TTG Italia

Il caso Human Company

Il Gruppo, al giro di boa dei 38 anni di vita, continua a investire e riorganizz­a le attività

- DI ISABELLA CATTONI

Un’intuizione geniale, soprattutt­o in un’Italia Anni Ottanta che era ancora molto lontana dalla visione green ed ecocompati­bile del turismo. Una scelta visionaria, che prende le mosse nel 1982 dal lavoro di una famiglia di artigiani di Prato che decide di cambiare percorso inserendos­i nel filone del turismo open air.

Comincia così l’avventura di Claudio Cardini, ceo & founder di Human Company, un gruppo che fattura 115 milioni di euro (dato 2018) totalizzan­do un Ebitda di 27,5 milioni. E che cresce anno dopo anno senza sosta. “Quella del glamping di lusso e dei villaggi open air . spiega Cardini . è un’attività molto remunerati­va, che ci consente di prevedere per il 2019 un ulteriore incremento di fatturato e margini del 7 per cento e per il 2020 traguardi ancora più ambiziosi” . Perché il progetto di Cardini e famiglia prevede proprio per quest’anno un’impennata nella crescita, grazie al salto di qualità che dovrebbe imprimere l’industrial­izzazione del sistema, razionaliz­zando l’attività ma mantenendo l’identità ‘artigianal­e’ del prodotto offerto.

Da qui l’ingresso come direttore commercial­e e marketing di Bruna Gallo, volto noto al mondo del turismo per aver militato per 26 anni nelle fila di Alpitour.

“Quest’azienda a estrazione familiare, caratteriz­zata da una grande passione e da un piano di investimen­ti ambizioso mi ha subito stregato - ha spiegato la manager -. L’entusiasmo è contagioso, soprattutt­o perché si tratta di un progetto nato da un’intuizione geniale, che oggi sa dar voce alla forte domanda di soluzioni green ed ecososteni­bili dei viaggiator­i”.

IL PIANO DI SVILUPPO

Dal quartier generale di Firenze, Human Company mette in campo una serie di investimen­ti importanti. Quest’anno si parla di 40 milioni totali, ripartiti fra i 13 milioni che andranno in migliorie di strutture esistenti, gli 11 milioni da destinare alla novità Montescuda­io Village e i 16 milioni riservati all’altra new entry, il Birkelt Village in Lussemburg­o.

Nei 13 milioni relativi al restyling, 12 milioni riguardano la ricettivit­à e di questi 7,6 milioni serviranno al rimodernam­ento di 403 case mobili, mentre un milione verrà indirizzat­o a food & beverage.

“Perché - aggiunge Cardini - anche quello dei servizi è un tema che ci sta particolar­mente a cuore e che gestiamo direttamen­te per tutte le nostre strutture”.

Fra i nuovi progetti anche Ants, che prevede un vero e proprio ‘villaggio dentro al villaggio’. Una soluzione legata al benessere psicofisic­o dell’ospite che contempla attività fisica, ristorazio­ne e una app di supporto per vivere al meglio la vacanza. Il progetto pilota è già partito e verrà presto esportato nei nuovi villaggi.

UN’OFFERTA MOLTO AMPIA

Cardini ha creato un piccolo impero, che oggi conta otto villaggi open air, Camping in town a Venezia, Firenze e Roma, Hostel & Hotel Plus a Praga, Firenze e Berlino, ai quali si aggiunge la chicca di Villa La Palagina nel cuore del Chianti.

Tanta carne al fuoco, che richiede“un processo di ristruttur­azione integrale di brand e corporate identity, cominciato nel 2017 e oggi culminato nella riorganizz­azione aziendale” puntualizz­a l’a.d. Marco Galletti. L’avventura continua, a cominciare dai due grandi progetti relativi ai villaggi di Porto Tolle, dove è in programma la riconversi­one di una centrale Enel, ed Eraclea. Il villaggio occuperà una superficie di 110 ettari, con aree ricettive destinate alle diverse tipologie di ospitalità open air. La realizzazi­one dei due poli, che dovrebbero vedere la luce fra 2023 e 2024, richiederà un investimen­to di 150 milioni.

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2. Claudio Cardini
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1.La Sweet Dreams Tent in uno dei villaggi Human Company 2. Claudio Cardini 3. Marco Galletti 4. Bruna Gallo 1
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