La travel industry: «Azioni insufficienti»
Non bastano le misure messe in campo dal Governo per risollevare le sorti del turismo italiano. Su questo concordano tutte le forze in campo, dalle rappresentanze delle agenzie di viaggi e dei tour operator agli albergatori fino ai fornitori di servizi e al l’extralberghiero. Nei commenti al decreto ‘Cura Italia’ emerge, mai come prima, una nota chiara di delusione nei confronti di una manovra verso la quale anche il mondo del turismo aveva guardato con fiducia. Due in sostanza le grandi richieste che sono andate deluse: una iniezione immediata di liquidità nelle casse delle aziende del turismo e una lavoro di prospettiva, ossia un incentivo fiscale a chi la prossima estate deciderà di passare le sue vacanze in Italia. “Il settore del turismo organizzato è in ginocchio, per questo occorre istituire subito un Fondo Nazionale Emergenze per l’indennizzo sulle mancate vendite e cancellazioni e anche a supporto delle riprotezioni sostenute” sottolinea Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi. Gli fa eco Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi: “Mancano all’appello due misure importanti: una forma di ristoro per le aziende danneggiate dalla crisi e un incentivo agli italiani che effettuano le vacanze in Italia. Si tratta di passaggi fondamentali per consentire al sistema di fronteggiare una situazione drammatica”. Confindustria Alberghi sottolinea come manchino i provvedimenti dedicati ai canoni di affitto (per gli alberghi non è previsto il credito d’imposta come per i negozi, ndr) e i problemi connessi ai costi tra penali e cancellazioni. Conclude Marina Lalli, vicepresidente di Federturismo: “Se diamo agli stagionali 600 euro nel mese di marzo, non abbiamo risolto niente. Sospendere fino al 31 maggio contributi e adempimenti fiscali è un aiuto ma non può essere la soluzione. Mentre il commercio ha una ripresa immediata, il turismo no. Noi stiamo perdendo la finestra di entrata all'estate”