Compagnie aeree dimenticate
Stiamo affondando. Il trasporto aereo nazionale è un settore dimenticato da istituzioni e, forse, anche dal mondo industriale. Il caso di Air Italy dimostra quanto sia difficile in Italia lavorare su questo mercato. Le difficoltà della compagnia aerea di Olbia erano note da tempo, inutile ora mostrare stupore. Il bilancio del 2018 aveva evidenziato un rosso pesante, replicato poi lo scorso anno.Gli investimenti di marketing, flotta e le nuove rotte non sono bastati a reggere il mercato.Mancava qualcosa o forse qualcuno.Perché evidenziare la bandiera italiana e poi mettere ai posti di comando solo manager esteri non è stata una grande idea.Serviva una forza commerciale diversa, capace di fare respirare la grande sfida e di proporre il vettore e le sue rotte nel modo giusto.
Su alcuni aeroporti e su alcune tratte forse l’approccio non ha funzionato, ma lo spazio esiste per fare bene. Giusto per non farsi mancare nulla i due azionisti Qatar Airways e Alisarda da mesi litigavano per il futuro del vettore. Pare che l’Aga Khan fosse ormai stufo di mettere mano al portafoglio per tentare il rilancio e Qatar non fosse in grado di fare tutto da sola. Così alla fine in pochi minuti si è deciso di liquidare la società con i suoi 1.200 dipendenti. E ora saranno guai per tutto il mercato, perché i voli a chiamata (e anche a scadenza) delle compagnie aeree low cost non basteranno. Le mosse del Governo, fuori tempo massimo, serviranno solo per accendere gli ammortizzatori sociali. I jet di Air Italy sono ormai negli hangar.
Remo Vangelista