaramente durante un recente convegno milanese che ha messo a confronto vettori, gds e distribuzione. Ed è da un grande network specializzato nel corporate che arrivano le ammissioni più critiche.
I PUNTI DOLENTI
“Diciamo la verità - ha esordito Alfredo Pezzani, chief operating & service delivery officer di Uvet Global Business Travel -. Ndc nasceva come soluzione che avrebbe allineato al 100 per cento l’offerta tariffaria dei vettori aderenti. E si proponeva di essere in qualche modo neutro. Ma finora non è così, su entrambi gli aspetti. Sul web si trovano tariffe assenti su Ndc. E anche le soluzioni proposte, a livello di scali e orario, appaiono comunque filtrate, messe prima o dopo a seconda della convenienza commerciale del vettore”.
CAMBIO DI PASSO
Il sistema, ad ogni modo, si sta diffondendo.“Da una fase sperimentale - ha testimoniato Geronimo Pirro, direttore marketing di Amadeus Italia andiamo verso quella di industrializzazione.Abbiamo già sei vettori aderenti tramite la nostra piattaforma e ci sembra che le agenzie apprezzino la possibilità di comporre le soluzioni”.
I gds sono stati tra i primi a investire nella soluzione. Sabre è della partita già dal 2018, opera con un team dedicato solo a questo segmento, ma ha aperto diversi altri fronti che andranno a integrarsi con Ndc, in un certo senso.“Noi siamo in fase avanzata di trattative con nuove compagnie. È un processo in continua evoluzione, ma non si può negare vada più piano del previsto” dice Sandro Gargiulo, country manager in Italia di Travelport. E dal mercato arriva anche qualche numero che serve a soppesare la reale penetrazione di Ndc.
“Noi - ha spiegato Matteo Pellizzari, presidente del network Lufthansa City Center Italia - attualmente abbiamo due vettori collegati direttamente (Lufthansa Group e British,
ndr). Di questi, mediamente il 15 per cento delle prenotazioni viaggia tramite Ndc”.
IN AGENZIA
Sono soprattutto i network, invece, a portare Ndc nelle agenzie.Welcome è stato uno tra i primi a siglare accordi con i vettori su questo terreno, da Lufthansa ad Air France-Klm.“Ci mancano ancora una trentina di agenzie per completare il lavoro con Welcome. Ma guardiamo anche ad altri” ha evidenziato Nadia
Azale, direttore vendite di Air France-Klm.
Quanto al vettore tedesco, ha siglato un accordo con Cisalpina Tours per l’Ndc, ma ha strizzato l’occhio anche al mondo Ota, stringendo una partnership con Expedia. Resta, infine, il grande tema delle ancillary,proprio quelle che dovrebbero costituire il pezzo forte dell’offerta, andando ad arricchire la tariffa base e generare margini. La piattaforma Ndc inizia a proporle.
“Ma di quali ancillary parliamo?” ha provocato ancora Pezzani di Uvet. “Da un po’ di tempo le compagnie scorporano dalla tariffa la scelta del posto o il bagaglio, ma è chiaro che queste opzioni vengano scelte dal cliente. I veri servizi aggiuntivi sarebbero i pasti, una bottiglia di champagne e c’è da lavorare sull’integrazione con i vari programmi dedicati ai frequent flyer. Quindi oggi la principale sfida del sistema, se vuole decollare, è quella di ruscire a compiere un ulteriore salto tecnologico”.