TTG Italia

T.o. italiani alla prova dei conti

L’esame delle cifre del comparto tricolore mette in evidenza la forza delle grandi aggregazio­ni

- DI FRANCESCO ZUCCO

Turismo, una partita da big player. L’analisi dei bilanci dei tour operator nel 2018 parla chiaro: i conti sorridono ai principali tour operator. Il consulente fiscale Pierluigi Fiorentino ha preso in esame i bilanci di 50 tour operator italiani, che complessiv­amente hanno generato 7,55 miliardi. Un conteggio che, come precisato dallo stesso Fiorentino,“comprende anche Costa Crociere, che produce un alto volume di fatturato”.

Il primo dato che emerge è decisament­e significat­ivo: escludendo i crocierist­i, solo 3 operatori superano la soglia dei 100 milioni di fatturato:Alpitour,Veratour e Mistral. Analizzand­o nel dettaglio, inoltre, emerge che i grandi “sono tornati ai livelli precrisi”, precisa Fiorentino. La crescita degli ultimi tempi è dunque riuscita a recuperare le flessioni degli anni precedenti. In particolar­e, nell’ultimo anno preso in esame la crescita è stata complessiv­amente del 5 per cento, un trend “che ha riguardato quasi tutti i tour operator in esame”, precisa Fiorentino.

IL CONFRONTO CON I PLAYER EUROPEI

Un altro elemento che getta una nuova luce sul comparto del tour operating in Italia è il raffronto con gli altri mercati d’Europa. Dal punto di vista dei fatturati, infatti, l’Italia si piazza al terzo posto, superata solo dai due colossi, Germania e Regno Unito.

“Inoltre - prosegue Fiorentino - bisogna precisare che nessuno dei big player è in perdita”. Un dato non da poco, consideran­do che il sistema del tour operating è recentemen­te finito sotto processo a causa della vicenda Thomas Cook. Una storia dai contorni decisament­e differenti rispetto a quanto succede in Italia, come sottolinea il direttore di Fto Gabriele Milani:“La situazione di Thomas Cook era nota al settore del turismo”, precisa, evidenzian­do come fossero i conti stessi dell’ex gigante a mettere in allarme.

Dai conti di Fiorentino emerge inoltre come le aggregazio­ni, in questa fase del turismo italiano, favoriscan­o le imprese. E su questo tema interviene il presidente del Quality Group Michele Serra, spiegando quello che lui stesso definisce “il trucco”. Che tanto misterioso non è, dal momento che “il Quality è nato proprio per questo motivo”.

QUANDO L’UNIONE È VINCENTE

Serra fa riferiment­o alla logica con cui creò a suo tempo il consorzio. Una filosofia che spiega con i numeri:“Fatto 100 il fatturato, ipotizziam­o che i costi variabili siano l’88 per cento; in aggiunta avrò il 2 per cento di costi commercial­i e l’8 per cento di costi di struttura. Resta un 2 per cento a consuntivo”. Nel caso in cui diversi tour operator uniscano le forze, la situazione cambia:“I variabili si riescono a far scendere dell’1 per cento; allo stesso tempo, la fama e la notorietà del brand fanno aumentare le vendite anch’esse dell’1 per cento. I costi commercial­i si dimezzano, perché si utilizzano risorse in comune; anche i costi di struttura diminuisco­no per lo stesso motivo, e scendono al 6 per cento. Il 2 per cento di prima è diventato l’8: in questo modo ho quadruplic­ato gli utili”.

Serra aggiunge inoltre un dettaglio che riguarda la gestione delle voci di spesa del Quality:“Noi suddividia­mo i costi in base al fatturato. Quindi abbiamo un adeguament­o dei costi in base alle entrate. Inoltre possiamo spostare forza lavoro da un segmento all’altro, in caso di necessità”

LA RICERCA DELLA STABILITÀ

Adriano Apicella, amministra­tore delegato di Welcome Travel, mette invece in luce la possibilit­à per la distribuzi­one di “poter contare su partner affidabili, che è fondamenta­le”. E questo è uno dei motivi per cui “Welcome Travel ha un panel dei tour operator piuttosto stabile. Conosciamo bene i nostri partner”.

Sul fronte dei conti e della stabilità, Michele Serra precisa anche un ulteriore dettaglio, legato alle possibili emergenze che mettono in crisi una destinazio­ne.“Una sorta di crash test”, precisa il manager. Si tratta insomma di cercare di prevedere in anticipo l’impatto che potrebbe avere sui conti un problema su una meta.“È dal 2001 che teniamo in consideraz­ione una possibile crisi”.

Parlando di conti dei tour operator, il discorso va a toccare poi il tema dei nuovi player che si affacciano sul mercato. E dunque il discorso delle ‘barriere di ingresso’, rafforzate dalle recenti normative che hanno aumentato gli oneri relativi ad assicurazi­oni e garanzie.A questo proposito Milani precisa:“Non credo sia necessaria­mente un male che ci siano barriere d’ingresso”.

Il riferiment­o è ancora una volta alla stabilità del sistema nel suo complesso: qualcosa di cui hanno bisogno tutti, le agenzie di viaggi in primis.

“Noi suddividia­mo i costi in base al fatturato. Quindi abbiamo un adeguament­o della spesa alle entrate”. Inoltre possiamo spostare forza lavoro”

MICHELE SERRA

Presidente Quality Group

“Uno dei dati più interessan­ti è il ritorno dei ‘grandi’ ai livelli precrisi, con una crescita complessiv­a del 5 per cento circa nell’ultimo anno esaminato”

PIERLUIGI FIORENTINO

Consulente fiscale

 ??  ?? Più garanzie Dal dibattito emerge la richiesta di stabilità da parte del settore. Le recenti vicende del mercato, con il default di realtà di primo piano a livello internazio­nale, hanno aumentato la richiesta di affidabili­tà da parte dei partner. Una risposta arriva anche dalle recenti garanzie assicurati­ve contro le insolvenze
Più garanzie Dal dibattito emerge la richiesta di stabilità da parte del settore. Le recenti vicende del mercato, con il default di realtà di primo piano a livello internazio­nale, hanno aumentato la richiesta di affidabili­tà da parte dei partner. Una risposta arriva anche dalle recenti garanzie assicurati­ve contro le insolvenze
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy